Nuove accuse alla Croazia dal Tribunale dell’Aja

La pulizia etnica nei confronti dei Serbi faceva parte di un piano deliberato, condotto da una associazione criminale politico-militare. E’ quanto si legge nelle nuove incriminazioni. Zagabria respinge le accuse, ma collabora. Due generali già all’Aja.

17/03/2004, Drago Hedl - Osijek

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Knin, un profugo davanti a quanto resta della propria casa (foto Eric Kanalstein-UN)

La Zagabria ufficiale ha vissuto un vero choc quando ha ricevuto i due nuovi atti di accusa da parte del Tribunale dell’Aja che dichiaravano che i generali Ivan Cermak e Mladen Markac, insieme ad altri inclusi il generale Ante Gotovina e l’ex presidente Franjo Tudjman, "hanno partecipato in associazione ad un impresa criminale il cui obiettivo era quello di eliminare con la forza e permanentemente la popolazione serba dalla regione della Krajina."

Ad oggi, questo rappresenta l’atto di accusa più forte mai inviato dall’Aja, che non lascia alcun dubbio rispetto al fatto che la precedente leadership militare e politica della Croazia ha pianificato e condotto la pulizia etnica, e che questa politica è stata portata avanti "tra le altre cose attraverso il furto, il danneggiamento e la distruzione completa delle proprietà della popolazione serba", con il fine ultimo di "ostacolare e impedire che i Serbi potessero ritornare e vivere nelle proprie case." Le accuse riguardano la campagna militare "Oluja" ("Tempesta", ndt), condotta il 5 agosto 1995, quando l’esercito croato è entrato a Knin, centro delle formazioni ribelli dei Serbi di Croazia. Franjo Tudjman ha poi proclamato quel giorno, il 5 agosto, una festività nazionale, Giorno Patriottico del Ringraziamento.
Per una intera settimana, il governo croato non ha voluto ammettere di avere in mano la patata bollente, e di aver ricevuto i due atti d’accusa dall’Aja il primo marzo – uno contro i generali Ivan Cermak e Mladen Markac, e un altro, modificato, contro il generale Ante Gotovina, attualmente latitante. Mentre i media conoscevano già tutti i dettagli relativi alle incriminazioni, incluso il giorno fissato per la partenza di Cermak e Markac per l’Aja, il governo e il suo primo ministro Ivo Sanader per sette giorni hanno ostinatamente rifiutato di confermare che le accuse fossero mai arrivate a Zagabria.

Malgrado la dichiarazione ufficiale affermasse che il governo aveva agito secondo le regole del Tribunale Penale Internazionale, Sanader aveva evidentemente bisogno di quei sette giorni per prepararsi.
"Prima, ha dovuto calmare i falchi all’interno delle proprie fila, molti dei quali sono ferventi oppositori di qualsiasi forma di cooperazione con l’Aja. Gli è andata molto meglio con l’opposizione – ha dichiarato un alto funzionario dell’HDZ (la Unione Democratica Croata, partito del Primo Ministro Sanader, ndt) che ha preferito restare anonimo.

L’opposizione, fatta eccezione per il Partito Croato dei Diritti (HSP), unico a reagire violentemente alle incriminazioni e al loro contenuto, non ha creato problemi a Sanader. L’ex Primo Ministro, il socialdemocratico Ivica Racan, che ha perso le elezioni nel novembre del 2003, ha peraltro ironicamente fatto un appello ai membri dell’HDZ perchè sostenessero il governo HDZ nella cooperazione con il Tribunale dell’Aja. Con la stessa buona dose di ironia, ha poi aggiunto di augurarsi che rappresentanti importanti dell’HDZ non avrebbero protestato incatenandosi durante le riunioni, come solevano fare durante il suo mandato, quando erano giunte a Zagabria le accuse contro i generali Ante Gotovina e Janko Bobetko.
"Se incriminazioni con un contenuto tale, inclusa la menzione "partecipazione in associazione ad impresa criminale", fossero state inviate alla Croazia nel corso del mandato del governo precedente, quest’ultimo sarebbe caduto in 24 ore – afferma un ex ministro del governo Racan." Stava pensando evidentemente alle dimostrazioni di massa organizzate dai partiti di destra a sostegno dei generali Norac, Gotovina e Bobetko, che definivano il governo Racan come "traditore". Gli organizzatori di quelle manifestazioni sono ora stretti collaboratori di Sanader.

"Il governo croato, e io nella mia veste di Primo Ministro, vogliamo dire chiaramente che alcune attribuzioni contenute negli atti d’accusa sono per noi totalmente inaccettabili. Stiamo cercando il modo migliore per eliminare alcune qualificazioni contenute nelle incriminazioni, mantenendo la cooperazione con il Tribunale dell’Aja. Nonostante questo, le accuse possono essere confutate solamente di fronte al Tribunale dell’Aja – sono state le uniche dichiarazioni di Sanader sulle nuove accuse provenienti dall’Aja. Il Primo Ministro ha poi sottolineato il fatto che la Croazia aveva una Dichiarazione sulla Guerra per la Patria, approvata dal Parlamento, e che il presente Governo avrebbe respinto tutte le parti delle incriminazioni del Tribunale dell’Aja che erano contrarie a tale Dichiarazione. Tale Dichiarazione descrive la guerra come giusta e di liberazione, e respinge ogni illazione su di una pianificata pulizia etnica nei confronti della popolazione serba.
Sanader ha trascorso la settimana tra l’arrivo degli atti di accusa e la loro divulgazione ufficiale cercando di convincere i generali Cermak e Markac a recarsi volontariamente all’Aja. Sembra che l’accordo su questo punto sia stato raggiunto sabato scorso, nel corso di un pranzo nel lussuoso palazzo del generale Cermak a Krapinske Toplice, vicino a Zagabria. Cermak è uno degli uomini più ricchi di Croazia, e il suo immenso capitale è stato creato grazie al lucroso business della importazione di petrolio. Oltre a Cermak e Markac, e agli avvocati che li rappresenteranno all’Aja, le persone invitate al pranzo nel palazzo comprendevano i più stretti collaboratori di Sanader, il vice Primo Ministro Andrija Hebrang e il Ministro della Giustizia, Vesna Skare-Ozbolt. Hanno dato garanzie ai generali che il governo avrebbe fatto di tutto per aiutarli nella loro difesa.

"Ho avuto paura di me stesso quando ho visto il contenuto dell’atto di accusa, che è ingiusto per me e per la intera Croazia – ha dichiarato il generale Cermak diversi giorni prima di partire per l’Aja, dopo aver confermato che vi si sarebbe recato volontariamente per "aiutare la Croazia".
Questa nuove incriminazioni arrivano nel peggior momento possibile per Sanader. Il suo obiettivo più importante di politica estera – fare della Croazia un membro della Unione Europea entro il 2007 – è possibile solamente se la richiesta croata riceve una risposta positiva da parte di Bruxelles. Questo, tuttavia, è impossibile senza una piena cooperazione con il Tribunale Penale Internazionale dell’Aja. Tale cooperazione è già gravata dal fatto che il generale Ante Gotovina è latitante da quando ha ricevuto l’incriminazione dell’Aja, che nel 2001 lo ha accusato di crimini di guerra.

A causa di Gotovina, i Parlamenti olandese e britannico rifiutano di sottoscrivere l’Accordo di Associazione e Stabilizzazione che permetterebbe alla Croazia di entrare nella UE, e questo oggi rappresenta un grave ostacolo per Zagabria. Qualsiasi ritardo nell’adempiere alle richieste del Tribunale su Markac e Cermak significherebbe la perdita di qualsiasi possibilità per un rapido ingresso della Croazia nella Unione Europea.
Questo è il motivo per cui Sanader considera cruciale che i due generali incriminati vadano volontariamente all’Aja. Sembra che sia riuscito a convincere non solo loro, ma anche i falchi all’interno dell’HDZ. Se il Primo Ministro riceverà una risposta negativa da parte di Bruxelles questa primavera, potrebbe dover affrontare seri problemi all’interno del suo stesso partito. Per i nazionalisti duri, ancora ben rappresentati nell’HDZ, questa sarebbe una prova cruciale del fatto che la Croazia non ha nessun vantaggio a cooperare con il Tribunale, e che inviare i generali all’Aja riflette la debolezza del Paese e tradisce l’orgoglio nazionale.

Vedi anche:

– L’impossibile ritorno dei Serbi in Croazia

– La Croazia tra Washington e Bruxelles

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