Nuove elezioni in Kosovo, la stabilità resta una chimera

Il Kosovo va ancora una volta ad elezioni anticipate, confermando una profonda instabilità politica che rischia di avere ricadute negative soprattutto durante la pandemia. I primi sondaggi danno Vetëvendosje largamente favorito

05/02/2021, Arta Berisha - Pristina

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(foto © vepar5/Shutterstock)

Il Kosovo va alle elezioni anticipate per la quinta volta dall’indipendenza di 13 anni fa, faticando ancora una volta a raggiungere la stabilità politica ed economica di cui avrebbe tanto bisogno, soprattutto in tempo di pandemia. A gennaio, dopo che la Corte costituzionale del Kosovo ha dichiarato illegale l’elezione del governo di Avdullah Hoti, la presidente facente funzione Vjosa Osmani ha sciolto il parlamento e ordinato alla commissione elettorale di prepararsi a nuove elezioni per il 14 febbraio.

Brisilda Kaciu ha solo 22 anni, ma ha già votato in tre elezioni. "Ho votato per la prima volta nel 2017, poi nel 2019, e ora nel 2021", ha detto a OBCT, aggiungendo che votare così spesso non aiuta il Kosovo a raggiungere stabilità e progresso.

"Il tempo passa, ma non ci aspettiamo che nulla cambi in meglio in tempi rapidi. La maggior parte delle decisioni prese dai politici si basa su interessi politici egoistici e non mira a migliorare il benessere della popolazione", osserva Brasilda, che studia Lingua e letteratura tedesca presso l’Università di Pristina.

Nuovi problemi, vecchie soluzioni

Da quanto visto durante la campagna pre-elettorale, gli esperti di politica ed economia in Kosovo non vedono i partiti intenzionati ad affrontare i problemi economici e sociali della vita di tutti i giorni, come procurarsi i vaccini contro il Covid-19 e combattere la corruzione.

"Nessun partito offre soluzioni ai problemi sociali ed economici del Kosovo. Ciò che attualmente sentiamo è una ripetizione di ritornelli da precedenti campagne elettorali. Ci vengono offerte soluzioni vecchie e fallimentari per problemi nuovi e complessi, soprattutto per quanto riguarda l’impatto economico della rivoluzione digitale e della pandemia”, ha detto ad OBCT Kujtim Dobruna, presidente di Economic Initiative for Kosovo, un’organizzazione senza scopo di lucro con sede a Vienna.

Secondo l’esperto, la stabilità politica è ora più che mai necessaria, dal momento che il Kosovo sta attraversando una delle crisi più gravi e di vasta portata dal 1999. "La contrazione economica dovrebbe attestarsi intorno all’8 per cento per il 2020", aggiunge Dobruna.

Dardan Velija, attivista per le politiche pubbliche, critica le élite politiche del Kosovo per aver trasformato le elezioni in un semplice strumento per assicurarsi il potere. "Elezioni così frequenti, al servizio dei partiti e senza reali possibilità di cambiamento, hanno seriamente danneggiato il potenziale di sviluppo economico e sociale del Paese", ha detto Velija a OBCT.

Serbeze Haxhiaj, redattrice della radio-televisione pubblica, osserva che ancora una volta "le promesse di condurre una vigorosa battaglia contro il crimine e la corruzione hanno dominato la campagna elettorale in vista delle elezioni parlamentari, ma i dettagli di questi piani sono difficili da trovare".

La questione più urgente è trovare i vaccini contro il Covid-19, ma il governo ha invece allentato le restrizioni anti-pandemia durante la campagna elettorale, mentre molti paesi europei impongono nuovi lockdown e diversi paesi vicini hanno iniziato a vaccinare la popolazione.

Inoltre, alcuni partiti politici organizzano grandi manifestazioni elettorali al chiuso con decine di sostenitori, senza rispettare basilari raccomandazioni come mascherine e distanziamento, e le condividono su Facebook e altri social media.

Sebbene ci siano impegni politici in vista, principalmente legati al dialogo Pristina-Belgrado, secondo Kujtim Dobruna la priorità del Kosovo al momento è quella di procurarsi i vaccini e iniziare immediatamente la vaccinazione di massa, soprattutto perché "le nuove mutazioni del virus molto probabilmente prolungheranno la pandemia. Ci sono alcune variabili importanti e altamente incerte che bisogna tenere in considerazione, tra cui lo stallo politico".

Promesse, promesse…

Per quanto irrealistico possa sembrare, i partiti promettono investimenti da miliardi di euro per i prossimi anni. Fiknete Betja, docente universitario di Economia, ci ricorda che l’isolamento ha peggiorato la crisi economica del Paese, generando nel 2020 perdite fino a 1 miliardo di Euro per le imprese.

Di conseguenza, aggiunge Betja, dall’anno scorso sono stati persi oltre 70mila posti di lavoro. Alcuni partiti politici, come la Lega democratica del Kosovo (LDK) e l’Alleanza per il futuro del Kosovo (AAK), hanno promesso investimenti fino a sette miliardi di euro nell’economia del Kosovo, senza però spiegare dove prenderanno i soldi.

"Non hanno presentato alcun piano o dettaglio su dove si troveranno questi fondi. È noto che il debito del Paese ha raggiunto oltre 1,5 miliardi di Euro o circa il 22% del PIL, e l’aumento del debito pubblico non è una soluzione. Il debito pubblico continuerà probabilmente a crescere in futuro a causa dell’impatto negativo della pandemia sull’economia del Kosovo e sui piani del governo di finanziare il deficit di bilancio di circa il 6,5% attraverso la nuova spesa pubblica", ha detto Bejta ad OBCT.

Le difficoltà dei partiti

Oltre ai problemi economici causati dalla pandemia, la maggior parte dei principali partiti politici è alle prese con problemi propri durante questa campagna elettorale. L’ex primo ministro Albin Kurti, leader del principale partito Vetëvendosje, è stato escluso dalle prossime elezioni a causa della stessa decisione della Corte costituzionale che ha invalidato il governo di Hoti: chi ha riportato una condanna penale negli ultimi tre anni non può candidarsi per un seggio in parlamento. Kurti, che è stato condannato nel 2018 per aver utilizzato gas lacrimogeni e altri atti violenti per interrompere una sessione parlamentare, rimane il candidato di Vetëvendosje alla carica di primo ministro.

La Lega democratica del Kosovo (LDK) e il Partito democratico del Kosovo (PDK) hanno problemi analoghi. Il primo si è spaccato da quando Vjosa Osmani, ex candidato primo ministro nel 2019, ha ora creato una propria lista politica indipendente dopo essersi scontrata con la leadership del partito. Il secondo corre per la prima volta senza i suoi leader storici, l’ex presidente Hashim Thaçi e l’ex leader Kadri Veseli, attualmente incriminati per crimini di guerra e crimini contro l’umanità dalle Camere speciali dell’Aja.

Viste le circostanze, e secondo recenti sondaggi, Vetëvendosje ha serie possibilità di vincere le elezioni con un considerevole vantaggio sul secondo partito, che sembrerebbe essere il PDK.

Secondo Serbeze Haxhiaj, a prescindere dai risultati finali, la vera impresa per i vincitori sarà quella di formare una coalizione in grado di sostenere un governo stabile. Non è quindi chiaro se le nuove elezioni anticipate offriranno soluzioni alla pandemia e alle crisi politiche che il Kosovo attraversa da oltre un anno. "La preoccupazione principale resta il fatto che il primo partito dovrà, ancora una volta, esplorare difficili opzioni di coalizione", conclude Haxhiaj.

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