Republika Srpska: “Solo 1.800 i morti di Srebrenica”
L’ufficio della Republika Srpska per i rapporti con il Tribunale Internazionale ha redatto il dossier sui fatti di Srebrenica. In esso si nega la scomparsa di quasi 8.000 civili.
Dal dossier, presentato martedì scorso al Governo della Republika Srpska dall’Ufficio della RS per i rapporti con il Tribunale Internazionale de L’Aja, risulta che al massacro di Srebrenica si collegano "solo tra i 2.000 e i 2.500 morti, di cui 1.800 erano soldati dell’Armata Bosniaca". Secondo il rapporto, le stime fatte dal Comitato Internazionale della Croce Rossa "sono state manipolate e inventate" (Associated Press, 03.09.2002).
Immediate le durissime reazioni, sia locali che internazionali. Il Consiglio dei Ministri Europeo e la Commissione Europea si sono detti pienamente in accordo con le parole di Paddy Ashdown: "Srebrenica ha rappresentato il massacro più terribile nella storia dell’Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale. Il rapporto è un irresponsabile tentativo di stravolgere l’elettorato, è un attacco durissimo a chi è sopravvissuto a quel massacro e offende la popolazione di tutta la Bosnia Erzegovina" (Oslobodjenje, 04.09.2002).
Non da meno il Ministro degli Esteri della Gran Bretagna, il quale ha dichiarato che "chi nega il massacro di Srebrenica è da mettere sullo stesso piano di chi nega che sia realmente esistito l’Olocausto". Nonostante le reazioni, anche contrastanti, di molti politici delle due entità della Bosnia Erzegovina, per ora il Presidente della RS – Mirko Sarovic – ha soltanto dichiarato di aver ricevuto il rapporto e che il suo ufficio "non lo rifiuterà, ma lo prenderà attentamente in esame" (Nezavisne Novine, 05.09.2002).
Riguardo invece a chi spetti la valutazione dei fatti di Srebrenica, il Presidente della Presidenza tripartita della BiH – Beriz Belkic – ricalcando le parole già pronunciate per Radio B92 dalla portavoce dell’Humanitarian Law Centre di Belgrado – Natasa Kandic, ritiene che "solo istituzioni indipendenti internazionali, come il Tribunale Internazionale, potranno portare alla verità sui fatti di Srebrenica" (Oslobodjenje, 04.09.2002, Radio B92, 03.09.2002).
La voce più amareggiata arriva dalle varie associazioni di donne, che da anni lottano per conoscere la verità su ciò che avvenne in quel luglio del 1995, compreso la possibile responsabilità delle forze dei caschi blu nel non aver evitato il massacro.
"Io non ho inventato la perdita di mio figlio e di mio marito" dice Kada Hotic – del Movimento delle Madri di Srebrenica e Zepa, "e tuttora non so ancora dove siano finiti tutti i miei fratelli e i fratelli di mio marito", mentre Munira Subasic – Presidente della stessa associazione – chiude con una frase quasi ironica: "se a loro risulta che i morti sono solo 2.000, che ci rispediscano a casa tutti gli altri migliaia che mancano all’appello" (Associated Press, 03.09.2002).
Dello stesso tono anche il comunicato ufficiale dell’Associazione "Donne di Srebrenica" di Tuzla, emesso ieri, di cui seguono alcuni passi:
"…L’ultimo tentativo fatto dalle autorità della RS di minimizzare le violenze subite dai civili di Srebrenica, indica che la politica ufficiale di quel governo non è cambiata rispetto a quella perseguita durante la guerra, come nei sette anni dalla sua fine.
Questo tentativo di inganno non fa che dare maggior coraggio alle madri di Srebrenica, che continueranno nella lotta per la scoperta della verità affinché avvenga la consegna di tutti i responsabili di questo crimine al Tribunale de L’Aja.
Asserendo che a Srebrenica sono morti solo 1.800 uomini, il Governo della Republika Srpska legittima Radovan Karadzic e Ratko Mladic, nascondendoli alle autorità internazionali che dovrebbero metterli a giudizio".