Romania e UE, sempre più vicine

Semaforo verde da Bruxelles all’adesione di Romania e Bulgaria. Dopo dieci anni di cammino i rumeni vedono l’Europa sempre più vicina. E la vedono sempre meglio: con tutte le sue complessità, senza illudersi che dall’UE possa arrivare la soluzione a tutti i loro problemi

14/04/2005, Mihaela Iordache -

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Il Parlamento Europeo ha votato ieri sull’adesione della Romania e della Bulgaria all’Unione Europea. La Romania ha ottenuto 497 voti a favore, 93 contro e 71 europarlamentari si sono astenuti. Bucarest passa questo esame con meno voti della Bulgaria che ha ottenuto 522 voti positivi, 70 contro e 69 parlamentari si sono astenuti. I due Paesi avevano bisogno di un minimo di 367 voti, la maggioranza qualificata degli europarlamentari. All’ultimo momento, il gruppo conservatore del Parlamento Europeo ha ritirato la sua proposta circa un rinvio del voto in seguito alle rassicurazioni ricevute dall’esecutivo dell’UE circa le consultazioni sui finanziamenti che i due Paesi riceveranno tra il 2007 e 2013. Il trattato d’adesione verrà firmato il 25 aprile a Lussemburgo, dopo di che la Romania manderà 33 osservatori permanenti che parteciperanno ai lavori del Parlamento Europeo.
Dieci anni ci sono voluti per la Romania ad arrivare fin qui. Ma ora Bucarest si sente sempre più vicina all’Unione. Nonostante questo si sente osservata – come illustrava un quotidiano di Bucarest sulla propria prima pagina – attraverso un binocolo che invece delle lenti ha due euro.
Questo perché i Paesi membri erano preoccupati di quanto quest’adesione sarebbe loro costata. Soldi da parte dell’UE quindi nonostante una volta che la Romania stessa sarà entrata, dovrà dare un proprio contributo.
Il trattato di adesione è unico per la Romania e la Bulgaria, documento che ha la stessa struttura dei trattati dei dieci Paesi entrati a far parte dell’UE nel maggio dell’anno scorso.
Il testo prevede che in seguito all’adesione i due Paesi dovranno rispettare tutti i trattati e le normative europee. Questo significa, tra l’altro, che la Romania dovra ritirarsi dall’Accordo di Libero Scambio dell’Europa Centrale (CEFTA) e ridurre le proprie produzioni di acciaio e prodotti tessili.
Per quanto riguarda l’euro, si potrà più guardare che utilizzare. Perché ancora non si parla di unificazione monetaria. Solo quando l’ economia sarà in grado, quindi competitiva, potrà adottare la moneta unica. Ancora non ci sono dati certi in questo caso. Ma intanto l’imminenza della firma del trattato d’adesione dà speranze ai politici anche su questa prospettiva. Almeno a quelli che aspirano a fare carriera a Bruxelles.
Dopo la sua adesione, prevista per il 1 maggio 2007, la Romania avrà nel Parlamento europeo 35 parlamentari, mentre la Bulgaria 18. Tra il 2007 e il 2009, quando si terranno elezioni per il parlamento europeo, i due Paesi saranno rappresentati dai parlamentari disegnati. In ogni caso sia la Romania che la Bulgaria dovranno organizzare elezioni entro il 2008. Bucarest avrà anche 14 voti nel Consiglio Europeo , un giudice alla Corte di Giustizia, 15 rappresentanti nel Comitato Economico e Sociale e un rappresentante nella Commissione.
Il trattato contiene anche le previsioni finanziarie in merito all’assisetnza di cui godra la Romania dopo l’adesione. Per lo sviluppo rurale il Paese riceverà tra il 2007 e il 2009 tre miliardi di euro. E sono assolutamente necessari visto che ci sono ancora villaggi senza strade asfaltate dove la terra viene ancora lavorata con l’aiuto dell’aratro e del cavallo. Il Paese dei Carpazi non andrà solo all’incasso rispetto all’UE ma sarà obbligato a versare alla Banca Europea per gli Investimenti 850 milioni di euro.
Il semaforo verde di Bruxelles non significa però che i dieci anni nell’anticamera dell’UE siano finiti. Lo stesso documento conclude in un modo poco ottimista e non a favore delle autorità di Bucarest. E’ stata infatti inserita una clausola di salvaguardia che può rinviare di un anno l’adesione all’UE, se la Romania non rispetterà gli impegni in materia di acquis comunitario. I problemi maggiori riguardano il settore della giustizia, dell’ambiente, degli affari interni e della concorrenza.
Per non parlare della corruzione. Se la Romania saprà mantenere le promesse entrerà nell’Unione Europea il 1 gennaio 2007. In caso contrario, l’adesione avverà nel 2008. Avvertite ripetutamente, indipendentemente dal colore politico, le autorità romene temono un possibile rinvio. La stampa non parla d’altro e la gente capisce ben poco in merito alle problematiche reali connesse al processo di integrazione. Tutti comunque concordano che c’e ancora molto da fare. Non si nasconde comunque che un rinvio rappresenterebbe una grossa delusione per i romeni. Stanchi di aspettare riforme promesse ma che non sono arrivate sono anche molti euro-parlamentari che hanno insistito nell’ultimo periodo per un rinvio, considerato più opportuno di un’immediata entrata nell’UE. La Commissione esteri ha approvato però a larga maggioranza il trattato d’adesione.
Il governo romeno, guidato dal liberale Calin Popescu Tariceanu, deve ora varare al più presto la riforme al sistema giudiziario. L’obiettivo principale è quello i creare una giustizia libera dal condizionamento politico. Deve poi aumentare la sicurezza alle frontiere. Dopo l’adesione della Romania, l’Unione Europea confinerà direttamente con la Moldavia e l’Ucraina. Traffico di persone, armi e droga, immigrazione illegale, sono aspetti che preoccupano i Paesi europei in vista del futuro allargamento.

Non solo giustizia e affari interni, ma anche concorrenza. Per competere sul mercato europeo ed esportare i loro prodotti, le ditte romene devono investire 10 miliardi di euro, e questo solo per ottenere l’autorizzazione integrata sull’ambiente. Per quanto riguarda la corruzione, il nuovo governo di Bucarest, nonché il Presidente dello Stato, Traian Basescu, si sono impegnati, mobilitati e hanno dichiarato guerra alla corruzione ed ai corrotti. Che non sono pochi, tutt’altro. Secondo diversi studi la Romania sarebbe più corrotta della Bulgaria e della Turchia, anch’essi Paesi candidati. Non c’e telegiornale o giornale che non parli ogni giorno di un caso di corruzione. Di politici indagati – soprattutto di quelli al potere fino al dicembre dell’anno scorso. Processi, interrogazioni e pochi arresti. Bruxelles si aspetta però risultati. Non basta all’UE che i corrotti vengano messi alla berlina dai media. E non basta nemmeno ai romeni che quotidianamente si trovano davanti a richieste di bustarelle per ricevere servizi che dovrebbero essere garantiti.

Più si avvicina l’anno storico, il 2007, più aumentano i monitoraggi dell’UE sulla Romania. In maggio verrà pubblicato un primo rapporto su come si stanno rispettando gli impegni. A novembre verrà reso pubblico un altro rapporto, questa volta più dettagliato, con riferimento diretto ad ogni capitolo già negoziato. Il presidente della commissione europea, Jose Barroso, ha comunicato al premier romeno Tariceanu che Bruxelles si aspetta nuovi progressi della Romania entro la fine dell’anno.

Allora probabilmente si potrà sapere con più certezza se l’adesione avverrà il 1 gennaio 2007 o un anno dopo. Intanto il Presidente della Romania, Traian Basescu ha cercato di tranquillizzare i rumeni affermando che non rappresenterebbe certo una tragedia un ritardo di un anno. E ancora Basescu ha insistito in questi giorni sul fatto che l’integrazione avrà i suoi costi. Se i rumeni all’inizio pensavano che l’UE avrebbe risolto tutti i loro problemi ora si rendono sempre più conto che la situazione è pi complessa. Basta guardare alla vicina Ungheria. Da quando nel maggio dell’anno scorso è entrata nell’UE, gli ungheresi dal confine fanno la spesa sempre oltre confine, in Romania. Quindi, come diceva anche Jonatan Schelle, il rappresentante della commissione europea in Romania, l’adesione non significa "latte e miele".

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