Politici sotto accusa, il caso Buckovski

Vlado Buckovski, accusato di malversazione, è il primo ex premier ad affrontare un processo in Macedonia, dopo essere stato privato dell’immunità dal parlamento in un clima di roventi polemiche tra maggioranza e opposizione

10/09/2007, Risto Karajkov - Skopje

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Buckovski nei panni di ministro della Difesa accoglie Donald Rumsfeld

Lo scorso 20 agosto il parlamento macedone ha privato dell’immunità Vlado Buckovski , ex primo ministro e oggi parlamentare del Partito Socialdemocratico Macedone (SDSM) la principale forza di opposizione. Dopo tre settimane di fermento politico, seguite alle accuse di abuso d’ufficio rivolte a Buckovski, il parlamento ha quindi stabilito che l’accusato dovrà difendersi in tribunale.

La maggioranza parlamentare ha così confermato la controversa decisione già presa il 1 agosto dalla Commissione per i Mandati e le Immunità. Buckovski diventa il primo ex premier a dover apparire di fronte ad una corte di tribunale.

Il ministro degli Interni, a fine luglio, aveva accusato Buckovski, il generale in pensione Metodi Stamboliski e Mitre Petkovski, direttore della MZT FOP, un grande complesso metallurgico, di abuso di ufficio e malversazione in occasione dell’ordinazione di grandi quantitativi di pezzi di ricambio per carri armati.

Secondo queste accuse, mentre era ministro della Difesa, nel 2001, Buckovski avrebbe ordinato dalla MTZ un’enorme quantità di pezzi di ricambio per carri del vecchio tipo T 55, quattro volte più del necessario. Il generale Stamboliski avrebbe poi firmato la richiesta di acquisto. Subito dopo però l’esercito, in linea con le riforme necessarie all’avvicinamento alla Nato, ha deciso di ritirare i vecchi tank, così che, al momento della consegna, i pezzi di ricambio sono stati del tutto inutili. L’esercito ha quindi cercato di rispedirli al mittente, ma la MZT ha insistito per essere pagata, riuscendovi grazie ad un accordo di compensazione autorizzato da Buckovski. Adesso, però, le autorità finanziarie affermano che in realtà si sia trattato di una manovra organizzata volta a sottrarre 3 milioni di euro dalle casse dello stato.

Il generale Stamboliski e il direttore della MZT, Petkovski, sono stati presto arrestati. L’ex premier era invece protetto dall’immunità parlamentare.

Nella tarda serata del 1 agosto, la Commissione per i Mandati e le Immunità si è riunita d’urgenza per decidere sull’eventuale revoca dell’immunità. La riunione si è presto trasformata in una rissa tra il partito di governo, il VMRO (Organizzazione Rivoluzionaria Interna Macedone) e i socialdemocratici. Svetlana Jakimova, presidente della commissione e membro del VMRO, dopo accese discussioni, ha infine revocato l’immunità di Buckovski. I rappresentanti del SDSM hanno però contestato la chiusura della riunione, e non hanno permesso alla Jakimova di lasciare la stanza. Sarebbe seguito un violento scambio di insulti e addirittura il lancio di bottiglie tra le due parti contendenti.

Il giorno successivo il SDSM ha accusato la Jakimova di aver abusato dei propri poteri di presidente della commissione. L’accusata ha risposto un paio di giorni dopo protestando contro i membri socialdemocratici che non le hanno consentito di lasciare la stanza delle riunioni.

Probabilmente non è casuale la scelta della commissione di riunirsi proprio mentre Buckovski era fuori dal paese, in vacanza in Grecia. Avvertito in tutta fretta dai propri colleghi di partito, Buckovski si è presentato in largo ritardo di fronte alla commissione, dopo aver accusato la polizia di averlo trattenuto alla frontiera in modo illegale.

"Sono riuscito, nonostante tutto, ad essere presente a questa riunione", ha detto Buckovski di fronte alla presidente della commissione, "anche se so bene che nel vostro copione avrei dovuto essere assente".

Dopo il trambusto seguito alla riunione della commissione, riportato dai media il giorno successivo, nella mattinata del 3 agosto Buckovski si è presentato davanti al giudice, che doveva decidere se l’ex premier avrebbe dovuto raggiungere gli altri due accusati in prigione, mentre attivisti del SDSM si radunavano di fronte al tribunale, sostenendo che la democrazia in Macedonia è sotto attacco e richiedendo la presenza dell’OSCE all’udienza.

Un rappresentate dell’organizzazione si è davvero recato al tribunale, ma non è potuto entrare in aula, visto che la legge consente la presenza soltanto dei giudici e della difesa.

Dopo sette ore di riunione, il giudice Katica Jovanovska ha sentenziato che Buckovski avrebbe potuto restare in libertà, pur decretando che avrebbe dovuto riconsegnare il proprio passaporto e rimanere a Skopje.

Buckovski è uscito dal tribunale da eroe, per la gioia catartica della folla radunatasi di fronte al palazzo di giustizia.

"Abbiamo vinto la battaglia per la libertà. Quelle per la democrazia e la legalità continuano", ha poi dichiarato Buckovski, aggiungendo "mi difenderò da uomo libero".

Secondo il suo avvocato, Nikola Polenak, Buckovski è riuscito a presentare buoni argomenti a suo favore in aula, arrivando a mettere la corte a conoscenza di elementi a lei sconosciuti.

Buckovski è stato accusato per gli stessi fatti nel 2002, dall’allora ministro degli Interni Ljube Boskovski, attualmente in attesa di giudizio per crimini di guerra al tribunale dell’Aja. Allora, però, le accuse non vennero accolte dalla procura e il caso non arrivò in tribunale.

"Ci hanno già provato una volta, e le accuse non hanno retto", ha ripetuto più volte Buckovski, secondo il quale si tratta di una persecuzione organizzata dal governo.

"Hanno sottovalutato il SDSM. Pensavano che non fossimo uniti", ha detto l’ex premier.

Buckovski è stato emarginato dal suo partito dopo essere entrato in contrasto col suo mentore politico, l’attuale presidente Branko Crvenkovski, fino ad esserne quasi espulso non molto tempo addietro.

"Per fronteggiare questa minaccia per il paese, il Partito Socialdemocratico supererà le vanità personali e si mostrerà unito", ha esclamato Buckovski, che dopo aver ricevuto le accuse sembra aver riguadagnato posizioni all’interno del partito.

Alla fine, i parlamentari hanno dovuto accorciare le proprie vacanze per decidere in via definitiva, in seduta plenaria, sull’immunità di Buckovski. Dopo un paio di giorni di dibattito arroventato, la maggioranza del VMRO è riuscita a privarlo definitivamente dell’immunità, mentre l’opposizione si è astenuta.

Secondo esperti legali, questo è avvenuto perché la legge non dice chiaramente se la sola Commissione per i Mandati e le Immunità ha il potere di revocare la protezione dei parlamentari, o se sulla materia debba decidere l’intero parlamento.

Se da una parte i socialdemocratici interpretano l’intera vicenda come un attacco alla democrazia, dall’altra c’è chi ha commentato la questione sottolineando come Buckovski ha evitato la prigione solo in quanto politico, e che i tribunali usano doppi standard.

Alcuni giorni dopo il generale Stamboliski è stato rilasciato su cauzione. Il terzo accusato, Petkovski, è ancora detenuto.

Adesso si aspetta il processo, il primo che vede un ex primo ministro sul banco degli accusati. Il caso segna un forte precedente nella giurisprudenza macedone.

Gli altri politici sono avvertiti.

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