Parlamento croato: offese agli omosessuali

Mentre alcuni deputati avanzano una proposta di legge sulle unioni di fatto e sull’estensione dei diritti alle coppie omosessuali, dai banchi del partito del premier volano invettive e insulti omofobici contro la comunità gay croata

29/03/2006, Drago Hedl - Osijek

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Due organizzazioni non governative in Croazia, che promuovono i diritti degli omosessuali – Iskorak e Kontra – hanno deciso di denunciare al Parlamento dell’Unione europea alcuni rappresentanti parlamentari per aver rilasciato delle dichiarazioni molto offensive durante la discussione sulla proposta di Legge sulla registrazione delle unioni di fatto dei membri delle comunità dello stesso sesso. La proposta di questa legge è stata avviata al Parlamento da due deputati, Sime Lucin del Partito socialdemocratico (SDP) e dal dott. Ivo Banac, deputato indipendente. Ma, la discussione che è stata fatta a tal proposito presso il più alto organismo statale, il Parlamento, è stata – secondo i membri della comunità croata gay e lesbica – estremamente offensiva, omofobica e razzista.

"Informeremo Bruxelles in che modo si discute al Parlamento croato. Manderemo le trascrizioni per poterli convincere sul modo in cui in Croazia viene discusso di comunità dello stesso sesso e di registrazioni delle unioni di fatto. L’HDZ, i cui rappresentanti sono stati i primi nelle dichiarazioni omofobiche, si presenta come un partito serio, filoeuropeo, ma nella discussione parlamentare su questo tema si sono mostrati in una veste diversa" – dice Kristian Grdjan del team di legali di Iskorak.

I due deputati, che hanno proposto la legge, hanno chiesto l’estensione dei diritti alle unione di fatto e dello stesso sesso, chiedendo che detta legge – in alcuni segmenti – venisse parificata ai diritti di cui godono i partner sposati, come i diritti sull’eredità, i diritti sull’assicurazione per la salute e la pensione, sui rapporti di proprietà-legali e sulla sicurezza sociale.

Nella discussione pubblica che si è tenuta durante la proposta di Legge sulla registrazione delle unioni di fatto, gli omosessuali croati hanno accettato una soluzione di compromesso, rinunciando alle tre questioni più delicate: sono stati d’accordo che i loro diritti non facessero parte della Legge famigliare, non hanno nemmeno chiesto che l’unione dello stesso sesso venisse definita matrimonio e non hanno chiesto il diritto all’adozione dei bambini. Ma, nonostante ciò hanno incontrato non soltanto un muro di incomprensioni, ma anche una valanga di offese.

"La comunità dei fratelli caldi (termine beffardo per gli omosessuali, ndr.) non garantisce una casa calda per i bambini", ha detto con un gioco di parole il rappresentante della HDZ, Vladimir Stengl, nonostante nella Legge sulle comunità dello stesso sesso non sia stata proposta da nessuna parte la possibilità di adottare i bambini.

"Esercitate violenza sulla mentalità croata, relativizzate l’istituzione del matrimonio e della famiglia. Dio ha creato Adamo ed Eva come coppia eterogenea", ha detto il rappresentante della HDZ Petra Mlinaric, e la deputata dello stesso partito, Lucija Cikes, ha constatato che "l’intero universo è eterosessuale", ed adesso, con la proposta di Legge sulla registrazione delle unioni di fatto si desidera "fare dell’uomo un omosessuale".

Copertina del Feral Tribune (23.03.2006)

Il presidente dell’associazione gay Iskorak, Dorino Manzin, dice al "Ferale Tribune" di Spalato che la discussione che è stata fatta sulla proposta di Legge sulla registrazione delle unioni di fatto "era più consona ad una trattoria che al Parlamento". "I politici dovrebbero creare un’atmosfera di tolleranza nella società, e non lo fanno, anzi espongono dei pregiudizi da strada e pronunciano termini come ‘fratelli caldi’. Per ciò abbiamo deciso di far sapere al Parlamento europeo, ma anche alle altre istituzioni internazionali, le dichiarazioni più importanti della discussione parlamentare, perché non vogliamo vivere in una società ipocrita che applica un tipo di diritti in casa, e un altro tipo fuori".

La rispettabile commentatrice del settimanale di Zagabria "Globus", Jelena Lovric dice che l’HDZ a proposito della discussione sulla comunità degli omosessuali dovrebbe scusarsi in pubblico, perché "l’obbligo di un partito al governo è di promuovere la tolleranza e di proteggere tutti i gruppi di minoranza". Ma la Lovric avverte anche su un altro aspetto, che discussioni del genere possono provocare: l’HDZ ha dimostrato ancora una volta una quantità insopportabile di ottusità e di fobia. Un’intera minoranza, questa volta sessuale, prima si trattava delle minoranze etniche e politiche, è stata esposta alle offese, all’insulto e all’inimicizia. Quando un domani, a seguito di queste urla e di questa ira, dovesse rimanere vittima una persona innocente – chi risponderà? I deputati che in pubblico incitavano contro gli omosessuali?"

I membri della popolazione gay croata, a causa delle loro inclinazioni sessuali, fino ad ora sono stati spesso il bersaglio di attacchi non solo verbali ma anche fisici. L’ultimo nella serie di questi attacchi è successo all’inizio di marzo, quando un gruppo di violenti è entrato nel club Santos a Zagabria dove si teneva un party gay privato, il cosiddetto Rainbow party. Una decina di persone, membri del gruppo Iskorak, hanno chiesto aiuto medico dopo che, senza nessun motivo, sono stati attaccati da un gruppo di hooligans. Il party gay privato era di tipo chiuso, ma ciò non ha impedito ai violenti di entrare nella sala e cominciare ad affrontare gli omosessuali.

"Non abbiamo provocato nessuno, e la violenza che è stata fatta su di noi era causata solo dal nostro orientamento sessuale" – ha detto Dorino Manzin, presidente del gruppo Iskorak. E il membro della squadra di legali di questa organizzazione gay, Kristian Grdjan, ha annunciato che la loro associazione eseguirà uno studio sugli attacchi contro i gruppi omosessuali, con un particolare riferimento alla mancata reazione del governo. "Ormai è diventata una legge non scritta che tutti questi attacchi vengano approvati in modo tacito", dice Grdjan.

Non è da molto che gli omosessuali croati lottano in modo più decisivo per i propri diritti, uscendo apertamente in pubblico e dichiarandosi come membri della comunità dello stesso sesso. Ma, in una società profondamente conservatrice come quella croata, incontrano poca comprensione. Ancora di recente, durante una discussione al Parlamento croato, i rappresentanti del Partito croato dei contadini li hanno definiti malati e si hanno proposto di farli curare. Soltanto nel 1977 in Croazia, che allora faceva ancora parte della Jugoslavia, "la lussuria contro la natura", come veniva chiamato il rapporto fra uomini, ha smesso di essere un reato punibile dalla legge,

Ma, soltanto negli anni novanta la comunità gay croata inizia ad apparire più apertamente in pubblico, e il primo "Gay pride" a Zagabria, la manifestazione pubblica a favore dei diritti degli omosessuali, è stata tenuta nel 2002. Al tempo fu sostenuta anche dall’allora ministro degli affari interni, Sime Lucin, lo stesso che adesso propone la Legge sulla registrazione delle unioni di fatto, rifiutata dal Parlamento croato. Nonostante Lucin fosse apparso allora al gay pride come ministro degli affari interni, rivolgendosi alla folla dicendo "Amatevi e lottate per i vostri diritti", la parata era assistita dalle forze di polizia. Così è stato pure al successivo incontro degli omosessuali, fatto che conferma soltanto quale sia il livello d’intolleranza della società croata verso coloro i quali hanno un diverso orientamento sessuale.

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