Panem et circenses, il governo serbo e TV Pink
Un’inchiesta del Centro per il giornalismo investigativo della Serbia (CINS) mette in luce le strette relazioni tra uno dei canali TV più visti della regione e il governo serbo
(Originariamente pubblicato da OCCRP il 2 giugno 2016, titolo originale: Bread and Circuses: How Connected is Serbia’s Most Watched TV Channel? )
Due contratti pubblicati il 30 maggio dal Centro serbo per il Giornalismo Investigativo (CINS), mostrano come un’agenzia governativa serba sia stata generosa nel fornire aiuti finanziari ad un canale televisivo privato, noto soprattutto per la produzione di reality show, telenovele e talent show tipo “American Idol”. Il popolare canale privato TV Pink, guardato ogni giorno da milioni di persone nei Balcani, è stato anche una piattaforma per la propaganda filo-governativa.
Recentemente, nel bel mezzo di una raffica di rivelazioni che insinuano illeciti compiuti da parte di alcune delle più alte cariche della Serbia, il canale si è discostato dai suoi tipici contenuti di intrattenimento, mandando in onda teorie cospiratrici circa un supposto colpo di stato.
I documenti pubblicati da CINS mostrano che la Pink International Company, che possiede il canale, ha ricevuto prestiti e garanzie del valore di almeno 3,9 milioni di euro da una società statale creata nel 2005 con l’obiettivo di aiutare gli esportatori serbi: l’Ente di Assicurazione e Credito per le Esportazioni serbe (AOFI)
Mentre l’opinione pubblica non era a conoscenza di questi accordi tra Pink e l’agenzia di Stato, le relazioni tra il network e il governo non sono state invece una sorpresa per molti giornalisti serbi.
Un’agenzia governativa generosa
Dopo che Miroslava Milenović , membro del Consiglio Anti-Corruzione della Serbia, ha detto alla TV N1 che Pink ha ricevuto un prestito di vari milioni da AOFI alla fine di novembre dello scorso anno, i giornalisti di CINS hanno iniziato a verificare questa affermazione.
Il 3 dicembre i reporter hanno inviato una richiesta di informazioni ad AOFI, domandando documenti riguardanti questo prestito e altre attività finanziarie tra AOFI e i suoi clienti. Hanno ricevuto una risposta, ma non i dati richiesti.
I giornalisti si sono lamentati con il Commissario serbo per l’Informazione Pubblica, Rodoljub Šabić , il quale ha chiesto poi spiegazioni ad AOFI nel merito della richiesta inevasa.
AOFI a quel punto ha risposto al reclamo facendo sapere a Šabić ed ai giornalisti che “gli accordi commerciali con Pink International Company sono coperti da segreto professionale e non possono essere comunicati a terzi.”
Il Commissario si è espresso però a favore dei giornalisti, affermando che le informazioni richieste sono di interesse pubblico. Nel frattempo ha multato AOFI due volte per un totale di 200.000 dinari serbi (1.600 euro). Il 16 maggio Šabić ha rilasciato una dichiarazione nella quale afferma di aver richiesto al governo di far rispettare la sua decisione: costringere AOFI a pubblicare i dati richiesti.
Šabić ha dichiarato che il diritto al segreto professionale non può essere chiamato in causa quando sono coinvolte spese pagate con fondi pubblici, scrive CINS.
Mentre attendevano per quasi sei mesi per le informazioni richieste, i giornalisti CINS hanno guardato nel registro delle imprese serbe ed hanno ottenuto alcuni documenti che dimostrano che AOFI ha fornito aiuti finanziari a Pink in almeno due occasioni, per un totale di 3.9 milioni di euro. Ecco cosa hanno trovato.
Nell’agosto 2014, AOFI ha firmato un contratto con Pink International nel quale si afferma che, per volere di Pink, AOFI ha emesso una garanzia del valore di 2.5 milioni di euro presso la banca AIK.
Il contratto, datato 8 Agosto 2014, afferma che AOFI detiene un diritto di prelazione sui crediti finanziari che Pink ha nei confronti di due compagnie pubbliche di telecomunicazione nei paesi limitrofi: BH Telecom in Bosnia Erzegovina e MTEL in Montenegro.
Quattro mesi dopo, in dicembre, AOFI ha concesso a Pink International un prestito del valore di 1.4 milioni di euro per finanziare nuovi contratti che Pink ha siglato con le due compagnie di telecomunicazione. Il contratto tra AOFI e Pink è stato firmato da Dejan Vukotić (direttore di AOFI) e Željko Mitrović (proprietario di Pink) il 10 dicembre 2014. Tra le varie garanzie, Mitrović ha offerto anche dei vaglia su altre società di sua proprietà.
Considerando l’obiettivo delle attività di AOFI, che è di aiutare gli esportatori serbi, si potrebbe anche spiegare il sostegno ad uno dei canali più popolari della televisione regionale, ma non il fatto che, nel corso del 2014, Pink International è stato nominato tra i più grandi debitori fiscali da parte delle autorità competenti.
Secondo le regole di AOFI, al fine di ricevere qualsiasi tipo di aiuto da parte dell’agenzia, una società deve fornire ad AOFI un documento delle autorità fiscali, col quale si certifica che la compagnia in questione è in regola col pagamento delle tasse.
Secondo i dati delle autorità fiscali, al 31 dicembre dello stesso anno, Pink aveva un debito complessivo di oltre 3.5 milioni di euro, riporta CINS. Un altro documento pubblicato da CINS mostra anche che tre giorni prima che una garanzia da parte di AOFI venisse rilasciata, Pink doveva ancora almeno 1.5 milioni di euro di tasse. La decisione di estendere la scadenza entro la quale Pink doveva pagare queste tasse (che avrebbe reso Pink in grado di ottenere l’aiuto) non venne presa in tempo. Secondo un report del Consiglio Anti-Corruzione del 18 dicembre dello stesso anno, Pink ritardava i pagamenti del suo debito fiscale.
Né AOFI né Pink si sono mostrati disponibili a fornire risposte ad una serie di domande dei giornalisti di CINS. Alcune di queste sono: su quali basi Pink era in condizione di ricevere un prestito, dato che la società era uno dei più grandi debitori fiscali in quel momento? Qual è l’oggetto del contratto nel quale AOFI ha approvato un prestito a Pink, e perché AOFI non ha mai presentato le informazioni richieste, anche dopo la decisione del Commissario per l’Informazione Pubblica?
Tuttavia, dopo che il quotidiano serbo Danas ha pubblicato le rivelazioni di CINS, Mitrović ha risposto alle accuse con una lettera.
Nella lettera egli afferma come Pink non presenti alcun debito nei confronti di qualsiasi ente bancario o altro istituto finanziario. Mitrović sostiene inoltre che il prestito proveniente da AOFI, del valore di 3.9 milioni di euro, è stato ripagato totalmente il 23 marzo di quest’anno, interessi compresi.
Mitrović ha sottolineato che il gruppo che compone Pink International Company – TV Pink, Air Pink e City Records, ha realizzato un utile di 71 milioni di euro nel 2015, con 30 milioni di euro provenienti dalle esportazioni del prodotto. Secondo Mitrović, questo rende Pink uno dei più grandi esportatori di tutta la Serbia.
Tuttavia, un articolo pubblicato da Danas , nel quale i suoi giornalisti analizzano i dati della Camera di commercio, scopre che Pink non risulta nemmeno tra i primi 100 esportatori serbi.
Nella sua lettera Mitrović scrive anche che il gruppo Pink l’anno scorso ha pagato più di 10 milioni di euro di tasse e contributi.
Come CINS mette in evidenza in seguito alla pubblicazione della lettera, Mitrović non ha mai negato nessuno dei fatti che l’articolo gli attribuisce, né ha dato risposta alle domande di CINS.
“Con questo, il signor Mitrović ancora non spiega come ha ricevuto un prestito da parte di AOFI sebbene i dati mostrino che possedeva in quel momento un debito col fisco. Oltretutto non è ancora chiaro per quali attività la Pink International Company ha ricevuto aiuto da AOFI.”
CINS sottolinea come Mitrović abbia avuto la possibilità di rispondere alle accuse mosse dall’articolo quando, quasi due settimane prima della pubblicazione, i giornalisti hanno proposto un’intervista alla quale lui non ha mai risposto. CINS ribadisce che l’invito per un’intervista con il signor Mitrović è ancora aperto.
Colpo di stato in prima serata
Il pubblico di tutti i paesi balcanici è rimasto sconvolto quando, ai primi di novembre dello scorso anno, Pink si è preso una pausa dalla sua regolare dieta di serie televisive, sit-com, talk show, reality e talent show per mandare in onda uno speciale TV intitolato “Rušenje Vučića” (Rovesciare Vučić ) – dove un certo numero di funzionari governativi, personalità mediatiche ed altre figure di spicco sostenevano che i centri di potere occidentali e un certo numero di individui stavano preparando un colpo di stato.
In quella occasione molti funzionari di governo si sono trovati sulla difensiva per quanto riguarda le notizie provenienti da altri media, tra cui OCCRP, partner della Rete serba di investigazione su Crimini e Corruzione (KRIK) , che sostengono il loro coinvolgimento in una serie di presunte attività criminali. Queste notizie sono passate in secondo piano su Pink ed altri media filo-governativi impegnati a riportare di un supposto complotto atto a destabilizzare la Serbia.
Lo spettacolo televisivo ha raggiunto il culmine di quella che alcuni osservatori chiamano “guerra dei tabloid”, come battaglia tra i media anti e i filo-governativi, per presentare le rispettive versioni della realtà.
Uno dei principali bersagli dello speciale TV è stato il proprietario di Kurir, uno dei giornali più diffusi della Serbia. Aleksandar Rodić, proprietario di Kurir, è stato accusato di mirare direttamente ad infangare la reputazione del primo ministro Aleksandar Vučić, con l’intento di rovesciare il governo.
Secondo Rodić, lo speciale TV non è stato altro che un mezzo per alimentare le accuse lanciate da Informer, un tabloid filo-governativo. Dragan Vučićević, redattore capo e proprietario di Informer, era un ospite dello speciale TV.
Lo spettacolo televisivo ha ospitato anche un controverso uomo d’affari, Miroslav Bogićević, il quale era appena stato rilasciato di prigione per reati finanziari e che ha accusato Rodić di rapporti con la criminalità organizzata.
L’obiettivo principale dello speciale TV era quello di raccogliere consensi per l’arresto di Rodić, ha affermato egli stesso durante un’intervista rilasciata a OCCRP nel novembre 2015.
Alla Difesa del Governo!
Alcuni giorni prima dello speciale TV, Informer ha condotto una serie di attacchi contro Rodić per le notizie pubblicate da Kurir le quali accusavano di corruzione il sindaco di Belgrado, Siniša Mali. Tali accuse derivavano dalle indagini di alcuni giornalisti investigativi di KRIK .
Per Kurir era insolito pubblicare articoli di critica riguardanti funzionari di governo, soprattutto nei confronti di qualcuno così vicino al primo ministro come era Mali. Prima di allora Kurir era noto come sostenitore del governo.
Informer ha avviato immediatamente una campagna diffamatoria contro Rodić, con la quale gli si chiede di rispondere alle accuse in una lettera pubblica denominata “Perdonami Serbia ”.
Rodić ha detto a OCCRP che era giunto il momento di mettere le sue carte in tavola, pubblicare la lettera e confessare il suo coinvolgimento nella macchina propagandistica del governo che tentava di “migliorare la realtà” agli occhi dell’opinione pubblica serba.
Nella lettera egli dichiara che Vučićević, proprietario di Informer, e Željko Mitrović, proprietario di Pink TV, erano stati coinvolti nella campagna elettorale di Aleksandar Vučić.
“Eravamo convinti che questo fosse un bene per la Serbia” si legge nella lettera.
La lettera afferma che i proprietari e i giornalisti dei mezzi di comunicazione serbi temevano per il loro lavoro e per il loro futuro, in particolare viene fatto il nome di Mitrović, il quale è costretto ad eseguire gli ordini del governo a causa di vari motivi.
Il giorno dopo che questa lettera venne pubblicata andarono in onda su Pink quattro ore di speciale Tv.
Più che semplici amici
Nella sua intervista a OCCRP dello scorso 14 novembre Rodić avanza diverse motivazioni per le quali crede che Mitrović sia agli ordini del governo. Una di queste è rappresentata dal processo in corso che vede coinvolto il figlio di Mitrović, Aleksandar, il quale nel luglio 2013 ha ucciso una ragazza in un incidente con omissione di soccorso . Un’altra ragione da lui nominata è la misteriosa morte di overdose dell’amante di Mitrović, trovata in una stanza d’albergo che era stata prenotata quella notte dalla società di Mitrović .
Il controllo del governo su Pink è stato confermato anche in precedenza da un ex responsabile per l’informazione del governo serbo, Vladimir “Beba” Popović , in un talk show nel mese di giugno 2014.
Vučić stesso, in un’intervista alla TV1, ha detto che “c’è solo una rete televisiva privata che sostiene il lavoro del governo. Questa è Pink, ed ha tutto il diritto di farlo”, riporta Cenzolovka .
Le più recenti scoperte di CINS dimostrano però che il rapporto tra Pink e il governo è basato, più che su speculazioni di ricatto o simpatia tra le due parti, su una chiara connessione finanziaria.
Secondo le precedenti inchieste di CINS, Pink TV è stata molto generosa con il Partito Progressista Serbo (SNS) durante le loro campagne elettorali.
Dato che molti mezzi di comunicazione serbi offrono sconti ai partiti politici che intendono pubblicizzare le loro campagne, non dev’essere una sorpresa che anche Pink abbia fatto lo stesso.
Tuttavia l’SNS ha ricevuto uno sconto per la messa in onda della sua campagna durante le elezioni locali nel 2013 addirittura del 92%.
Giornalisti sotto attacco
Secondo un certo numero di giornalisti investigativi locali i media indipendenti in Serbia sono fortemente repressi.
Tuttavia, come mostrano le osservazioni di CINS, questo non vuol dire che l’attuale governo serbo non fornisca supporto ad alcune compagnie mediatiche.
Oltre ai numerosi giornalisti che accusano i servizi statali di intercettazione , le organizzazioni dei media indipendenti e i loro giornalisti spesso si trovano ad essere bersaglio di dure campagne diffamatorie condotte dai media filo-governativi privati.
Diverse emittenti indipendenti, come BIRN , KRIK e CINS, sono state vittime di queste campagne diffamatorie, attribuibili in particolare ad Informer, attirando l’attenzione dell’organizzazione Index on Censorship che si occupa di mappare le violazioni nei confronti dei giornalisti.
Il feroce attacco contro Stevan Dojčinović, capo redattore di KRIK, ne è un recente esempio. Vučićević (che in precedenza aveva confermato le sue relazioni amichevoli con il premier Vučić ) attraverso Informer ha condotto una campagna diffamatoria contro Dojčinović, accusando lui e i suoi colleghi di cooperare con i servizi segreti stranieri, lanciando falsi scandali, e di essere parte di un’organizzazione di spionaggio che mira a indebolire il governo.
Vučićević ha ribadito tali accuse in un’intervista a Pink TV a metà marzo. Mentre gli attacchi di Informer a KRIK non sono una novità, questa volta Vučićević ha rivelato i dettagli di un’inchiesta sui beni immobiliari del primo ministro al quale KRIK stava ancora lavorando. Il quotidiano ha anche pubblicato i nomi delle persone con cui KRIK avrebbe parlato, tra cui le potenziali fonti.
L’intervista di Vučićević ha aperto una questione scottante rimasta senza risposta fino ad oggi: come faceva a sapere in anticipo cosa KRIK avrebbe pubblicato ?
Qualunque sia la risposta, il livello di simpatia tra il governo serbo ed alcune organizzazioni di media locali – veloci ad attaccare chiunque critichi l’esecutivo – ricorda la situazione in diversi altri paesi della regione, come Macedonia, Russia o Ungheria.
“Il primo ministro ha preso il controllo della maggior parte dei media in Serbia, in particolare delle reti televisive nazionali, ma anche di quelle locali,” ha detto Branko Čečen, direttore di CINS, a Index on Censorship . “Il suo piccolo esercito di social-media sta terrorizzando internet. Tutto ciò è abbastanza desolante e frustrante.”
Questa pubblicazione è stata prodotta nell’ambito del progetto European Centre for Press and Media Freedom, cofinanziato dalla Commissione europea. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l’opinione dell’Unione Europea. Vai alla pagina del progetto