Quanta frutta e verdura si mangia nell’Ue e nei Balcani?

Con il progetto EDJNet siamo andati a verificare il livello del consumo di frutta e verdura in Europa e in alcuni paesi dei Balcani. Se Italia e Spagna sono al top, arrancano come peggiori della classe Bulgaria e Lettonia

15/11/2019, Francesca Bertin -

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Frutta e verdura in Nouveau Larousse Illustré, 1898 (foto: Rawpixel Ltd/Flickr CC BY 2.0 )

Mangiare frutta e verdura quotidianamente è fondamentale per la nostra salute, in questo modo assumiamo nutrienti essenziali, fibre e diminuiamo il rischio di obesità e lo sviluppo di patologie quali il diabete. Secondo uno studio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, il consumo di frutta e verdura aiuta anche a prevenire la comparsa di malattie cardiovascolari e alcuni tipi di tumori, ad esempio al tratto gastrointestinale.

Il consumo di frutta e verdura a livello globale varia a seconda della condizione economica dei paesi considerati. Nei paesi meno sviluppati il consumo medio è al di sotto dei 100g al giorno, invece nei paesi dell’Europa occidentale si aggira attorno ai 450g. Tuttavia esistono situazioni differenti all’interno della stessa Unione europea. Una recente ricerca ripresa dallo European Data Journalism Network si è occupata di elaborare i dati forniti da Eurostat sul consumo di frutta e verdura nei paesi membri.

In media nell’Ue il 64% della popolazione assume quotidianamente frutta e verdura (fresca o congelata). In alcuni stati quali Italia, Spagna e Portogallo, il consumo è ampiamente sopra la media europea. È superiore anche in Slovenia, dove il 68,7% della popolazione assume frutta almeno una volta al giorno (solo il 2,3% la consumano meno di una volta a settimana e lo 0.8% dichiara di non farne mai consumo). In Croazia solo il 45,7% della popolazione consuma frutta almeno una volta al giorno.

La Bulgaria invece detiene il penultimo posto tra i 28 stati dell’Ue: il 36,6% della popolazione mangia frutta una volta al giorno, l’11,2% meno di una volta alla settimana e l’1% non ne assume mai.

E la verdura?

Per quanto riguarda il consumo di verdura più di due terzi (70,5%) della popolazione slovena la mangia una volta al giorno, l’1,4%% meno di una volta alla settimana e lo 0.7% non ne mangia affatto. Le percentuali croate per il consumo di verdura una volta al giorno o meno di una volta alla settimana sono di nuovo inferiori rispetto a quelle slovene, anche se solo lo 0,2% della popolazione afferma di non mangiare mai verdura.

La Bulgaria si dimostra più propensa ad un maggiore consumo di verdura che di frutta, infatti il 44,8% della popolazione la assume una volta al giorno, il 5,9% meno di una volta a settimana e lo 0.4% non la mangia mai.

L’analisi Eurostat prende anche in considerazione Serbia e Macedonia del Nord. I dati registrati non si discostano molto dai paesi dell’Ue vicini. Il 63,9% della popolazione serba consuma verdura almeno una volta al giorno e solo il 3,4% meno di una volta a settimana. In Macedonia del Nord invece il 54,6% della popolazione assume verdura almeno una volta al giorno, l’1,6%% meno di una volta alla settimana e lo 0,1% non ne assume mai.

Educare a un’alimentazione sana

Educare a mangiare sano è diventato obiettivo anche dell’Unione europea, la quale finanzia progetti per la distribuzione settimanale di frutta e verdura nelle scuole. Secondo i rapporti consegnati alla Commissione europea dal ministero dell’Istruzione dei singoli stati membri in merito al numero di alunni delle scuole coinvolte, in Slovenia nell’anno scolastico 2017/2018 sono stati coinvolti in questi programmi 169.438 alunni delle scuole primarie a fronte di una popolazione studentesca di 271.918 ragazzi di età compresa tra i sei e i diciotto anni.

In Croazia più della metà degli alunni delle scuole primarie e secondarie è stata coinvolta nel progetto (346.874 alunni su 502.793). In Bulgaria il coinvolgimento è stato pressoché totale a livello di scuola primaria e materna: 470.885 alunni su 488.883 hanno infatti partecipato all’iniziativa di distribuzione di frutta e verdura nelle scuole.

Questo articolo è pubblicato in associazione con lo European Data Journalism Network  ed è rilasciato con una licenza CC BY-SA 4.0

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