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Parlamento che cerchi, social media che trovi

Le attività del Parlamento europeo (PE) coprono uno spettro enorme di temi. Per il comune cittadino, interessato a seguire i lavori dell’istituzione che lo rappresenta a livello comunitario e le posizioni dei vari deputati sulle tematiche più disparate, non è facile orientarsi.

Alcuni strumenti ormai affermati ed altri innovativi, possono però aiutare chi vuole saperne di più di cosa succede nelle aule di Bruxelles, Strasburgo e Lussemburgo (il PE, infatti ha ben tre sedi istituzionali).

Partiamo dagli strumenti più diffusi. Innanzitutto Facebook, con la pagina dedicata del Parlamento, che conta circa 1.300.000 “mi piace”, e da cui si può accedere ad altre pagine rilevanti, come quelle dei deputati europei presenti sul social network, e dei vari gruppi politici presenti in aula.

Ci sono poi i vari account del Parlamento su Twitter, nelle varie lingue ufficiali dell’Unione europea. Riportiamo qui quello in italiano (@Europarl_IT, 35mila follower) e in inglese (@Europarl_EN, 37mila follower). Da non dimenticare poi la lunga carrellata (più di 1300 video) del canale del Parlamento su YouTube, da cui si ha facile accesso a molti canali correlati alle attività dell’assemblea elettiva europea.

Per chi ama immagini ed infografiche, uno strumento particolarmente intrigante è la pagina del PE su “Pinterest”, social media nato nel 2010 e dedicato alla condivisione di fotografie, video ed immagini.

E per chi non avesse tempo di navigare molte fonti diverse, ed è interessato soprattutto alle posizioni espresse dai vari membri del Parlamento, esistono utili aggregatori come EPNewshub, dove le attività social dei deputati vengono non solo inserite in un unico spazio, ma anche raggruppate tematicamente. Oppure l’altrettanto interessante EUWatch, con sezioni dedicate anche alle prossime elezioni europee.

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Brevi

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    27/08/2024, Redazione -

  • Lo sport è spesso un grande generatore di storie di riscatto individuale e sociale, e le Olimpiadi di Parigi non hanno fatto eccezione. Tra le tante storie, quella di Božidar Andreev però si fa notare. 

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