Rambo Amadeus, il geniaccio d’oltre Adriatico

"Sono troppo stupido per il jazz e troppo intelligente per il rock. Per questo preferisco mischiare, sperimentare". Il magico mondo di Rambo Amadeus

31/12/2014, Gianluca Grossi -

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Rambo Amadeus (foto http://ramboamadeus.com)

Di sé ironizza (ma solo fino a un certo punto) dichiarandosi un "musicista, poeta, manipolatore mediatico"; degli altri preferisce non entrare troppo nei dettagli, perché ne avrebbe per tutti, politici compresi. Così si presenta un istrione, eccentrico, eclettico artista del Montenegro, famoso in tutti i Balcani, capace di trovarsi perfettamente a suo agio in uno studio di registrazione, quanto in un laboratorio di chimica, o al comando di un veliero. E’ Rambo Amadeus, un geniaccio che al di là dell’Adriatico sta facendo parlare di sé da quasi trent’anni. Innanzitutto il nome, un mix perfetto ricavato dall’incrocio fra due suoi miti: John Rambo, l’invincibile eroe interpretato da Sylvester Stallone e Wolfang Amadeus Mozart, che non ha certo bisogno di presentazioni.

In realtà il nome con cui viene tenuto a battesimo in un caldo giorno di giugno del 1963 è Antonije Pušić. Nasce in una ridente cittadina affacciata sull’Adriatico, Cattaro (Kotor), circondata da alte mura protettrici, che testimoniano la potenza amministrativa dei veneziani dal 1400 al 1700; un gioiellino urbanistico che ancora oggi presenta molti aspetti riconducibili all’architettura e alla cultura veneta. Difficile, forse impossibile, determinare il genere musicale preferito da Rambo Amadeus. Funky? Jazz? Pop? Industrial? Marziale? Alternative rock? Drum and bass?

La verità è che la sua forma d’arte raccoglie un po’ tutti questi virgulti pentagrammati, finendo col proporre qualcosa di assolutamente originale e mai sentito. Se non a latitudini totalmente diverse, e in contesti storici differenti. Ecco perché più di un critico l’ha assimilato a Frank Zappa, lungimirante artista statunitense (di origine palermitana) capace, con una chitarra fra le mani, di inventare qualunque cosa. Per Rambo Amadeus è lo stesso. E lo provano anche i suoi show: imprevedibili, sconcertanti, con scalette sempre diverse, esibizioni caricaturali, teatrali, fantastiche e fantasiose. Anche se è Rambo stesso a ridimensionare l’entusiasmo degli opinion leader: "Zappa fu un grandissimo artista e pensatore, un genio della musica, dotato di una visione globale delle possibilità offertigli dal pentagramma, e di una grande disciplina. Io non credo di essere tutto ciò".

Altri paragoni vengono fatti con Captain Beefheart, audace compositore degli anni Settanta e fra i precursori assoluti del rock sperimentale made in Usa; mentre in Italia il suo nome è assimilato a figure meno leggendarie, ma spesso provocatrici come Elio e le Storie Tese o il compianto Roberto "Freak" Antoni, leader degli Skiantos.

Gli esordi

L’avventura artistica di Rambo Amadeus inizia durante il ginnasio. Ha molte passioni, la scienza in primis, ma la musica batte presto cassa. Compone le prime canzoni che non è ancora diplomato, picchiettando con audacia sui tasti del pianoforte, che studia con profitto. Al termine della maturità si iscrive all’Università di Belgrado, facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, e si perfeziona nella guida della barca a vela. Diventa un big fra i navigatori provetti, nonostante la tenera età. Non a caso, a cavallo fra gli anni Settanta e Ottanta, rappresenta la Jugoslavia in numerose competizioni internazionali. Per otto volte ottiene il titolo di campione di vela del sud Adriatico, e una volta quello di campione slavo junior. Ma, alla fine, è ancora l’amore per le sette note ad avere il sopravvento.

Podgorica e Herceg Novi, nei pressi del confine con la Croazia, sono i primi centri dove si esibisce dal vivo. Fa parte di diverse band, e non disdegna strumenti mai provati prima, come il mandolino. Gli piace scherzare e giocare con pseudonimi e soprannomi. Il suo preferito è Nagib Fazlic Nagon, che tradotto letteralmente significa "minatore che ha risparmiato abbastanza per incidere un disco". Il primo lavoro in studio è, dunque, dietro l’angolo, forte di un repertorio basato su canzoni che parlano di politica con ironia, di società, costume, folclore. Si intitola Tugo Jesenja ed esce nel 1988. "Una vita fa, un mondo così diverso da quello di oggi", ci racconta Rambo Amadeus, con una punta di nostalgia. "L’anno della morte di Enzo Ferrari, e dell’esplosione mediatica di artisti come gli U2 e Madonna. Erano altri tempi, davvero, e anche la Jugoslavia era viva e piena di speranza".

Risalta in copertina vestito da Mozart, con una parrucca settecentesca e un abito in linea con la moda viennese del tempo. Il disco si apre con "Vanzemaljac", brano composto con Saša Habić, musicista e produttore serbo, già al lavoro con altri importanti realtà artistiche sorte al di là della Cortina di Ferro, come Piloti, Oktobar 1864 e Van Gogh. Attacca come uno dei tanti brani anni Ottanta diffusi un po’ ovunque nelle Americhe e in Europa. Poi, però, prende una piega completamente diversa, parafrasando linee melodiche tipicamente balcane, supportate da un uso intelligente dei fiati e da fraseggi vocali che rimandano addirittura al Medio Oriente. Altrettanto interessante "Amadeus Kolo", con le parole del misterioso Crni Panter e la musica originale di un altro gigante della musica classica, Ludwig Van Beethoven. Rambo Amadeus utilizza il termine "turbo folk" per definire la sua proposta musicale, pochi anni prima che l’inusuale associazione di idee dia senso a uno dei generi musicali dell’Europa orientale più controversi degli ultimi vent’anni, un mix fra musica tradizionale, ritmi dance triviali e testi pseudo pornografici.

Kataklizma komunizma

Nel 1989 esce Hoćemo gusle e l’attivismo politico di Rambo si fa palpabile in molti brani. "Amerika i Engleska" dovrebbe intitolarsi "Kataklizma komunizma", ma la censura batte ciglio, obbligandolo a trovare un’alternativa. Parla di Milo Djukanović – attuale primo ministro del Montenegro, ex membro della Lega dei comunisti di Jugoslavia, in prima fila nella Rivoluzione Antiburocratica che manda all’aria il governo del Montenegro – di Tito, dell’Aids, dell’omosessualità, di capitalismo e comunismo. Il testo brucia un mucchio di argomenti senza capire bene dove voglia andare a parare, tuttavia Rambo Amadeus per la prima volta fa breccia nell’opinione pubblica, grazie a un impiego spregiudicato della satira e a una presenza scenica che convince e rinfocola leitmotiv politici mai sopiti.

Echi dei Laibach (band formatasi nel 1980 in Slovenia) si percepiscono ascoltando "Samit u buregdzinici Laibach" (Case lomin), dal tipico ritmo "marziale" e neoclassico, mentre qua e là echeggiano frasi poetiche di alti letterati come Laza Kostić e Desanka Maksimović. Rambo Amadeus non si fa mancare niente e nello stesso anno partecipa a un programma televisivo erotico a fianco dell’attrice Jasna Beri, nota per avere girato numerosi film, fra cui "Il segreto di Esma", lungometraggio del 2006, vincitore dell’Orso d’oro al Festival di Berlino.

Atmosfere cupe

Il terzo disco arriva nel 1991 e s’intitola Psihološko Propagandni Komplet (M-91). E’ un lavoro dalle atmosfere cupe, i testi sono ombrosi, i ritmi marziali, le melodie danzano su suoni frenetici, elettronici, funky, con spruzzate di rock e soul acidi e metallici. Rispecchia il clima jugoslavo del periodo, all’inizio di una crisi sconvolgente che si protrarrà per quattro anni. Fra i brani più riusciti c’è "Zdravo Damo" che diventa immediatamente una hit; all’inizio ricorda un pezzo dei Clash, poi cambia registro, con l’introduzione dei fiati e dei cori di Aleksandra Kovač, cantautrice serba, eletta regina degli MTV Europe Music Awards nel 2006, nonché figlia del famoso compositore Kornelije Kovač. Con questo lavoro Rambo Amadeus diviene ufficialmente uno degli artisti più in vista del panorama musicale balcanico. E lo confermano gli show in Slovenia e in Macedonia, i primi paesi a rendersi indipendenti, così come la comparsa al Sava Centar, gigantesco centro culturale e commerciale di Belgrado, il più grande auditorium della ex Jugoslavia, dove sono soliti esibirsi i migliori artisti internazionali (fra cui Gibonni, in programma per fine dicembre, di cui parleremo fra qualche mese). 

Ormai all’apice del successo, produce dischi anche nella seconda metà degli anni Novanta: sono Muzika za decu (1995), Mikroorganizmi (1996) e Titanik (1997). "Otis’o je svak valija", presente nell’ultimo lavoro, è un omaggio a Toma Zdravković, poeta, folk singer, bohemien, di origine serba, scomparso nel 1991, dopo una vita di stenti all’insegna della musica e dell’arte.

Don’t Happy, Be Worry seduce fin dal titolo e giunge nei negozi nel 2000, preceduto da "Laganese", brano caratterizzato da pesanti campionamenti, e dalla voce della giornalista norvegese Åsne Seierstad, che canta nella propria lingua, creando una curiosa sinergia con il timbro vocale di Rambo Amadeus. Pubblicato anche in Slovenia e in Croazia dalla Dallas Records – label croata che gestisce artisti come Danijela Martinović e Dorotea Dragović – mette chiaramente in campo la passione del musicista per il jazz, argomento sul quale, però, continua a sentirsi in imbarazzo: "Ci sono grandissimi artisti jazz", ci racconta, "ma io non sono un musicista di questa categoria, sono troppo stupido per il jazz. E troppo intelligente per il rock’n’roll. Preferisco mischiare, sperimentare".

Nel 2005 dà alle stampe un disco dal vivo e Oprem Dobro, il nono lavoro in studio. Interessante la prima traccia "Komedjia, tragedija, drama", che inizia come un brano di musica classica, per poi tornare all’ipnotismo alla Zappa, con una potente linea di basso e rimandi al jazz. Nel 2007 si esibisce in occasione dell’Alternative Rock Festival, a Belgrado, e nel 2008 incide il suo ultimo (per ora) album di inediti: Hipishizik Metafizik contiene dieci tracce, e vede la partecipazione di David Bižić, baritono serbo. Affronta nuove tematiche scientifiche e non a caso apre con "Biologija, neurofiziologija": "La scienza dà molte risposte", dice Rambo Amadeus, "e sono le uniche che possono essere utilizzate. Altre grandi risposte, infatti, non arrivano dalla scienza, e non possono essere impiegate per fini pratici".

Due anni dopo è all’Eurovision Song Festival che si tiene a Baku, in Azerbaijan. Presenta l’enigmatica canzone "Euro Neuro", "un grande titolo che dovrei vendere a qualche multinazionale", ironizza l’autore. Un corista lo affianca durante la performance indossando una camicia di forza, ricamata con frasi critpiche come "break dance", "give a chance to refinance" o "monetary". Nel 2013 arriva il nuovo singolo "O’Ruk On The Road Again", in compagnia dei Three Winnetous, preludio all’imminente nuova fatica discografica dell’instancabile Rambo Amadeus.

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