Riverberi di poesia queeroslava

Una giovane poetessa croata che scrive d’amore e di omosessualità. Una raccolta di poesie in inglese, tradotte in serbo e pubblicate da una ONG svedese. ‘Afterglow’, di Lena Spite, è simbolo della "glocalizzazione" queeroslava. Una breve recensione

12/01/2009, Irene Dioli -

Riverberi-di-poesia-queeroslava1

Ophelia, John Everett Millais (1852)

you’re a girl floating on water … you sing summer evenings … grass grows upon you
(da "A Girl", Lena Spite)

Antefatto personale …un libretto grigio con titolo in sprazzi d’ arancio, il primo regalo ricevuto al mio arrivo a Belgrado, ottobre 2005 – cortesia di Zoe Gudović del Queer Beograd Collective. Un libro di una poetessa croata, scritto in inglese, tradotto in serbo, finanziato da un’ONG svedese – un piccolo simbolo della "glocalizzazione" queeroslava, un riverbero di leggerezza e vivacità nel grigio di un contesto domestico spesso pesante e oppressivo. Proprio per questa rilevanza, culturale più che letteraria, dedichiamo una paginetta a questo libretto grigio e alle sue poesie non proprio entusiasmanti.

Lena Spite è una giovane poetessa nata a Zagabria nel 1980, autrice di un’unica raccolta che gode tuttavia di una certa popolarità nella scena culturale queer ex jugoslava – sicuramente conciliata dal fatto di essere una delle pochissime opere a carattere dichiaratamente omosessuale che hanno trovato un canale di finanziamento e pubblicazione e circolano quindi nella regione (ovviamente, non si parla di grandi numeri e questo rimane un fenomeno circoscritto alla nicchia del circuito culturale LGBTQ). Senza voler elevare la sua poesia ad esempio di alta qualità letteraria – cosa che probabilmente non può vantare – possiamo quindi dare un’occhiata a questo prodotto squisitamente pop, caratterizzato da un florilegio di influenze e citazioni musicali, cinematografiche e televisive, nonché da un’ortografia disinvolta che molto si avvicina al linguaggio degli SMS e da una certa immediatezza nella creazione di evocazioni e impressioni visive. Non c’è molto da scavare nel sottotesto di queste pagine: si può però sfogliare con curiosità il diario di una ragazza lesbica come tante altre, che scrive frasi di smarrimento e desiderio senza particolare dignità letteraria come tante altre, ma che, a differenza di tante altre, vive un contesto dove la sua voce e la sua esistenza sono un fenomeno nascosto e quasi sotterraneo – e dove la stessa pubblicazione delle sue parole rappresenta una preziosa possibilità di espressione.

Afterglow, originariamente scritto in inglese, esce a Belgrado nel 2004 per l’associazione culturale Deve, con traduzione serba a fronte di Tea Nikolić, in un’edizione completamente finanziata dalla Swedish Helsinki Committee for Human Rights. La raccolta si divide in sei sezioni (Socialwork, Short Stories, Thoughtscapes, Fantasy Spur, Sparkledust, e Passionsheen / Girl Stories), precedute in apertura del volume da una poesia a sé stante, "Untitled 3.8.", che introduce il tema comprensibilmente prevalente del libro, ossia l’amour (non dimentichiamo che l’autrice ha 24 anni al momento della pubblicazione, suvvia!).
Blow out the candle, cover the room
in a veil of smoke:
my desire is in my eyes, burning
will not be neglected.
& when I can’t see you, every cell
is sighing, tinging, twitching:
I stay up late. I will not sleep,
Keeping yr picture between my teeth.

Su questo filo conduttore si susseguono le poesie nelle varie sezioni, in una sorta di diario che dipinge il microcosmo dove si svolge la vita dell’autrice attraverso sogni, ricordi e scorci di viaggio (ad esempio "Young juicy aussie", elaborazione onirica di un annuncio erotico intravisto in una cabina telefonica londinese).

La cornice espressiva di riferimento è quella della cultura popolare, fatta di riferimenti letterari ("The moon/J.K.", omaggio a Kerouac), cinematografici, televisivi, e soprattutto musicali, con riferimenti impliciti – testi che sembrano brani di canzoni, dal brit-pop britannico al dark scandinavo – ed espliciti, con omaggi a Courtney Love ("c.u.n.t. – I dream of Courtney"), Garbage ("Dumb 2.0."), Patti Smith ("(Cruci)Fiction of Patti Smith"), David Bowie ("Sell me a coat / D.B.", "Lady Stardust"), Iggy Pop, Television ("Marquee moon", dall’omonimo album del 1977) e Talking Heads ("I see the pathway").

Tematica prevalente è sempre il desiderio erotico, declinato nelle sue forme romantiche, nostalgiche o passionali fino al risuonare di note sadomasochistiche ("Raped Venus"). Questo desiderio esplicitamente omoerotico non è problematizzato, ma semplicemente vissuto con naturalezza; troviamo però un momento di elaborazione nella poesia "Underwater breathing possibilities", che affronta il tema del coming out, e con cui chiudiamo.

if in a box buried sweet
if underwater silky bloated
discreet: it will get out;!
holding the bubbles, making us pay
for lying our skins out
twisted in sparkling hopes
it chokes – devastatingly perfect
in spite of our expectation
breathing breathing breathing
serene, siren – like, in underwater
kingdom: calling falling
grasping the air forgotten there
breathing breathing breathing.

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