Rom in Macedonia, sulla via dell’inclusione?
Nei prossimi 10 anni i rom riusciranno a migliorare le loro condizioni di vita? Il governo è ottimista e si dice certo che la Macedonia sarà modello per altri Paesi dell’Europa centro-orientale. Altri lo sono meno
Il 73% dei ragazzini rom che si iscrivono alla scuola primaria non la portano a termine. Questo è quanto emerge dalle statistiche. Nel 1993 erano solo 3 i rom iscritti in Macedonia all’università. Ora, anche grazie all’istituzione di una quota a favore di questa comunità nelle università per favorire la loro educazione di alto livello e grazie all’istituzione di numerose università private, gli studenti universitari rom sono saliti a 150. Ciononostante molti di loro non si laureeranno mai.
Queste nude cifre non danno però una buona descrizione della realtà. Le statistiche sono spesso cieche, e quella in merito agli studenti universitari rom lo sono in particolar modo. Spesso infatti studenti si dichiarano appartenenti alla comunità rom per godere dei vantaggi garantiti a quest’ultima.
"Ci sentiamo discriminati dall’abuso che si fa del sistema delle quote e delle false dichiarazioni di studenti che si dichiarano rom pur non essendolo" afferma Redzep Ali Cupi, studente rom. Redzep suggerisce che al momento di iscrizione all’università l’appartenenza alla comunità rom dev’essere documentata in base ai dati in possesso delle scuole superiori piuttosto che basarsi su un’auto dichiarazione.
"Ho fatto 4 anni di scuola e poi non avevo la possibilità di procurarmi i libri di testo" racconta invece Rafiz, bambino che vive nelle strade nel centro di Skopje. Suo fratello Sali, che lavora con lui, la scuola non l’ha mai neppure iniziata. Il loro lavoro quotidiano è mendicare. In due guadagnano 5 euro al giorno.
"Il problema maggiore è che spesso i ragazzini rom vengono iscritti a scuola con molto ritardo ed alcuni genitori non li iscrivono affatto. A questo si aggiunge un tasso altissimo di abbandono", afferma Dragan Nedeljkovic, membro di un’istituzione statale che si occupa dell’istruzione delle minoranze.
"Può capitare che vi siano 3 o 4 bambini in ciascuna famiglia in età scolare. I libri ed il materiale scolastico sono molto costosi. E’ impossibile per i genitori sostenere queste spese", ricorda Saip Iseni, preside di una scuola elementare situata a Suto Orizari, municipalità del distretto di Skopje, dove risiede la più ampia comunità rom della Macedonia.
Vi sono numerosi progetti e organizzazioni che lavorano sul tema dell’educazione dei bambini rom. Ciononostante rompere il circolo vizioso è arduo. Ciascuno studente universitario rom ha a disposizione 60 dollari al mese ed un tutor. Sono risorse messe a disposizione da USAID, struttura paragovernativa di aiuti allo sviluppo USA, per combattere l’abbandono universitario.
Vi sono 54.000 rom in Macedonia, anche se anche questo dato può essere discutibile anche perché la dichiarazione etnica che ne è alla base è quantomeno ambigua. Di questi 17.000 sono senza lavoro e 14.000 non riescono a soddisfare le proprie necessità primarie. Un altro dato statistico dice che l’85% dei rom usufruisce di sussidi sociali.
La famiglia di Raim Haim è costituita da dieci persone, che vivono in una stanza di dieci metri quadrati nel sobborgo rom più povero di Skopje, Topana. Raim li mantiene tutti suonando per strada l’armonica. Nessun altro percepisce un reddito. Raim può guadagnare sino a 5 euro nei giorni migliori. Nessuno di loro gode dell’assistenza sociale.
"Non sappiamo dove chiedere per ottenere l’assistenza sociale. Servono molti documenti. Non li abbiamo e non sappiamo dove richiederli. E’ una vera miseria non avere alcuna educazione", dice Raim.
Le occupazioni più comuni tra i rom sono il piccolo commercio, il riciclaggio di rifiuti, mendicare. Le donne lavorano tradizionalmente nelle pulizie domestiche.
Recentemente il governo, nell’occasione della giornata internazionale per i rom, l’8 aprile scorso, ha reso nota una Strategia nazionale per i rom. Quest’ultima è stata sviluppata in seguito agli impegni presi dalla Macedonia, assieme ad altri 9 Paesi dell’Europa centro-orientale, nel programma "Decennio per l’inclusione dei Rom" promosso dalla Banca Mondiale , dalla Fondazione Soros e dai governi di Ungheria e Bulgaria. La strategia macedone ha quattro priorità: il problema della casa, l’istruzione, l’occupazione e la salute.
"I rom della Macedonia si trovano ad affrontare numerosi problemi, tutti connessi alla povertà, alla mancanza di istruzione e ad una vita passata in condizioni pessime" ha affermato il primo ministro Vlado Buckovski al lancio della strategia nazionale. "Dovremmo collaborare tutti assieme per favorire la loro integrazione nella società".
Inoltre, secondo Bickovski, "la Macedonia sarà senza dubbio da esempio nella regione per i suoi successi nell’integrazione dei rom".
Buckovskli ha poi ribadito gli sviluppi positivi che a suo avviso si sono verificati in questi anni, sviluppi che non si stanca mai di ripetere: sono riconosciuti come popolo costituente nella costituzione, in Macedonia vi è l’unico sindaco rom d’Europa, vi è un parlamentare rom ed un vice-primo ministro rom. Vi sono inoltre molti canali televisivi privati gestiti da rom e molte ONG rom che collaborano regolarmente con il governo.
Ciononostante, secondo Ramandan Pilji, appartenente ad una delle principali ONG rom, "Mesecina", "il governo sino ad ora non ha fatto molto per i rom". "Non siamo certamente soddisfatti" aggiunge "ma siamo ottimisti e vogliamo essere fiduciosi. Dovremo lavorare molto duramente nei prossimi dieci anni".
Vi sono molte critiche rivolte alle stesse ONG rom accusate spesso di non essere responsabili nei confronti della propria comunità, di essere corrotte e gestite da una manciata di individui che favoriscono i propri interessi privati piuttosto che i bisogni di una popolazione che affermano di aiutare, sfruttando l’interesse che la comunità internazionale ha dimostrato, seppur con colpevole ritardo, nei confronti di questa minoranza.
Recentemente la rappresentante della Banca Mondiale in Macedonia, Sandra Blumencamp, ha designato il Paese come leader regionale nell’inclusione dei rom. Anche da un recente rapporto di parlamentari europei sulla situazione dei rom nel Paese sono emerse note positive.
Ma molto scorre sotto la superficie. Spesso viene posta una domanda retorica: i rom vengono discriminati perché poveri o sono state le discriminazioni a causare la loro indigenza?
I macedoni risponderanno che i rom non vengono discriminate nella società macedone. Come potrebbero esserlo se godono di tutti i diritti? Ciononostante non vedi frequentare i rom gli stessi bar dei macedoni …
Ma l’eguaglianza è una questione di teoria o legata ai fatti? I rom devono percorrere ancora una strada molto lunga per avvicinarsi a quest’ultima. Su questo tutti concordano.