Quattro cittadini macedoni uccisi in Afghanistan
Tragico epilogo per i quattro cittadini macedoni rapiti di recente, mentre prestavano servizio per la compagnia multinazionale Ekolog in missione in Afghanistan. Rimpatriate le salme, a Tetovo e Skopje nel weekend si sono tenuti i funerali delle quattro vittime
Quattro cittadini macedoni sono stati uccisi in Afghanistan la scorsa settimana, dopo che erano stati rapiti l’11 marzo scorso. I funerali si sono tenuti a Tetovo e a Skopje l’altro ieri (20 marzo).
Besim Aliu, Fadil Zenuni e Ljuljzam Fidani di Tetovo, e Sabit Tapiri di Skopje, stavano lavorando in Afghanistan per la compagnia multinazionale Ekolog.
Sabato 11 marzo erano stati rapiti nella provincia meridionale di Kandahar, ai confini con la provincia di Helmand.
Per più di una settimana dal loro rapimento, sono circolate informazioni contraddittorie sul loro destino. Le prime indiscrezioni che fossero stati condannati a morte dal leader talebano Mula Mohammad Omar e successivamente uccisi, erano state in principio smentite in assenza di conforme ufficiali.
Le fonti ufficiali si erano trattenute da qualsiasi dichiarazione e non erano state in grado di dare informazioni fino alla conclusione della vicenda.
"Vi prego di pazientare", aveva dichiarato il ministro degli Esteri macedone Ilinka Mitreva la scorsa settimana, cercando di calmare i media, "dovete capire che siamo obbligati dal rispetto per le famiglie dei rapiti a rilasciare solo dichiarazioni che sono confermate, qualunque sia il destino dei nostri compatrioti".
La compagnia aveva lanciato un’immediata operazione di soccorso, impiegando la sua squadra di emergenza. Vantando una forte presenza e operazioni condotte con successo sia in Afghanistan che in Iraq, la compagnia Ekolog ha sviluppato una certa esperienza nei negoziati coi rapitori e nella liberazione del suo staff.
"La nostra gente è a Kandahar e sta lavorando al caso. Ci attendiamo delle informazioni. Appena le avremo le renderemo pubbliche e informeremo i familiari", aveva dichiarato il portavoce della Ekolog da Dusseldorf, Ljumiri Bexheti.
La Ekolog il mese scorso era riuscita a far liberare altri due ostaggi macedoni, rapiti in Iraq, dietro pagamento di un riscatto.
Questa volta la cosa non è andata a buon fine.
Lo scorso venerdì, è giunta la conferma della morte dei quattro cittadini macedoni rapiti.
I corpi delle vittime sono stati trovati dalle forze USA, in un campo minato nella zona di Kandahar. Durante il trasporto a Kabul, organizzato dalla polizia afgana, una della auto della polizia ha urtato una mina sulla strada e 5 poliziotti afgani sono rimasti uccisi.
Successivamente i corpi sono stati identificati da un collega della Ekolog.
"Le autorità di Kabul ci hanno informato che i corpi dei 4 lavoratori, rapiti l’11 marzo, sono stati ritrovati", aveva riportato la direzione della compagnia di Dusseldorf.
"Siamo profondamente rattristati", hanno detto alla Ekolog. "I nostri sforzi per liberarli non hanno dato risultati".
Il ministero degli Esteri macedone ha rivolto le condoglianze alle famiglie delle vittime e ha provveduto un immediato rientro delle salme con un volo speciale.
"Esprimiamo le nostre più sentite e sincere condoglianze alle famiglie di Sabit Tahiri, Fadil Zenuni, Besim Aliu e Ljuljzam Fidani", ha dichiarato Emil Kirjaz, segretario al ministero degli Esteri. Aggiungendo inoltre che ogni sforzo è stato compiuto per assicurare un immediato rientro delle salme.
Tetovo si è avvolta di tristezza durante il weekend e il sindaco Hazbi Lika ha dichiarato un giorno di lutto nella città, invitando a rinviare ogni manifestazione sportiva e culturale. Lettere di solidarietà sono giunte da ogni parte, inclusa l’ambasciata USA di Skopje.
Le famiglie delle vittime sono distrutte. Il più giovane, Besim Aliu, aveva solo 24 anni, con una moglie da poco sposata in attesa di un bambino. Aliu aveva tre anni di esperienza in Iraq e in Afghanistan.
I vicini e gli amici hanno aiutato le famiglie nelle preparazioni delle celebrazioni.
"È brava gente. Erano là per guadagnare, e avevano aiutato gli altri, i poveri. Erano adati là per cercare dei mezzi di sussistenza, perché questo nostro paese è povero", dice la gente di Tetovo.
Altri sono palesemente amareggiati.
"So bene qual è la situazione in Iraq e in Afghanistan. L’ho provato di persona, ho lavorato diversi mesi in Iraq. Questa è una tragedia. Non ho parole", ha detto Kani Rexhepi di Tetovo.
Nonostante gli appelli del ministero degli Esteri macedone di non andare a lavorare in paesi con un alto rischio di sicurezza, si stima che tra i 1200 e i 1400 cittadini macedoni stiano lavorando in Iraq e in Afghanistan. Molti dei quali sono impiegati nella compagnia Ekolog, che è una grande subappaltatrice per le forze alleate in questi due paesi.
Lo stipendio mensile che percepiscono i lavoratori in Iraq o in Afghanistan si aggira attorno ai 1500 euro, solitamente con la copertura di tutte le altre spese.
Nonostante il grande rischio, in Macedonia non cessa l’interesse di andare a lavorare in Iraq o in Afghanistan. Secondo alcune informazioni, circa 5.000 cittadini macedoni sono in lista di attesa. A seguito delle "nuove circostanze", secondo quanto detto dalla Ekolog, l’invio di lavoratori in Afghanistan e in Iraq è stato temporaneamente sospeso.
Alcuni informazioni, giunte attraverso i parenti, dichiarano che una delle vittime aveva appena chiamato a casa la sera prima del rapimento, dicendo che sarebbero andati in una missione rischiosa il giorno seguente, motivo per cui avrebbero dovuto indossare degli abiti da talebani.
Secondo le leggi talebane, gli stranieri rapiti per la prima volta vengono rilasciati con la raccomandazione di lasciare l’Afghanistan. Se catturati la seconda volta, vengono uccisi.
Il corteo funebre a Tetovo è stato seguito da migliaia di persone. La città era vuota, eccetto nelle vicinanze delle salme, dove numerosi amici e parenti si sono uniti nel cordoglio. Anche il responsabile dell’Ufficio della Ekolog di Tetovo, Nazim Destani, ha partecipato alla processione. Una delle vittime era suo parente.
Sabit Tahiri, di Skopje, era un noto musicista ed ex membro della rinomata "Egzija" orchestra.
I funzionari della compagnia non hanno dato risposta ai numerosi giornalisti sulla questione del rimborso alle famiglie delle vittime. A giudicare dalla condotta altamente responsabile da parte della Ekolog nel salvataggio degli altri due cittadini macedoni lo scorso mese in Iraq, con il pagamento di un alto riscatto, si direbbe che la compagnia tratti i suoi impiegati correttamente.
Tuttavia, c’è una forte sensazione di risentimento tra la gente, contro la compagnia o i mediatori delle assunzioni o che assumono direttamente i cittadini macedoni in Iraq e in Afghanistan.
Questo è il secondo caso in cui cittadini macedoni vengono uccisi in un paese ad alto rischio di sicurezza.
Nel 2004, tre cittadini macedoni di Kumanovo furono rapiti in Iraq. Dalibor Lazarevski, Dragan Markovic e Zoran Naskovski furono i primi macedoni ad essere rapiti in Iraq. La loro morte fu confermata ufficialmente da una squadra speciale del governo dopo un esame della videoregistrazione della loro esecuzione, avuta originariamente da Al Jazeera.