Mostar: difendiamo i nostri fiumi

Alla conferenza-seminario organizzata dal Contratto mondiale per l’acqua, svoltasi sabato 24 luglio a Mostar, abbiamo incontrato Sead Pintul, consigliere del Comune di Mostar impegnato nella difesa del fiume Neretva

25/07/2004, Luka Zanoni - Mostar

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Mostar, il tavolo dei relatori

Sead Pintul, architetto, rappresentante del partito socialdemocratico (SDP), è consigliere del comune di Mostar, con delega da parte del sindaco per ecologia e ambiente, e in particolare per tutte le problematiche legate all’acqua. Abbiamo avuto l’occasione di rivolgergli alcune domande, a partire dal suo interessante intervento di stamattina, 24 luglio, a Mostar, durante la conferenza stampa legata all’evento organizzato dal Contratto mondiale per l’acqua e da altre organizzazioni italiane e bosniache, dal titolo "Acqua fonte di pace".

Osservatorio sui Balcani: Nel suo intervento ha posto l’accento sull’inquinamento del fiume Neretva, parlando di masse fecali presenti nel fiume che dà la vita alla città. Potete essere più preciso su questo argomento?

Sead Pintul: Sì certo, si tratta di una vera catastrofe. Tutti gli scarichi finiscono nell’acqua della Neretva senza che prima vengano filtrati. Tutti si sono ritrovati, dalla Banca Mondiale alla comunità internazionale, sulla ricostruzione del Ponte vecchio. Ma se non ci fosse stata la Neretva, non ci sarebbe stata la città di Mostar. La Neretva è un elemento di vita per la stessa città. Penso che ci debba essere un equilibrio tra le cose. Si tratta della follia di una società sempre più folle. Al tempo dei Turchi era proibito scaricare direttamente nel fiume. C’era sempre una sorta di protezione tra le case e il fiume, per salvaguardare l’acqua del fiume. Era proibito gettare la spazzatura e le acque di scarico nella Neretva. Adesso invece ogni giorno che passa è sempre peggio.

OB: Perché è così adesso?

SP: Perché abbiamo sempre meno interesse per l’essere umano. E abbiamo sempre più interesse per il denaro e per nient’altro. E i politici che decidono tengono sempre di più ai margini l’ecologia e la natura. Questo fiume è collegato con la vita stessa degli abitanti della zona. Noi beviamo quest’acqua.

OB: C’è qualche progetto in corso per la difesa dell’acqua?

SP: Sì, adesso il progetto è partito. Adesso facciamo parte del Piano di azione per il mediterraneo.

OB: Chi è l’autore di questo progetto?

SP: Lo Stato propone il piano e tutti i cantoni inviano le rispettive problematiche per quanto riguarda l’inquinamento. Io personalmente ho lavorato al progetto per il cantone della Neretva. Cercando di porre i problemi della Neretva come problemi di tutta l’Erzegovina. Il problema internazionale della Neretva è proprio alla foce del fiume, dove c’è un forte inquinamento. Ma la vera causa dell’inquinamento è la città di Mostar.

OB: E per quanto riguarda il progetto di costruzione di dighe sul corso della Neretva per creare un bacino artificiale?

SP: Si tratta di un problema molto grave. Un tempo la BiH era la base della fornitura elettrica di tutta quanta la ex Jugoslavia. Avevamo un programma per l’energia elettrica di tutto lo Stato. Adesso sembra che dobbiamo essere la fonte per l’energia anche dell’Europa. Vengono qua da vari paesi (Italia, Austria) e pensano a come realizzare le dighe da noi, come avere le concessioni. Io stesso ho trovato una legge dove si può vedere come hanno preparato il terreno per fare tutto questo. Si tratta di un progetto statale, a livello dell’intera BiH. Ora, in sostanza, la ripresa di quel progetto di fornitura elettrica, che serviva per tutta quanta la Jugoslavia, non ha senso per la sola Bosnia Erzegovina, è decisamente troppo. Si tratta di un vecchio progetto del 1982, pensato per l’intero Stato di quel tempo.

OB: Dove è prevista la realizzazione di questo lago artificiale?

SP: Nei pressi di Konjić. Ma ci sono tre dighe in tutto. Si tratta di una catastrofe. Quell’acqua si poteva bere tranquillamente così com’era, senza filtrarla. Adesso facciamo le analisi dell’acqua e scopriamo che i ragazzi non possono più nemmeno fare il bagno.

OB: Questo vale anche per la Neretva?

SP: Sì certo. La parte bassa della Neretva. La parte alta è più pulita. Già da tempo un litro d’acqua è più costoso di un litro di benzina e vale molto di più questa parte del fiume che un pozzo di petrolio. Perché allora dobbiamo buttare la spazzatura, perché dobbiamo inquinare questo fiume?

OB: Secondo lei è un problema di cultura oppure puro e semplice business?

SP: Guardate, qua si fa solo quello che vuole la comunità internazionale. Se vogliono fare il gioco delle puttane… Scrivetelo, spero proprio che mi sentano.

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