Lo stato d’emergenza in Serbia, entrato in vigore dopo l’omicidio del premier Zoran Djindjic, è terminato il 22 aprile. Dopo 42 giorni sull’onda di un’imponente azione di polizia, denominata "Sciabola" che ha portato nelle carceri serbe migliaia di sospetti e accusati di crimini e di partecipazione ad attività criminali, la Serbia e i suoi cittadini cercano ora di far ritorno alla normalità politica e allo stato ordinario.
Che lo stato di emergenza non abbia lasciato segni è difficile dirlo. Al livello dei partiti c’è stata un’evidente ridefinizione dei loro assetti politici e soprattutto dei loro rating. Scontata la crescita dei consensi attorno al partito del defunto premier, Partito democratico (DS), che sale in testa al primo posto (alcuni sondaggi lo danno al 50%). Seguono il partito di Kostunica, trovatosi in serie difficoltà a causa degli attacchi del governo, e in non rare occasioni posto in relazione con l’attentato al premier. Il DSS, nonostante la perdita di consensi, rimane pur sempre uno dei partiti maggiori. Guadagna invece una discreta posizione la neo formazione partitica dei G17, gruppo di economisti raggruppati tempo fa in una ONG e trasformatasi recentemente in partito politico. In particolare lo scontro tra l’attuale premier Zivkovic e il governatore della Banca Centrale, Mladjan Dinkic, membro del G17, ha messo in luce il peso politico che il partito degli economisti può avere, posizionato al terzo posto come importanza e consenso elettorale.
Chi sicuramente risulta sconfitto dallo stato di emergenza è l’SPS di Milosevic, i Radicali di Seselj (SRS) e il partito del defunto Arkan, SSJ. Questi partiti sono stati marginalizzati sulla scena politica locale per ovvi motivi, i leader dei primi due sono al banco di prova de L’Aja, mentre l’ultimo dopo la morte del controverso Zeljko Raznatovic Arkan, dell’arresto della moglie, la cantante Ceca, non avrà certo la possibilità di oltrepassare la soglia del 4% per entrare in parlamento.
I sondaggi condotti nel mese di aprile a ridosso dello scadere dello stato di emergenza confermano, se pur con dati a volte contrastanti, la prospettiva qui delineata.
Benché la DOS sia il primo partito, si presenta, tuttavia, il problema di come far funzionare una coalizione di 15 partiti senza la figura chiave del defunto premier. Sembra da escludersi, invece, la possibilità di un avvicinamento del G17 al DSS, ma in politica non si può dire mai nulla di definitivo. In effetti un avvicinamento c’era già stato, ma dopo le recenti vicende del DSS e gli arresti di uomini vicini a questo partito è difficile che ciò possa accadere di nuovo. Il G17 comunque potrebbe diventare un ago della bilancia, soprattutto terminato lo stato di emergenza, quando i partiti cercano di riprendere posizione. Per ora è solo la DOS (leggi DS) che ha avuto il maggior vantaggio dallo stato d’emergenza. Da un lato c’è chi pensa che sia normale sfruttare l’occasione per rinforzare il proprio consenso. "Se non facessero così i politici non sarebbero tali", ha commentato un analista su ‘Politika’.
per approfondire vedi anche:
– La Serbia dopo Djindjic