Pendarovski, il nuovo presidente della Macedonia del Nord
Stevo Pendarovski, candidato dei socialdemocratici, è il nuovo presidente della Macedonia del Nord. Nonostante la vittoria il premier Zaev ha annunciato un rimpasto per ridare slancio alle riforme
Stevo Pendarovski è il quinto presidente della Macedonia del Nord. Al suo secondo tentativo (nel 2014 aveva vinto il presidente in carica Gjorge Ivanov) ha sconfitto la candidata dell’opposizione Gordana Siljanovska-Davkova.
"Conformemente all’articolo 121 del Codice elettorale, Stevo Pendarovski è stato eletto presidente dopo aver ricevuto la maggioranza dei voti dai cittadini che hanno votato", ha dichiarato lunedì 6 maggio il presidente della Commissione elettorale statale (SEC), Oliver Derkovski.
Nel ballottaggio del 5 maggio Pendarovski, sostenuto dalla coalizione di governo di SDSM e DUI e numerosi piccoli partiti, ha raccolto il 51,66% dei voti (436.212), mentre Gordana Siljanovska-Davkova, sostenuta dal partito di opposizione VMRO-DPMNE, ha ottenuto il 44,73% (377.713).
Raggiungere la maggioranza era in qualche modo un compito più facile, per Pendarovski, che raggiungere il quorum del 40%. Al primo turno, l’affluenza si era infatti fermata al 41,79%, cioè a 755.702 elettori: la più bassa mai registrata alle elezioni presidenziali. Pertanto, al secondo turno, tutti i partiti si sono impegnati a convincere l’elettorato a presentarsi alle urne. Alla fine, domenica 5 maggio, 844.360 su 1.808.131 elettori registrati (46,70%) hanno votato in uno dei 3.512 seggi elettorali.
Secondo gli osservatori internazionali, il secondo turno delle elezioni presidenziali è stato tranquillo e ben gestito. Tuttavia, continuano a preoccupare le carenze normative.
Reazioni post-elettorali
Poche ore dopo la chiusura dei seggi elettorali, quando i primi risultati hanno mostrato il raggiungimento del quorum, Pendarovski ha fatto la sua prima apparizione come presidente eletto affermando che sarà il presidente di tutti i cittadini e opererà nel loro interesse.
"Sarò un capo di stato di cui non vi vergognerete", ha detto Pendarovski, aggiungendo che la gente ha deciso "che dobbiamo andare avanti insieme".
"Oggi abbiamo visto un paese orgoglioso, una nazione saggia, una vittoria della maggioranza dei cittadini della Macedonia del Nord, indipendentemente dall’appartenenza etnica o politica. Oggi i cittadini hanno vinto e io li servirò umilmente", ha detto Pendarovski.
Dall’altro lato, VMRO-DPMNE e Gordana Siljanovska-Davkova hanno sottolineato di aver ottenuto più voti rispetto al primo turno. "In caso di elezioni parlamentari anticipate, VMRO-DPMNE otterrà il maggior numero di seggi", si legge nella dichiarazione del partito. In un lungo discorso, Siljanovska-Davkova ha ammesso la sconfitta senza congratularsi apertamente con Pendarovski per la vittoria.
"I numeri mostrano una sconfitta. Di solito, chi perde ci rimane male, ma non mi sono mai sentita meglio, più calma e con le idee più chiare", ha dichiarato Siljanovska-Davkova in una conferenza stampa presso la sede del partito. "I risultati mostrano che questo governo sta perdendo legittimità. L’opzione delle elezioni parlamentari anticipate dovrebbe essere seriamente presa in considerazione", ha affermato.
Il leader di VMRO-DPMNE Hristijan Mickoski ha continuato sullo stesso tono, dichiarando che Gordana Siljanovska-Davkova avrebbe perso solo con la falsificazione o l’ingegneria elettorale. "Oggi abbiamo assistito a irregolarità, ricatti, minacce, pressioni e tangenti. Questi non sono valori europei o macedoni", ha dichiarato Mickoski.
Tuttavia, gli osservatori nazionali e internazionali non hanno riscontrato irregolarità significative. Ci sono stati diversi casi di voto di famiglia o acquisto di voti, ma questi non avrebbero influenzato il risultato.
"La giornata elettorale è stata ben preparata, armoniosa e pacifica", ha affermato Corien Jonker dell’Ufficio OSCE per le istituzioni democratiche e i diritti umani (ODIHR). "Tuttavia, la democrazia non si riduce al giorno delle elezioni. Serve la volontà politica per garantire che riforme giuridiche veramente inclusive siano seguite da una coerente attuazione che costruisca e mantenga la fiducia dei cittadini".
Marie-Christine Dalloz, capo della delegazione dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (APCE), ha ribadito le conclusioni dell’ODIHR, sottolineando che "alcuni problemi ricorrenti nel processo elettorale rimangono irrisolti, in particolare la necessità di riformare il codice elettorale e, in generale, il sistema politico, per coinvolgere nuovamente i cittadini e assicurare la loro partecipazione attiva a prescindere dall’origine etnica".
Congratulazioni
Dopo il successo del secondo turno, i media regionali e locali hanno riportato le congratulazioni dei paesi vicini. Sia Anagnostopoulou, ministro supplente degli Esteri greco, ha twittato che "la Macedonia del Nord ha chiuso con il passato nazionalista della VMRO. Dopo l’accordo di Prespa, i nostri vicini mostrano che sono determinati ad andare avanti, superando tutti gli ostacoli nazionalisti".
Il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg ha twittato che non vede l’ora di lavorare con Pendarovski "ad accogliere la Macedonia del Nord come 30° membro della NATO".
Anche i funzionari UE Jean-Claude Juncker e Donald Tusk si sono congratulati con Pendarovski, ribadendo l’inequivocabile impegno dell’Unione europea verso la prospettiva europea dei Balcani occidentali. "Poiché il processo di adesione è guidato dal merito e basato su una profonda riforma in ciascun partner, vi incoraggiamo a perseguire il percorso della Macedonia settentrionale di riforme reali e a ritmo sostenuto. Potete contare sul nostro assoluto sostegno per i vostri sforzi", si legge nella nota.
Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti si è congratulato con Pendarovski in una lettera in cui elogia le elezioni come pacifiche e competitive e riconosce che il risultato rappresenta la volontà del popolo.
"Gli Stati Uniti sono un partner forte della Macedonia settentrionale. Non vediamo l’ora di lavorare con il Presidente eletto Pendarovski, il governo e tutti i partiti politici mentre la Macedonia del Nord si prepara a diventare il 30° membro dell’Alleanza della NATO e avanza verso il proprio futuro nell’Unione europea".
Lezioni apprese
Più importanti dei risultati sono le lezioni che l’élite politica ha detto di aver appreso da queste tornate elettorali. Una delle principali questioni da affrontare è la scarsa affluenza alle urne. Una delle soluzioni più facili è quella di abolire il quorum al secondo turno, come raccomandato dalla Commissione di Venezia e dagli osservatori internazionali. Tuttavia, servono soluzioni più profonde. La passività dell’elettorato è il risultato diretto dei cattivi governi precedenti e delle promesse non mantenute di quello attuale.
Dopo il pareggio tra Pendarovski e Siljanovska-Davkova al primo turno, il primo ministro Zoran Zaev ha annunciato un rimpasto di governo. Dopo aver chiuso con successo l’accordo di Prespa, il governo non ha più scuse per non mantenere le promesse di giustizia e prosperità, soprattutto ora che l’SDSM guida l’esecutivo, la stragrande maggioranza dei comuni e la carica di presidente.
"Oggi inizio le valutazioni", ha continuato Zaev, "insieme ai miei più stretti collaboratori, perché questa è la mia preoccupazione principale". Ci saranno avvicendamenti all’interno di ministeri, imprese pubbliche e società per azioni statali, ma anche all’interno del partito stesso, ha dichiarato Zaev. "Intendiamo farlo nel più breve tempo possibile, perché è ora di mettersi al lavoro", ha aggiunto. "Il paese ha un presidente, il vento in poppa, e ciò che dobbiamo fare è cambiare alcune strutture di gestione e alcuni ufficiali che hanno mostrato debolezze".
È evidente che Zaev non ha più scuse. Se non mantiene ciò che ha promesso, probabilmente sarà la VMRO-DPMNE a vincere le prossime elezioni parlamentari nel 2020. Tuttavia, anche l’UE deve mantenere gli impegni; il paese sta ancora aspettando la data promessa per l’inizio dei negoziati. La Macedonia del Nord ha mantenuto gli impegni sulle relazioni di buon vicinato ed elezioni con standard europei. Ora è tempo che i partner dell’UE mantengano ciò che hanno promesso. Il tempo sta finendo.