Romania: elezioni ed inquisiti
In Romania ha preso il via la campagna elettorale per le amministrative. E scorrendo le liste dei candidati non sono pochi quelli che hanno trascorsi con la giustizia
Quest’anno si terranno in Romania sia le elezioni amministrative, il prossimo 5 giugno, che le politiche per il rinnovo del Parlamento, alla fine di novembre. Per quanto riguarda le elezioni locali parte ufficialmente in questi giorni la campagna elettorale con una novità: secondo le ultime modifiche della legge elettorale sarà possibile l’elezione del sindaco sin dal primo scrutinio nel caso uno dei candidati ottenga il 50% più uno dei voti. In passato, anche in questo caso, si andava al ballottaggio.
Dal novembre 2015 la Romania ha un governo tecnico, guidato da Dacian Cioloș, ex Commissario europeo, a seguito delle proteste di piazza – contro una classe politica che affondava negli scandali di corruzione – che hanno obbligato il socialdemocratico Victor Ponta alle dimissioni.
Nonostante questi mesi di governo tecnico i partiti romeni non sembra però siano riusciti a riorganizzarsi ed appaiono lacerati da guerre intestine. Inoltre molti presentano candidati dai trascorsi giudiziari non intonsi. Del resto, la legge elettorale lo permette.
Sindaci, dal tribunale alla riconferma
Accade così che Marian Vanghelie ex sindaco del distretto 5 di Bucarest, sospeso dall’incarico e sotto indagine dal dicembre del 2015 per corruzione, si ricandidi per un nuovo mandato: sarebbe il quinto.
Secondo i procuratori del Dipartimento nazionale anticorruzione (DNA), approfittando della sua carica di sindaco, Vanghelie avrebbe chiesto e ricevuto da un uomo d’affari (in cambio di alcuni favori per le società di quest’ultimo) circa 30 milioni di euro. “La gente mi ha chiesto di ricandidarmi, ed è normale in un paese democratico”, ha tenuto a precisare Vanghelie che si candida per il Partito della Giustizia Sociale (PDS), guidato dall’ex ministro degli Esteri romeno Mircea Geoană.
Geoană, come anche altri membri del suo partito, incluso Vanghelie, sono transfughi del Partitito Social Democratico (PSD) e, sempre nella capitale, candidano Adrian Severin per la carica di sindaco generale della città. Severin, ex europarlamentare, è stato condannato due mesi fa in prima istanza a tre anni di carcere per tangenti e traffico d’influenza. “Una messa in scena”, ha definito il processo a suo carico Severin.
Nella città di Pitesti (circa 110 km da Bucarest) si ricandida Tudor Pendiuc. Se vince sarebbe il suo settimo mandato consecutivo. E’ infatti sindaco dal 1992, il più lungo mandato della Romania. In questi anni Pendiuc, per accuse di corruzione, è stato sospeso dalla carica, poi l’ha riottenuta ed ha passato anche del tempo dietro le sbarre. Il processo a suo carico non è però ancora arrivato a sentenza definitiva.
A Baia Mare si ricandida il sindaco uscente Cătălin Cherecheș, ribadendo di essere “un uomo corretto”, nonostante sia stato preso in flagrante ad incassare tangenti.
Può sembrare assurdo ma nei sondaggi in Romania l’apprezzamento per l’attività della Direzione nazionale anticorruzione rimane alta, ma allo stesso tempo vengono premiati dagli elettori – stando ai risultati elettorali ed ai mandati ottenuti – anche molti politici con trascorsi poco chiari con la giustizia.
La battaglia per Bucarest
La battaglia elettorale più accesa avverrà nella capitale Bucarest, con i suoi due milioni di abitanti. Qui i candidati a sindaco generale sono 20. Il principale partito della Romania – il Partito social-democratico il cui presidente Liviu Dragnea è appena stato condannato a 2 anni di prigione con sospensione della pena – candida a sindaco della capitale la senatrice Gabriela Vrânceanu-Firea, una ex giornalista.
Il Partito liberale (da dove proviene anche il presidente della Romania Klaus Iohannis) dopo aver annunciato tre diversi candidati si è soffermato sul quarto, Cătălin Predoiu. Il Partito del Movimento Popolare, dell’ex presidente romeno Traian Băsescu, ha deciso di scegliere il giornalista Robert Turcescu come candidato per la capitale. Turcescu ha ammesso nel settembre 2014 di essere – oltre a giornalista – un tenente colonnello dei servizi segreti sotto copertura. Aveva di conseguenza rinunciato alla trasmissione che teneva sulla rete televisiva nazionale B1. Ora pare essere in procinto di riposizionarsi. Băsescu è stato spesso rimproverato durante i suoi mandati da presidente di essere troppo vicino ai servizi segreti.
L’ufficio elettorale centrale (BEC) dovrà pronunciarsi entro il 6 maggio sulla validità delle 20 candidature a sindaco della città. Intanto da notare che il Dipartimento nazionale anticorruzione ha redatto negli ultimi anni dossier penali per cinque dei sei sindaci dei distretti della capitale e anche a carico del sindaco generale uscente Sorin Oprescu.