Republika Srpska, vittoria del “sì” all’unanimità
“Volete che il 9 gennaio venga festaggiato come ‘Giorno della Repubblica Srpska’?”. La risposta al quesito posto ieri agli elettori dell’entità a maggioranza serba della Bosnia Erzegovina è stata, come previsto, un “sì” unanime o quasi.
Secondo i dati resi noti oggi dalla commissione elettorale, i voti a favore sono stati il 99,81%, quelli contrari un misero 0,19%. L’affluenza alle urne (gli aventi diritto al voto erano circa un milione e duecentomila) si è invece attestata al 55,67%.
Il quesito referendario, fortissimamente voluto dal presidente della Srpksa Milorad Dodik, che ha definito i risultati elettorali “una vittoria per tutti noi”, approfondisce lo scontro politico e istituzionale in Bosnia, suscitando preoccupazioni nella comunità internazionale.
Per due volte la Corte costituzionale bosniaca ha ribadito il suo giudizio di incostituzionalità rispetto alla festa del 9 gennaio (data di proclamazione della Srpska), che secondo i giudici è “discriminatoria nei confronti dei non-serbi” che vivono nella Srpska”, anche perché coincide con una festività religiosa ortodossa (Santo Stefano). In risposta alla sentenza Dodik, che ha definito la Corte “un’istituzione politica” ha quindi chiamato gli elettori alle urne.
Dopo la lettura dei risultati della consultazione, Dodik ha confermato la possibilità di ricorrere a nuovi referendum “per evitare che il popolo serbo perda la possibilità di poter decidere” del proprio destino.
Brevi
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