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Mosca, 10 marzo 2012

Sabato 10 marzo ha avuto luogo una nuova manifestazione d’opposizione a Mosca a sostegno di elezioni oneste e maggiori aperture democratiche. Gli organizzatori hanno stimato 25.000 partecipanti, le autorità 10.000. Un livello di partecipazione stabile o in decrescita rispetto alle proteste dei mesi scorsi. Dopo la vittoria di Putin alle presidenziali, il movimento è in cerca di nuovi slogan e nuovi obiettivi

La manifestazione di sabato si è tenuta nell’ampia zona pedonale della via Novyj Arbat di Mosca. Come le altre manifestazioni che hanno avuto luogo in questi giorni, per entrare nell’area dedicata alla protesta era necessario superare un cordone di polizia e un controllo con metal detector. Per avvicinarsi al palco era quindi indispensabile passare per l’unico punto di ingresso consentito e procedere a piedi per circa 1 km.

"Robocop ripulisce la nostra Detroit dai farabutti e dai ladri", evidente riferimento al partito di governo Russia Unita, ribattezzato dal blogger Navalny "partito dei farabutti e dei ladri". La varietá che caratterizza questo movimento di protesta lascia ampio spazio alla creativitá individuale

In primo piano, una signora espone i suoi cartelloni composti di ritagli di giornale e scritte fatte a mano. Sullo sfondo, un giovane riprende i passanti con il proprio iPhone.

In strada in questi mesi non sono scesi solo i giovani della classe media che si informano su internet e interagiscono attraverso i blog di cui si è tanto parlato, ma anche molte persone di un’altra generazione che vedono questo movimento come una continuazione di una lotta a favore della democrazia che procede dai tempi della perestroika.

"Al Cremlino!"

A metá della via Novyj Arbat un folto gruppo di persone segue gli interventi da un maxi-schermo. Buona parte degli interventi erano dedicati alla denuncia delle falsificazioni avvenute in occasione delle presidenziali del 4 marzo. Sono intervenuti anche osservatori elettorali volontari che hanno raccontato la propria esperienza diretta.

Sergei Udaltsov è il leader del "Fronte di sinistra" e uno degli organizzatori delle manifestazioni di questi mesi. Arrestato per le proteste a dicembre e tornato in libertà, è stato nuovamente fermato dopo la protesta del 5 marzo. Sostiene che è giusto cercare di condurre le proteste in modo legale e con l’accordo delle autorità, ma sostiene la necessità di prendere possesso delle piazze in modo più deciso. Dopo la manifestazione di sabato 10 marzo, si è diretto verso la piazza Pushkinskaya dove aveva avuto luogo l’arresto di 250 manifestanti lunedì scorso, con un gruppo di circa 60 persone. Udaltsov è stato subito fermato dalla polizia. Altri organizzatori delle proteste lo hanno criticato per le sue azioni, suggerendo che sono proprio gli arresti causati da azioni come le sue a "spaventare" potenziali partecipanti che finiscono con il ritenere pericolosa la partecipazione alle manifestazioni

Tutta l’attenzione in questi giorni è concentrata su Vladimir Putin. Ma che fare di Dmitri Medvedev? Un "tribunale popolare" proposto durante la manifestazione propone tre opzioni: premiato, lasciato in pace, punito

Alcuni manifestanti ricordano la situazione in Caucaso

Putin incoronato

In primo piano, una bandiera di Facebook. Poco dietro, una bandiera di un gruppo di osservatori volontari.

Una partecipante alle manifestazione ricorda Mikhail Khodorkovsky, tutt’oggi in carcere

Alla manifestazione hanno partecipato persone di diversa affiliazione politica (dagli anarchici ai nazionalisti, dai comunisti ai liberisti) ma soprattutto molti cittadini comuni non legati in modo particolare ad alcun partito o movimento.

Questa è la domanda che tutti si pongono: e ora, che si fa? Nonostante la vivacità del movimento, la partecipazione è calata rispetto alle proteste di dicembre. Con 25.000 presenti contro i 100.000 precedenti, il movimento è in cerca di nuovi slogan e forme organizzative. Dopo la vittoria di Putin al primo turno, il motto “per elezioni oneste” non basta più a catalizzare l’attenzione. Gli sforzi ora si concentrano su nuove azioni, soprattutto in vista dell’inaugurazione presidenziale del 7 maggio.

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