Romania: il futuro del presidente Băsescu
Traian Băsescu terminerà il mandato presidenziale nel 2014 dopodiché potrà dedicarsi ad altre attività. Quali? Voci di corridoio lo danno a capo della NATO. Nel frattempo Băsescu sta preparando il terreno politico per il suo nuovo "Movimento popolare"
Cosa riserva il futuro al 61enne presidente romeno Traian Băsescu? Di certo non il ruolo di tenero nonno del nipotino che gli darà sua figlia Elena, né il riposo dorato di un ex presidente. La vecchia volpe della politica romena, infatti, non sembra intenzionata a mettersi in pensione.
Capitano di marina, ministro, premier, sindaco, presidente della Romania (per due volte) e uomo carismatico e amato da molti romeni, lo dimostrano i due referendum sull’impeachment da cui si è salvato. Băsescu è pronto per una nuova sfida e sta affilando denti, coltelli e unghie per quando, terminato il mandato presidenziale, nel 2014, potrà dedicarsi a nuove attività. Ma quali? Da una parte di certo la politica, con la nuova esperienza del “Movimento popolare” (Mişcarea Populară), dall’altra le voci di un possibile impegno internazionale, forse alla guida della Nato.
L’amicizia americana
Quest’ultimo, però, è più che altro un rumor che serpeggia nei palazzi di Bruxelles dove alcuni Paesi occidentali stanno valutando possibili candidature per il successore dell’attuale segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen, che conclude il mandato ad agosto 2014. Tra le nomination ci sarebbe anche Băsescu, che avrebbe il sostegno degli Stati Uniti e di altri partner atlantici di rilievo.
Il capo di stato romeno nei suoi diversi incarichi ha più volte dato segno della sua amicizia con Washington: con le basi Usa a Costanza e in un’ultima analisi con il sì al progetto di scudo antimissile sul territorio romeno. Per lo stesso posto si fa anche il nome del presidente turco Abdullah Gül. Ma i tempi per parlare di una vera investitura non sono maturi.
Ri-discesa in politica
Oltre agli scenari di caratura internazionale il presidente romeno sta preparando il campo per rimettere le mani sulla politica attiva del suo Paese, da cui in realtà non si è mai distaccato troppo.
Ed ha sorpreso molti con il suo discorso nel quale, all’ultimo congresso del suo Pdl, dopo che la “sua” candidata alla presidenza del partito, Elena Udrea, aveva perso la sfida con Vasile Blaga, ha dato l’addio al partito. Băsescu ha lasciato orfano il partito di cui è stato a lungo padre e padrone e ha affiancato il suo consigliere Cristian Diaconescu, nell’iniziativa “Mişcarea Populară”, che da organizzazione non governativa si è trasformata in piattaforma socio-politica di centro-destra.
Possibili emorragie
Băsescu, partecipando a un pranzo-meeting con gli “attivisti” della nuova entità ha dichiarato di volersi dedicare alla creazione di una “soluzione di centro-destra con persone oneste”. Una mossa, studiata e nata tra le mura del Palazzo Cotroceni e che potrebbe portare a un’emorragia dal Pdl verso “Movimento Popolare”.
Possibilità che però è stata smentita dai dignitari Pdl, per prima dalla stessa Elena Udrea che ha ammesso, però, che “trovare convergenze tra Pdl e Movimento Popolare è utile. Serve una sola forza di centro-destra, con una sola voce e un solo messaggio”.
“Il presidente Băsescu è il padre spirituale, il più importante sostenitore” del Movimento, ha ammesso lo stesso Marian Preda, numero uno della fondazione, decano della Facoltà di Sociologia dell’università di Bucarest, che punta a parlare “alla provincia più che a Bucarest, perché è lì che il 51% degli aventi diritto, nelle ultime elezioni, non è andato a votare”.
I grillini rumeni?
Mişcarea Populară sembra strizzare l’occhio all’esperienza italiana di Grillo e presentandosi come “movimento” e non come partito, punta al “cambiamento”, vuole essere uno strumento per esercitare la democrazia partecipativa e ha già lanciato una consultazione popolare sui punti chiave da mettere in programma.
“Vogliamo prendere le distanze da tutti i partiti politici ufficiali: siamo stanchi di Psd, Pnl, Pc, Unpr, Usl, Udmr, Pdl”, si legge nel documento. "Sono convinto che questa fondazione sarà in grado di fare pressione sui partiti politici – ha sottolineato dal canto suo Băsescu – se poi i membri di questa fondazione a un certo punto, tra uno o tra tre anni, la vorranno trasformare in un partito, perché no? Ma io non ho bisogno di un partito in questo momento. Vedere le liti nel Pdl mi ha confermato che ho fatto bene ad abbandonare quell’esperienza mentre qui si cerca di formare nuove categorie di persone diverse da quelle rappresentate dai partiti tradizionali”.
E nonostante il presidente abbia detto e ripetuto che il suo impegno politico per il “Movimento” partirà solo dopo la conclusione del suo mandato, l’endorsement è già iniziato. Băsescu, intervistato in diverse occasioni, si è già espresso come esponente di Mişcarea Populară e ha perfino avanzato l’ipotesi che la fondazione possa proporre un nome per il futuro capo di stato: "Il Movimento è per un’offerta politicamente indipendente: bisogna soddisfare dei criteri per diventare membro, siamo alla ricerca di persone di talento, vogliamo portare alla gente una nuova politica, diversa. Quando finirò il mandato mi impegnerò io stesso e non escludo che faremo un nome per la presidenza”, ha dichiarato a Digi24 senza però confermare la possibilità di candidare Mugur Isarescu, attuale governatore della Banca nazionale romena.
Il “cantiere Băsescu” è ufficialmente aperto.