Il Museo era chiuso da tre anni per dispute tra le principali istituzioni del paese, nessuna delle quali lo considerava di propria competenza. Altre sei istituzioni culturali, di livello statale, si trovano in una medesima condizione di vuoto legislativo.
Gli impiegati del Museo nazionale, in questi tre anni, avevano continuato a lavorare senza stipendio per conservare i circa quattro milioni di oggetti che ripercorrono la storia della Bosnia Erzegovina. Tra questi oggetti si trova anche la celebre Haggadah, il manoscritto istoriato portato secoli fa a Sarajevo dagli ebrei sefarditi in fuga dalla Spagna.
Per sostenere i lavoratori del Museo, l’associazione Akcija aveva avviato la campagna Io sono il Museo , una serie di iniziative volte a sensibilizzare l’opinione pubblica e fare pressione sulle istituzioni. La mobilitazione ha infine avuto successo, spingendo alcune istituzioni locali e internazionali a mettere a disposizione i fondi necessari a sostenere un anno di attività. In un clima di euforia e commozione, ieri centinaia di persone hanno visitato il Museo nel giorno della sua riapertura al pubblico.
Al termine della giornata il direttore, Adnan Busuladžić, ha annunciato a sorpresa le proprie dimissioni, dichiarando di essere rimasto con i lavoratori fino alla fine e che ora, con la riapertura del Museo, considerava concluso il proprio lavoro.
Brevi
Il Consiglio nazionale giovanile della Serbia (KOMS) ha pubblicato nelle scorse settimane il suo consueto sondaggio annuale sui giovani in Serbia. Dall’indagine, condotta tra aprile e maggio 2024, emerge che il 49% degli intervistati intende lasciare il paese.
27/08/2024, Redazione -
Lo sport è spesso un grande generatore di storie di riscatto individuale e sociale, e le Olimpiadi di Parigi non hanno fatto eccezione. Tra le tante storie, quella di Božidar Andreev però si fa notare.
23/08/2024, Lorenzo Ferrari -