Montenegro: vacilla il governo di Đukanović
Milo Đukanović è sempre più vicino al tramonto politico. Lo scorso 1 agosto il suo governo si è trovato in minoranza su una proposta di revisione di bilancio. Il no secco dell’alleato SDP ha messo Đukanović alle strette, sollevando una crisi politica
Ormai non ci sono dubbi: dopo 23 anni di potere assoluto, il premier Milo Đukanović ha dovuto, seppur malvolentieri, riconoscere la sconfitta politica. E per di più dovuta al suo, da sempre fedele, partner di coalizione, il Partito socialdemocratico (SDP) di Ranko Krivokapić.
Infatti, i socialdemocratici hanno rifiutato di sostenere la revisione di bilancio con la quale Đukanović intendeva accollare ai cittadini del Montenegro i debiti accumulati negli ultimi due anni dal Kombinat d’alluminio di Podgorica (KAP) e dall’Azienda elettrica del Montenegro (EPCG).
Milioni di debiti sulla schiena dei cittadini
Il KAP ha un debito di 61 milioni di euro per l’elettricità ricevuta dalla EPCG, e l’EPCG quasi altrettanti milioni di debito per le tasse e i contributi non versati allo stato del Montenegro. Ora Đukanović propone che il debito che il KAP ha con la EPCG venga estinto dallo stato.
Se si tiene presente che il KAP poco tempo fa è entrato in procedura di fallimento, con la conseguente cacciata del proprietario che finora aveva amministrato questo gigante industriale, il tycoon russo Oleg Deripaska, e che il Montenegro si è indebitato di altri 102 milioni di euro per le garanzie che lo stato ha dato alle banche sui crediti ottenuti nel 2009 dal KAP stesso, allora è più chiaro perché i socialdemocratici non vogliono accettare la proposta di Đukanović: su questa questione infatti, il partner minore della coalizione di governo, ha costruito pazientemente uno dei pilastri della sua attuale linea politica, guadagnandosi in questo modo il sostegno dei cittadini.
Per il sette volte premier montenegrino è un duro colpo, anche perché è noto che proprio lui ha trattato in prima persona per portare in Montenegro Deripaska e la A2A, che amministra la EPCG.
Resta tra l’altro ancora da chiarire in che modo l’EPCG abbia potuto per due anni fornire elettricità al KAP senza che questi pagasse alcunché, e chi nel frattempo ha permesso all’EPCG di non saldare i suoi obblighi verso lo stato.
I media di Podgorica scrivono che gli italiani sono in possesso dei verbali delle sedute durante le quali è stato preso questo accordo e si sono dichiarati quindi sicuri che, nel caso si dovesse arrivare ad un arbitrato internazionale, facilmente potranno rivalersi sul KAP.
Il direttore esecutivo dell’EPCG, Enrico Malerba, ha avvertito il governo montenegrino che se questa situazione non dovesse risolversi la credibilità del paese sarà fortemente minacciata. “Gli investitori stranieri abbandonerebbero il Montenegro”, ha affermato Malerba, posizione condivisa anche dal ministro montenegrino delle Finanze Radoje Žugić.
Ma, Žugić, il giorno delle votazioni in parlamento sulla revisione di bilancio, che appunto prevedeva che il debito del KAP ricadesse sui cittadini del Montenegro, ha dovuto ritirare la proposta e salvare il governo dall’imbarazzo. Infatti, nonostante tutte le pressioni, l’SDP è rimasto fermo sulla sua posizione di non accettare la proposta del governo, lasciando così Đukanović da solo.
Il tramonto di Đukanović
“Se il governo non riesce ad avere il sostegno del parlamento, allora questo vuol dire che è già caduto. A me sembra che questa sia la fine e lo sfacelo di questo governo”, ha affermato il vicepresidente del partito “Montenegro positivo” Mladen Bojanić.
Anche un altro dei leader d’opposizione, del Fronte democratico, Nebojša Medojević, crede che siamo di fronte ad una grave crisi di governo. “Queste cose si risolvono soltanto in un modo, cioè con le elezioni anticipate”, ha affermato Medojević aggiungendo che il proseguimento di questa agonia influisce direttamente sull’efficacia di governo e sul ritardo nell’adozione delle misure necessarie per combattere la crisi economica e risolvere le questioni vitali per i cittadini e per l’economia del paese.
Ranko Krivokapić, leader del SDP, non è d’accordo: “Le cose possono continuare ad andare avanti”. Il che vuol dire che sta offrendo al suo partner di governo ancora un po’ di tempo per un’uscita di campo onorevole di Đukanović.
Ma in Montenegro ci sono sempre meno tempo, risorse e mezzi per rimandare questa difficile situazione politica ed economica. La prossima seduta del parlamento sulla revisione di bilancio dovrebbe tenersi verso la metà di settembre, ed entro tale data molte cose saranno più chiare. Proprio come è chiaro sin da ora che la stella politica di Đukanović è al tramonto.
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