Promesse da marinaio
La Francia si oppone all’abolizione del regime di visto per i cittadini bosniaci e albanesi che intendano viaggiare in Europa. Lo scontro tra Parigi e Bruxelles, dopo la vicenda dei rom, si trasferisce ai Balcani occidentali. Con gravi conseguenze per l’immagine dell’Unione nella regione. Pubblichiamo il commento dello European Stability Initiative in lingua inglese
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(Foto Gughi Fassino)
Secondo la Commissione Europea, Albania e Bosnia Erzegovina hanno fatto tutto quanto loro richiesto per poter accedere ad un regime di abolizione dei visti nell’area Schengen. Il parere è stato espresso dai commissari il 14 settembre scorso, dopo due anni di monitoraggio delle riforme attuate dai due Paesi nel settore in esame. Anche i cittadini albanesi e bosniaci dunque – dopo quelli di Serbia, Montenegro e Macedonia – potrebbero iniziare a circolare liberamente in Europa. Il governo francese, tuttavia, giovedì scorso si è opposto al parere positivo espresso dalla Commissione, bloccando ogni progresso in questa ormai annosa vicenda.
Il conflitto aperto tra Parigi e Bruxelles sui rom, dunque, sembra ora trasferirsi ai Balcani, con gravi conseguenze non solo per i cittadini dei Paesi interessati, ma per la stessa immagine dell’UE nella regione. Bosniaci e albanesi potrebbero diventare ostaggi di una partita che non li riguarda, quella tra la politica dell’Unione e quella dei suoi Stati membri, o di alcuni di essi.
Le condizionalità poste per il percorso dei Balcani occidentali verso l’Europa riguardano le riforme o sono una questione politica? L’autorevole centro studi European Stability Initiative pubblica un commento sulla questione, che qui riportiamo nella versione inglese, che ripercorre le tappe della vicenda esortando l’Europa a mantenere le proprie promesse. In gioco non c’è solo la libertà di movimento, ma la credibilità dell’UE.