Morti da Dieselgate: ad est sono di meno
Secondo un recente studio realizzato da una squadra internazionale di ricercatori, ogni anno in Europa circa diecimila persone muoiono prematuramente a causa dell’inquinamento associato alle emissioni di ossido di azoto, una sostanza dannosa prodotta in abbondanza dai motori diesel.
Ben metà di questi decessi sarebbero da imputare alle emissioni che superano i limiti imposti dall’Ue, diretta conseguenza degli abusi nella verifica delle performance ambientali delle automobili, venuti alla luce con Volkswagen e il conseguente Dieselgate nel 2015.
La ricerca , che ha interessato i 28 stati membri insieme a Norvegia e Svizzera, è stata svolta dall’Istituto Meteorologico Norvegese (MetNorway), in collaborazione con l’International Institute for Applied Systems Analysis (IIASA) con sede in Austria e lo Space, Earth & Environment Department alla Chalmers University of Technology in Svezia.
Nella classifica europea dei decessi, Italia, Germania, Francia e Regno Unito sono ai primi posti. Il numero di morti in questi paesi copre il 70% del totale dei morti in Europa. Questo è legato sia all’elevato numero di auto a diesel presenti che ad una popolazione dei quattro paesi che, sommata, copre la metà della popolazione europea.
Tra i paesi più virtuosi con un numero inferiore di morti, non solo assoluto ma anche relativamente alla popolazione del paese, ve ne sono molti dell’est e sud-est Europa che affiancano paesi come la Norvegia.
La Grecia ad esempio presenta un indice di 0,35 casi ogni 100.000 abitanti, superiore a quello della Norvegia (0,13) ma inferiore a quello della Finlandia (0,42) e molto migliore della maglia nera Italia, 4,6 casi ogni 100mila abitanti. Negli altri paesi del sud-est Europa si va dai 0,67 casi della Bulgaria ai 2,44 della Slovenia.
Questi dati sono almeno in parte spiegabili con un numero inferiore di veicoli procapite circolanti. Anche in questi paesi, comunque, se le auto diesel avessero rispettato i limiti alle emissioni si sarebbero salvate decine di vite umane.
L’infografica seguente delinea la situazione nell’UE:
Questo articolo è pubblicato in associazione con lo European Data Journalism Network ed è rilasciato con una licenza CC BY-SA 4.0
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