Oltre i confini: il viaggio verso una nuova vita
Da migrante irregolare a imprenditore, attraverso Spagna, Belgio e Francia. La storia del cittadino armeno “Vahe”, seppur di successo, riflette le difficoltà di migliaia di migranti dopo anni di lavoro nero in Europa, tra documenti e paura costante

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© Budimir Jevtic/Shutterstock
Oggi, quando Vahe (nome di fantasia), 35 anni, apre le porte della sua pensione ai turisti nelle strade assolate di Nizza, è difficile immaginare che dietro questo successo si nasconda un lungo e doloroso viaggio. È in Europa da dieci anni, ma ricordare il suo passato spesso lo segna profondamente.
“Quando ho lasciato l’Armenia per la Spagna, non avevo idea di cosa mi aspettasse. Sapevo solo che dovevo partire e provare a iniziare una nuova vita. È stata una delle decisioni più difficili della mia vita”, ricorda.
Inizialmente, ha trovato rifugio a casa di un amico in Spagna, ma poi ha dovuto cavarsela da solo. “A casa del mio amico, stavamo cenando quando sua madre mi disse che era ora di andarmene. Mi sembrò uno schiaffo, ma mi svegliò anche. Pochi giorni dopo, avevo un nuovo indirizzo.”
La lotta per sopravvivere
Dopo aver lasciato la casa del suo amico, Vahe ha condiviso l’affitto con un gruppo di giovani, tutti immigrati clandestini che cercavano di guadagnarsi da vivere.
Per sopravvivere, accettava ogni tipo di lavoro: edilizia, bar, lavoretti. Ha imparato nuovi mestieri, come ricorda ancora con stupore: “Non avrei mai immaginato che un giorno sarei stato in grado di costruire qualcosa o riparare attrezzature. Ma la vita mi ha costretto a imparare. Ricordo con orgoglio e sorpresa il giorno in cui avevano urgente bisogno di un artigiano che potesse riparare i pavimenti: ho imparato il lavoro da un giorno all’altro.”
Con l’aiuto di una ragazza spagnola, ha iniziato anche a imparare la lingua, prima a parole isolate, poi a frasi complete. Oggi Vahe parla quasi fluentemente. Esplorando l’Europa, si è reso conto di vedersi in un altro paese europeo.
Nuove tappe
Vahe si è trasferito in Belgio da un parente. Questo è stato un punto di svolta cruciale nella sua vita. Il parente non solo gli ha fornito un alloggio, ma lo ha anche aiutato ad adattarsi alla vita europea. Qui, Vahe ha proseguito gli studi da autodidatta e ha iniziato a imparare il francese.
Ma non è stato facile. Per anni, la mancanza di documenti gli ha impedito di lavorare legalmente. Ha dovuto lavorare in nero, senza garanzie. “A volte sognavo persino di lavorare come netturbino, solo per avere un contratto regolare. Ma anche quello era impossibile per me.”
In Belgio, Vahe ha iniziato a cercare lavoro da remoto. Ha lavorato per una stazione radio francese, svolgendo attività di traduzione, e in seguito ha ricevuto un’offerta per un lavoro in loco. Sebbene la paga fosse bassa, gli ha dato la speranza di potersi finalmente lasciare alle spalle il suo status di migrante irregolare.
Tre anni fa, ha finalmente ottenuto i documenti. “Quel giorno è stato come rinascere. La paura dell’espulsione era sparita. Potevo lavorare, guadagnare soldi e pensare al futuro.”
Vahe ha potuto lavorare senza paura, comprare una casa a Nizza e aprire la sua guesthouse. Secondo lui, questo è uno dei suoi più grandi successi: “Ogni mattina, quando mi sveglio e vedo i sorrisi dei miei ospiti, mi rendo conto che è valsa la pena di affrontare tutte quelle difficoltà.”
Amore: dal web alla realtà
Un altro punto di svolta importante nella vita di Vahe è stata la sua storia d’amore. Tre anni fa, ha incontrato la sua compagna online. “All’inizio pensavo fosse solo una chiacchierata, ma col passare dei giorni ho capito che ci intendevamo davvero. Oltre lo schermo, ho trovato la mia dolce metà”, ricorda Vahe con un sorriso.
Tuttavia, la loro relazione ha dovuto affrontare dure difficoltà. Vahe non può tornare in Armenia a causa di problemi con i documenti e la sua ragazza ha difficoltà con il visto. Ha provato diverse volte a ottenerlo, ma si è spesso imbattuta in truffatori.
“Mi hanno detto che se non avessi pagato, la mia compagna non avrebbe ottenuto il visto Schengen. Ero disposto a fare qualsiasi cosa per portare qui la mia amata. In tre anni, ho buttato via circa 15mila euro. Quando sono arrivato in Armenia, ho capito di essere stato ingannato. Ho scoperto che la nostra famiglia non era l’unica vittima; anche altri erano stati ingannati”, spiega Vahe.
“Ogni volta che ci separiamo, il mio cuore si spezza. Ma speriamo che un giorno finalmente vivremo nella stessa casa”, aggiunge.
Vahe rifiuta l’idea che la sua compagna vada in Europa illegalmente. Dice che è un percorso estenuante, che lui stesso ha intrapreso stupidamente. “Ero molto giovane, ho fatto molte cose stupide e, senza la mia famiglia al mio fianco e il mio desiderio di imparare, non ce l’avrei fatta. Ora il mio obiettivo è comprare una casa e sposarmi in Armenia. Continuerò a gestire la mia guesthouse a Nizza, ma il mio prossimo passo è aprirne una in Armenia, dato che ora ho una notevole esperienza nel settore”, riflette Vahe.
La storia di Vahe ci ricorda che il percorso della migrazione è raramente lineare o facile. Un inizio irregolare, lavoro in nero, problemi con i documenti e un futuro incerto: questa è la realtà per molti migranti, e non tutte le storie hanno un lieto fine.











