Ratko Mladic, il cerchio si stringe

Nell’ultima settimana si sono fatte più insistenti le indiscrezioni pubblicate dalla stampa serba su un’imminente cattura di Ratko Mladic, uno dei maggiori ricercati dal Tribunale dell’Aia per i crimini nella ex Jugoslavia

13/06/2005, Luka Zanoni -

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Ratko Mladic

Da tempo ci siamo abituati agli annunci di imminenti catture o presunte localizzazioni dei latitanti eccellenti del tribunale dell’Aia. Solo pochi mesi fa si credeva vicino l’arresto dell’ex generale croato Ante Gotovina, accusato dal tribunale dell’Aia per crimini contro l’umanità. Non è accaduto tanto che la Croazia si è vista rimandare i negoziati per l’ingresso nell’UE. Inoltre, da almeno un anno, i media serbi ripetutamente pubblicano notizie sulla presenza sul territorio serbo di Ratko Mladic, già comandante delle forze serbo-bosniache e considerato tra i maggiori responsabili del massacro di Srebrenica. Tuttavia il governo serbo ha sempre smentito che Mladic fosse in Serbia, anche se molti analisti, in particolare dopo l’uccisione, mai chiarita, di due giovani militari nella caserma di Topcider, nella periferia belgradese, davano per scontato che i due militari avessero visto qualcuno che proprio non dovevano vedere.

Nell’ultima settimana, a seguito della proiezione al Tribunale dell’Aia del video sull’uccisione dei sei musulmani di Srebrenica, andato poi in onda su varie emittenti serbe causando lo shock della popolazione, le voci su un imminente arresto di Ratko Mladic si sono fatte più insistenti.

Giovedì scorso il settimanale "Evropa" aveva pubblicato un articolo in cui scriveva che il governo serbo starebbe negoziando la consegna di Mladic. Riferendosi a fonti anonime, il settimanale belgradese sostiene che alle negoziazioni parteciperebbero l’ufficio del premier Vojislav Kostunica, stretti collaboratori di Mladic e i servizi russi. "Evropa" afferma inoltre che l’esito di questi colloqui con il superlatitante potrebbero essere noti nell’arco di una decina di giorni. Ancora secondo "Evropa", Mladic sarebbe molto malato e starebbe cercando di contrattare un vitalizio per la propria famiglia e garanzie per la propria salute nel carcere di Scheveningen.

A seguito delle notizie pubblicate da "Evropa", sono giunte immediate smentite da parte del governo serbo, il quale per voce del capo dell’ufficio per la collaborazione coi media, Srdjan Djuric, ha definito non vere le indiscrezioni del settimanale belgradese.

Il giorno successivo, però un altro organo della stampa serba è uscito in prima pagina con il seguente titolo: "Localizzato Mladic". Il quotidiano "Danas" ha riportato di essere a conoscenza del luogo in cui risiede il superlatitante, ma per motivi di sicurezza e possibili conseguenze ha deciso di non rendere pubblica la località. Secondo fonti che non vengono rese note, Mladic alloggerebbe in una delle grandi città della Serbia. "Danas" ha ribadito che il governo serbo starebbe contrattando con l’ex generale per la sua consegna al TPI dell’Aia. Secondo la fonte del quotidiano belgradese, il governo sarebbe pronto per la cattura e la consegna di Mladic, l’attesa riguarderebbe solo il modo in cui portare a termine l’azione per la sua cattura, per evitare che Mladic rimanga ucciso o che si suicidi.

Immediatamente, a "Danas" ha fatto eco un dispaccio dell’emittente B92, che conferma i negoziati per la resa di Mladic al TPI dell’Aia. Secondo la fonte di B92 i negoziati si tengono a Belgrado e Mladic chiederebbe in cambio della resa la pensione a vita per i membri della sua sicurezza personale. Mentre sull’edizione odierna del quotidiano di Banja Luka "Nezavisne Novine", si legge che Mladic rifiuta ogni tipo di negoziazione se prima non parla direttamente con il premier serbo Vojislav Kostunica. Richiamandosi all’ennesima fonte anonima, "Nezavisne Novine" sostiene che Mladic avrebbe dovuto raggiungere il carcere di Scheveningen già durante lo scorso weekend, ma le nuove richieste hanno prolungato la sua consegna.

Di diverso parere una fonte del quotidiano "Politika" secondo la quale il governo serbo non starebbe affatto contrattando con Mladic per la sua resa, e il latitante non si troverebbe in Serbia, ma bensì in una delle ex repubbliche sovietiche. Secondo la fonte di "Politika" è comunque vero che sono in corso negoziati per la resa, ma in un altro Paese e non in Serbia. I negoziati sarebbero condotti dai servizi segreti di altri Paesi. Il governo serbo sarebbe solo al corrente dei negoziati in atto, ma non vi partecipa direttamente.

A più riprese le indiscrezioni, basate su fonti anonime, pubblicate dalla stampa belgradese, hanno incontrato ed incontrano le smentite da parte dei funzionari del governo serbo. In particolare dal presidente del Consiglio per la collaborazione con il TPI dell’Aia, Rasim Ljajic e dal ministro della polizia Dragan Jocic.

Mladic a Srebrenica

Reazioni giungono anche da vari analisti, i quali confermano l’intenzione dimostrata dal governo di arrivare alla cattura di Mladic. L’analista militare e docente alla Facoltà per la difesa civile di Belgrado, Zoran Dragisic, sostiene che il cerchio attorno a Mladic ormai si stia stringendo. Dragisic afferma che in Serbia non c’è più un desiderio politico di difendere Mladic. "Inoltre" prosegue Dragisic "si sentono voci sul fatto che Mladic sia molto malato e che non gli sia più possibile rimanere nascosto, per questo credo che il momento della comparsa di Ratko Mladic al Tribunale dell’Aia sia molto vicina".

Per Dejan Anastasijevic, giornalista del settimanale belgradese "Vreme", il governo serbo è ormai pronto a risolvere la questione Mladic. "Non so se il governo stia negoziando oppure no, ma mi sembra di poter dire che il governo questa volta sia sincero quando afferma che desidera veramente risolvere questo problema e credo che gli sforzi che si fanno in questa direzione siano più intensi che mai, con ciò però non sono sicuro che un problema che per dieci anni è stato cacciato sotto il tappeto possa risolversi con un’azione frettolosa. Non sono proprio sicuro che sarà risolto così in fretta come alcuni sperano".

Nel frattempo non cessano le smentite. Il ministro della difesa della Serbia e Montenegro, Prvoslav Davinic, per B92 ha dichiarato che "Mladic non si trova in alcun edificio dell’esercito, che non è aiutato da alcun militare e che nessuno sta cercando di localizzarlo".

Ieri il Presidente del consiglio per la collaborazione con il TPI dell’Aia, Rasim Ljajic, ha ribadito di non credere alla consegna di Mladic, ma piuttosto in un suo arresto. "Non ci sono più dubbi sul fatto che esista l’intenzione di arrestare Ratko Mladic. L’ho detto a più riprese, non credo alla consegna volontaria di Ratko Mladic. Se non lo ha fatto in oltre dieci anni, non credo che lo farà adesso, ma credo che il governo sia pronto e risoluto per scoprire Mladic, se si nasconde sul nostro territorio, e per consegnarlo al Tribunale dell’Aia".

Ratko Mladic rappresenta non solo uno dei "pesci grossi" del Tribunale dell’Aia, ma anche la possibilità per la Serbia di avanzare con maggiore determinazione verso le istituzioni internazionali. Che la resa dei conti finalmente sia giunta è comunque ancora tutto da vedere. Come ha avuto modo di ribadire il ministro Ljajic, "non ci sono date di scadenza per l’arresto di Mladic". Vero però che il decennale del massacro di Srebrenica, il prossimo 11 luglio, potrebbe rappresentare una scadenza importante per l’arresto di chi era alla guida di quelle terribili operazioni di morte.

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