Serbia |  |

Quella certa gioventù

In occasione del Forum europeo svoltosi ad agosto in Austria, giovani dei Balcani hanno discusso sul loro ruolo nel passaggio dei loro paesi dalla pacificazione all’integrazione. Un appuntamento dove erano presenti i presidenti del Kosovo e dell’Albania. Assente ingiustificato il presidente serbo Nikolić. Riceviamo e pubblichiamo

06/10/2014, Branislav Radeljić -

Quella-certa-gioventu

Il centro congressi di Alpbach (Flightlog - Flickr.com)

Nel mese di agosto si è svolto ad Alpbach, in Austria, l’edizione 2014 del Forum europeo che, dalla sua fondazione avvenuta nel 1945, raccoglie studenti, docenti, imprenditori ed esperti di tutto il mondo, che si confrontano su temi di attualità e sulle loro possibile conseguenze, sia livello europeo che a livello globale.

Quest’anno, nell’ambito dei simposi politici, si è discusso del tema "Dalla pacificazione all’integrazione: come i giovani possono partecipare al futuro comune". Tema dibattuto, tra gli altri, dai presidenti del Kosovo e dell’Albania, Atifete Jahjaga e Bujar Nišani. Jahjaga ha spiegato che considera i giovani come un pilastro importante del progresso dei Balcani occidentali, così come nel contesto dell’integrazione regionale ed euro-atlantica. Secondo Nišani, i giovani hanno tutto il diritto di avere grandi aspettative nei confronti delle loro élite politiche. In definitiva, entrambi si sono trovati d’accordo nell’affermare che il ruolo dei giovani e della società civile è di importanza fondamentale, invitando così i presenti a impegnarsi maggiormente nel dialogo, in modo che il processo di pacificazione e la collaborazione regionale possa essere quanto più positivo.

Sebbene fosse prevista la partecipazione del presidente della Serbia, Tomislav Nikolić (senza l’indicazione „tbc“ – to be confirmed), nella versione finale del programma il suo nome non c’era perché aveva cancellato la sua presenza. I giovani sono rimasti delusi. Mentre alcuni hanno pensato che l’assenza fosse legata a motivi di salute o al timore di non riuscire a rispondere alle domande, altri hanno tentato di "giustificarla" con i vari problemi da risolvere in casa.

La maggioranza è rimasta però dell’idea che il presidente non abbia voluto partecipare a una discussione alla quale sarebbero stati presenti i presidenti di Kosovo e  Albania.

[…]

In realtà, com’è il rapporto dei giovani nei confronti del presidente Nikolić? Ad esempio, nel 2010 i giovani Socialdemocratici in una delle loro azioni lo hanno nominato  "Il più (anti)europeo dell’anno". Poco tempo dopo, gli stessi hanno chiesto che si controllassero i documenti delle sue proprietà immobiliari, perché "la maggior parte dei cittadini della Serbia può solo sognarsi di avere le proprietà da lui possedute". L’anno scorso i socialdemocratici gli hanno inoltre chiesto se "manterrà le promesse fatte in campagna elettorale e se parteciperà al gay Pride".

Quando si terrà il nuovo Pride (ndr: tenutosi lo scorso 28 settembre), avremo l’opportunità di vedere se il presidente sarà pronto a mettersi in capo alla colonna sventolando la bandiera multicolore dell’arcobaleno, come fece ai tempi indossando con orgoglio la maglietta con l’effige di Vojislav Šešelj, accusato di crimini di guerra.

[…]

Coscienti e preoccupati del suo volafaccia ideologico, di recente i giovani del Partito liberal-democratico (LDP – Liberalna demokratska partija) gli hanno regalato un mappamondo e la loro piattaforma programmatica, affinché potesse orientarsi meglio e capire in quale direzione deve andare la Serbia.

Dall’altra, i giovani del Partito Progressista Serbo (SNS – Srpska napredna stranka), sebbene molto più interessati al premier Aleksandar Vučić, sostengono il lavoro del presidente Nikolić. Nel 2011 la gioventù di questo partito aveva alzato la voce (così come oggi stanno facendo i giovani dell’opposizione) contro la censura su internet, perché i maggiori portali serbi avevano rifiutato di pubblicare le parole di sostegno "al loro Tomi", il quale aveva deciso di fare lo sciopero della fame per spingere l’allora governo a fissare le elezioni.

Nel ruolo di presidente, Nikolić si è rivolto più volte sia ai giovani del SNS sia a quelli dell’opposizione. In aprile ha invitato gli studenti a "non giocare" con lo studio: "Tutto ciò che volete studiare, fatelo da molto giovani. Io ho studiato ora e so quanto è difficile“. In quest’occasione si è inoltre rivolto alle matricole avvisandole di informarsi bene prima dell’iscrizione: "Non ho dubbi sul fatto che debbano esistere anche università private, ma ho dei dubbi sulla qualità che queste offrono“. In verità, questo è un messaggio importante per tutti i giovani serbi, rafforzato dallo scandalo dei dottorati plagiati dal ministro dell’Interno Nebojša Stefanović e dal presidente del Consiglio del comune di Belgrado Aleksandar Šapić, discussi presso le università Megatrend e Union.

Sia come sia, la decisione del presidente di cancellare la sua partecipazione e così non apportare un adeguato contributo al Forum europeo di Alpbah, dimostra la mancanza di serietà sia della sua persona sia del governo del paese.

I presidenti del Kosovo e dell’Albania hanno salutato con soddisfazione i presenti e assieme a loro hanno poi discusso dell’importanza dei giovani di tutta la regione, richiamandoli a organizzarsi e collaborare sempre di più. Anche se lo hanno dichiarato per soli fini promozionali dei due paesi, in questo caso non ha importanza. La sostanza è che la rappresentanza istituzionale serba non dovrebbe tirarsi indietro da questi incontri, scappando dai colleghi e dai giovani presenti i quali, con tutto il rispetto dovuto, non sono ben disposti nei confronti del Partito Progressista Serbo.

Dall’altra, quando si era dimesso da presidente del partito, a causa della sua candidatura alle presidenziali serbe, Nikolić aveva promesso: "Con orgoglio sarò presidente di tutti i cittadini e farò tutto ciò che è possibile affinché essi siano orgogliosi di me". Ciò che non è chiaro è se il presidente, come molti altri, ha capito che evitare le critiche o, ancora peggio, l’infondata condanna delle stesse, non può durare a lungo nell’Europa di oggi? Prima o poi, aggiramenti di questo tipo portano ad essere messi alla prova e inevitabilmente aprono nuove possibilità.

 

Commenta e condividi

La newsletter di OBCT

Ogni venerdì nella tua casella di posta