Religione a scuola

Da alcuni anni in Bulgaria si discute se inserire o meno l’insegnamento della religione tra le materie scolastiche. E’ soprattutto la Chiesa Ortodossa Bulgara a caldeggiare l’introduzione della materia nel programma della scuola dell’obbligo, ma non mancano le voci contrarie

05/01/2009, Tanya Mangalakova - Sofia

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Da alcuni anni la società bulgara discute se inserire o meno l’insegnamento della religione tra le materie scolastiche. Per la Chiesa Ortodossa Bulgara (COB) le lezioni di religione a scuola dovrebbe essere obbligatoria, mentre per il Consiglio Sociale sulle Questioni relative all’Insegnamento Religioso vorrebbe che la materia fosse introdotto sotto forma di Storia delle Religioni. Al tempo stesso alcuni analisti e genitori ritengono che la religione non dovrebbe essere insegnata a scuola in nessuna forma, ricordando che l’istruzione in Bulgaria è laica.

Nonostante la campagna di raccolta di firme promossa dalla Chiesa in tutto il paese, quest’anno il tentativo di inserire obbligatoriamente la materia "Religione" nel programma è andato a vuoto. Il ministro dell’Istruzione Daniel Valchev ritiene che a causa della mancanza di consenso all’interno dell’opinione pubblica, l’insegnamento religioso non possa essere imposto ad alunni e studenti. Secondo Valchev, poi, introdurre una nuova materia potrebbe andare a detrimento delle altre. Al momento nel programma della scuola dell’obbligo in Bulgaria ci sono tre tipi di materie: obbligatorie, obbligatorie a scelta, facoltative.

La Chiesa Ortodossa Bulgara e le autorità religiose mussulmane chiedono che vengano introdotte ore di religione con la denominazione "Religione Ortodossa", "Religione Islamica" e "Cultura religiosa". Nel 2006 il Santo Sinodo della COB elaborò una proposta di inserimento della religione come preparazione obbligatoria per gli alunni della prima elementare a partire dall’anno scolastico 2008-9, nella quale veniva sottolineato il fatto che l’insegnamento della religione come materia obbligatoria a scelta o facoltativa non dava risultati visibili, visto che gli studenti le preferivano discipline come lingua e letteratura bulgara, matematica, lingue straniere ecc.

Secondo la chiesa in 20 dei paesi membri dell’UE nelle scuole si studia religione, e questo dimostra che in Europa questo non viene considerato in contraddizione con il carattere laico dell’istruzione. Secondo il progetto presentato dal Santo Sinodo "La santa Ortodossia, nelle sue specifiche espressioni particolari bulgare è un elemento costitutivo dell’identità nazionale, che ha giocato un ruolo di primaria importanza nel percorso storico del popolo bulgaro, contribuendo a salvaguardarlo in tutte le epoche storiche". La chiesa propone che nei manuali scolastici si parli anche delle tradizioni e della cultura legata alle altre religioni storiche presenti in Bulgaria.

A febbraio del 2008 il metropolita di Plovdiv Nikolay ha tenuto nella sua città una lezione di religione ai bambini di seconda elementare nella scuola statale "Hristo Botev". La lezione aperta è iniziata con la recita di una preghiera e l’introduzione ai simboli della tradizione cristiana. Anche il metropolita di Varna Kiril è molto attivo in questa campagna. Grazie a lui da cinque anni in una ventina di scuole elementari a Varna si studia religione con un corso denominato "Tradizioni e valori cristiani ortodossi".

Per la Chiesa Ortodossa Bulgara l’introduzione della religione nei programmi scolastici è un tema così importante da essere stato uno dei temi centrali del sesto Consiglio Ecclesiastico-popolare, tenuto nell’ottobre 2008 nel monastero di Rila. L’alto clero ortodosso ha espresso i suoi timori che l’insegnamento della religione possa essere introdotto secondo un modello di tipo comparativo.

"Non abbiamo l’obiettivo di indottrinare, ma di dare informazioni sulla religione", spiega il professor Georgi Balakov, direttore del Consiglio Sociale sulle Questioni relative all’Insegnamento Religioso. Balakov ritiene che l’insegnamento obbligatorio della religione contribuirà alla tolleranza tra i più giovani e aumenterà il loro livello culturale.

La professoressa Klimentina Ivanova, membro del Consiglio, ricorda che dopo la nascita del regime comunista, nel settembre del 1944, alcune generazioni di bulgari sono state educate a pensare che "la religione è l’oppio dei popoli", ostacolo al progresso e arma nelle mani degli sfruttatori, colpevole della miseria del proletariato e delle masse contadine.

Anche i più decisi oppositori della fede sono stati costretti, seppure a denti stretti, ad ammettere che il percorso che ha portato la Bulgaria alla sua indipendenza, tra il XVIII e XIX secolo passa attraverso le lotte per ottenere una Chiesa Ortodossa Bulgara autocefala. Secondo la COB, se l’insegnamento della religione dovesse restare marginalizzato come materia facoltativa, i giovani sarebbero privati di nozioni religiose libere da pregiudizi, che ritiene un legame con l’inconscio collettivo e un ponte verso il passato del popolo bulgaro.

Analisti come il docente universitario Ivaylo Dichev definiscono antidemocratica e scandalosa l’introduzione obbligatoria della religione nelle scuole. Secondo Dichev questa nuova materia sarebbe l’equivalente di un nuovo comunismo scientifico, che avrebbe l’obiettivo di bloccare i meccanismi del pensiero critico, piuttosto che di svilupparlo. La religione, conclude Dichev, non dovrebbe essere studiata nella scuola pubblica, ma nei corsi di catechismo organizzati dalla stessa chiesa.

Anche alunni e studenti sono divisi rispetto alla proposta di introdurre la religione a scuola. Dal 1997 in molte scuole bulgare la religione è stata introdotta prima come materia facoltativa, e poi come obbligatoria a scelta. In molti di questi istituti la materia è uscita poi dai programmi a causa dell’eccessivo carico di lavoro per gli studenti, come ad esempio nella 126° Scuola Elementare di Sofia. Qui i pochi teenagers che hanno seguito le lezioni di religione in quarta e quinta elementare ricordano poco o nulla di quanto studiato.

Elena e la sua amica Megi sono categoriche, quando dicono di non volere le ore di religione, visto che già faticano a prepararsi nelle restanti materie scolastiche. Quest’anno Elena e Megi finiranno le scuole dell’obbligo e si preparano a candidarsi ai licei della capitale. Dicono di essere già molto stanche, visto che ogni giorno seguono sei o sette materie, e che un impegno ulteriore sarebbe tutt’altro che benvenuto.

La loro compagna di scuola Nikol, invece, anche lei di 13 anni, dice di ricordare le lezioni di religione seguite alcuni anni fa come interessanti. Se si dovessero reintrodurre, dovrebbero essere obbligatorie, dice Nikol. Altrimenti nessuno sceglierebbe di seguirle. "I ragazzi come noi hanno bisogno di questo tipo di insegnamento, per non rischiare di diventare dei falliti", sostiene Nikol.

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