Primo maggio di lotta
Università occupate, dipendenti pubblici in rivolta e migliaia di persone che su Facebook chiamano alla mobilitazione per un primo maggio contro il governo a Zagabria. La crisi in Croazia a poche settimane dal voto
Gli studenti hanno occupato le università delle quattro principali città croate, e già da due settimane boicottano le lezioni. Per il 12 maggio è stato proclamato lo sciopero dei dipendenti pubblici (ospedali, scuole e istituzioni culturali). Su Facebook, 58 mila persone si sono date appuntamento per il primo maggio, festa internazionale del lavoro, nella piazza principale di Zagabria, sotto lo slogan (rivolto al governo) "Stringete voi la cinghia, banda di ladri!", per la protesta di "tutti i soggiogati".
La Croazia è in fermento, e tutto ciò avviene a ridosso delle elezioni amministrative del 17 maggio che vedono il partito al governo, l’HDZ (Unione Democratica Croata) del premier Ivo Sanader, in forte difficoltà. Gli analisti ritengono che un debole risultato dell’HDZ e la sua perdita di potere a livello locale, insieme all’alto livello di insoddisfazione diffuso tra l’opinione pubblica, potrebbe portare ad un periodo di instabilità politica e ad elezioni politiche anticipate. Queste potrebbero tenersi probabilmente in concomitanza con le presidenziali, a fine 2009 o inizio 2010, visto l’approssimarsi della scadenza del secondo e ultimo mandato del presidente Stjepan Mesić, come previsto dalla Costituzione croata.
Anche se in pubblico le autorità non mostrano segni di nervosismo, è evidente che sono decisamente preoccupate per lo sciopero degli studenti. Mentre con i sindacati divisi, forse, possono raggiungere qualche compromesso, con gli studenti le cose sono molto più difficili. In questo momento nessuno ha un controllo politico sulla loro rivolta. Gli studenti rivendicano il diritto all’istruzione gratuita e al giusto riconoscimento dei loro studi. Secondo loro, in Croazia il sistema di valori sociali è seriamente compromesso, per cui il sapere del singolo non ha alcun valore, mentre vigono criteri completamente diversi. Una volta terminati università e dottorato, devono aspettare alcuni anni per trovare lavoro, e quando lo trovano è spesso misero e sottopagato.
Impensabile trovare lavoro senza contatti importanti e conoscenze altolocate: "Se non sei membro di qualche partito, se non hai parenti o amici stretti che ricoprono qualche funzione di alto livello, o se non sei disposto a pagare mazzette per ottenere un lavoro, non hai alcuna possibilità", afferma Tihomir, studente della Facoltà di filosofia di Osijek, che manifesta insieme ai suoi compagni.
Ciò che infastidisce particolarmente gli studenti è che, una volta trovato lavoro, il titolo ottenuto dopo anni di studio e grazie ai molti soldi spesi dalle loro famiglie per l’istruzione non basta per far vivere loro una vita dignitosa. Il sapere è sottostimato, e lo status nella scala sociale si calcola con altri parametri. Oggi, in Croazia, ad avere successo sono gli imprenditori con capitale di dubbia provenienza, persone vicine agli ambienti criminali, metà della gente che gravita nel mondo sportivo, e poi i politici, a cui si collegano molti affari di corruzione e vari scandali finanziari.
Mentre il paese è in recessione e centinaia di persone ogni mese restano senza lavoro, mentre il governo parla di risparmio e di stringere la cinghia, si diffonde nel paese la notizia dell’affare HDZ, il partito del premier Ivo Sanader, che avrebbe acquistato una costosissima auto blindata BMW al costo di circa 3,5 milioni di kune (quasi mezzo milione di euro). Quando i media hanno portato alla luce lo scandalo, l’HDZ ha deciso in tutta fretta di rivendere l’auto, ma dato che non è stato trovato alcun acquirente, ora sembra intenzionato a restituirla al venditore.
Continua anche l’indagine parlamentare sul traffico illegale di camion militari, un affare in cui si sospetta che i danni per lo stato siano di circa 10 milioni di kune (circa 1,3 milioni di euro). Quando questa storia è stata scoperta, a capo del ministero della Difesa c’era Berislav Rončević che, in seguito allo scadere del mandato, è stato spostato da Sanader al ministero dell’Interno. E’ stato poi sollevato dall’incarico l’autunno scorso, ma non per l’affare dei camion militari, di cui si iniziava a parlare al tempo, bensì per la sua comprovata incapacità nel risolvere il problema della violenza e degli assassini a Zagabria di persone conosciute all’opinione pubblica.
Sfortunatamente, la corruzione e la criminalità sono altrettanto diffusi anche nell’opposizione. Il sindaco di Zagabria, Milan Bandić, membro del partito di opposizione socialdemocratico (SDP), è immischiato in una serie di affari finanziari e scandali di vario genere. Questo non ha impedito al suo partito, il secondo per importanza in Croazia, di ricandidarlo alla poltrona di sindaco alle prossime elezioni del 17 maggio. Tutto ciò ha generato un’apatia sociale in cui inizia a prevalere il sentimento che tutte le opzioni politiche siano equivalenti, perché pensano unicamente a conquistare il potere per mettere le mani su ingenti quantità di denaro pubblico.
Secondo gli analisti, la rivolta studentesca e la proclamazione dello sciopero del personale medico e dei dipendenti dell’istruzione e della cultura, si parla di circa 180 mila persone, insieme all’invito partito da Facebook di una manifestazione di "tutti i soggiogati" per il primo maggio, trova terreno fertile non solo per il generale clima di eccezionale recessione, ma anche a causa della diffusa corruzione e del crimine organizzato. Anche se il governo, con le sue dichiarazioni, si schiera dalla parte di chi combatte contro questi mali sociali, finora polizia e giustizia si sono occupati soltanto di pesci piccoli. E anche quando i media portano a galla i pesci più grossi, come nel caso dell’ex ministro della Difesa e poi degli Affari Interni, le indagini vengono tirate per le lunghe e ostacolate.
Nessuno dà per certo che la scesa in piazza in massa di "tutti i soggiogati" potrà mutare il clima che c’è in questo momento in Croazia. Anche se si intravedono dei segnali di collegamento tra la rivolta studentesca e gli altri "soggiogati", ci si chiede se questo potrà realmente avvenire. Quello che è certo, è che la Croazia sta entrando in una calda estate politica.