Montenegro, un’estate di fuoco

Incendi estremi sono scoppiati un po’ ovunque in Montenegro, prendendosi la vita di un operatore dell’Esercito, mentre il suo collega è ancora in terapia intensiva. Nonostante gli sforzi sovrumani si fatica a contenere gli incendi. Al paese mancano risorse e mezzi

18/08/2025, Vukašin Obradović Podgorica

Montenegro-un-estate-di-fuoco

© Hryshchyshen Serhii/Shutterstock

Continuano a divampare le fiamme in tutto il Montenegro, mietendo la prima vittima. Dejan Božović, membro dell’Esercito del Montenegro, è morto a seguito del ribaltamento di una cisterna d’acqua, mentre il suo collega Marko Iković è ricoverato in terapia intensiva nel Centro clinico di Podgorica.

Al momento della stesura di questo articolo, la situazione più critica si registra a Podgorica e nei dintorni. Da giorni ormai le fiamme imperversano in diverse località della capitale. Restano attivi anche alcuni focolai nel nord del paese, vicino a Nikšić, Šavnik, Bijelo Polje e Pljevlja. Le fiamme hanno raggiunto anche il litorale, nello specifico le zone intorno a Budva, Bar, Čanj e Buljarica.

Ljuban Tmušić, capo della Direzione della protezione civile del Montenegro, ritiene che in nessuna parte del mondo esista un sistema di protezione e soccorso dotato di risorse sufficienti per affrontare sfide simili.

Quanto alle risorse di cui dispone il Montenegro, Tmušić precisa che nel paese ci sono “circa 700 vigili del fuoco professionisti, 200 volontari e circa 170 veicoli”.

Il ministero dell’Interno ha fatto sapere che tutte le unità disponibili del Servizio di protezione e soccorso, della Direzione per la protezione e il soccorso e delle Forze Armate, come anche i vigili del fuoco volontari, sono state impegnate nello spegnimento di numerosi incendi.

Il Montenegro ha chiesto aiuto al Meccanismo di protezione civile dell’Unione europea, alla NATO e ai paesi vicini. I soccorsi sono arrivati rapidamente dalla Serbia, che ha inviato un elicottero Kamov. Un velivolo antincendio Canadair è stato inviato dalla Croazia, e sono arrivati anche elicotteri dalla Repubblica Ceca e dall’Ungheria, oltre ad un Canadair dall’Italia.

Giovedì 14 agosto, nell’ambito del modulo UE di soccorso contro gli incendi terrestri (Ground Forest Firefighting – GFFF), è giunta dall’Austria una squadra composta da cinquanta vigili del fuoco e quindici veicoli per lo spegnimento degli incendi boschivi a terra.

Nonostante gli sforzi quasi sovrumani di tutti i soggetti coinvolti, gli incendi non si placano. Le alte temperature e i venti a volte forti rendono difficile il lavoro dei vigili del fuoco e di tutti quelli che contribuiscono a combattere le fiamme.

Oltre ai tentativi quotidiani di spegnere gli incendi o almeno di tenerli sotto controllo, in Montenegro è in corso anche un dibattito sulla capacità del paese di affrontare i disastri naturali.

A destare attenzione, ma anche preoccupazione tra i cittadini del Montenegro, è la tendenza, ormai consueta, di parlare di incendi ogni estate, senza però impegnarsi per migliorare concretamente la situazione.

Ad esempio, ai vigili del fuoco – come anche alle altre strutture operative – dovrebbero essere fornite competenze adeguate, in primis quelle tecniche, in modo da poter intraprendere azioni più efficaci per proteggere le risorse naturali e altri beni dagli incendi.

Anche lo scorso anno, il Montenegro si era trovato stretto nella morsa degli incendi. In quell’occasione il primo ministro Milojko Spajić aveva promesso che il governo avrebbe stanziato cinquanta milioni di euro per l’acquisto di velivoli Canadair.

“Le terribili immagini che giungono da Paštrovići e da altre località del Montenegro ci obbligano a intervenire tempestivamente. Non possiamo tollerare l’impotenza dello stato di fronte agli incendi che si ripetono ogni estate. Il ministero dell’Interno e il ministero della Difesa, nonostante gli enormi sforzi che in questo momento stanno compiendo, hanno bisogno di aiuto e la loro richiesta non rimarrà inascoltata. Il ministero dell’Interno ha già riparato un aereo antincendio, a breve ne riparerà altri due, seppur vecchi e più piccoli. Altri velivoli Canadair significheranno sicuramente molto per loro”, aveva scritto il premier nell’agosto dello scorso anno sul social X.

Tuttavia, i nuovi Canadair non sono mai stati acquistati. Oggi, a distanza di un anno, il premier continua a ripetere che al Montenegro “manca decisamente l’equipaggiamento antincendio”.

Nel frattempo, il paese è costretto a fare affidamento sulle modeste risorse dell’Aeronautica Militare e del Servizio aereo del ministero dell’Interno. Quest’ultimo dispone di tre velivoli, dei quali soltanto uno è operativo. Dei tre elicotteri militari, due sono operativi, mentre il terzo, in precedenza gravemente danneggiato, è in attesa di essere riparato.

Ad ogni modo, le risorse di cui attualmente dispone il Montenegro – come emerso negli ultimi giorni – non sono sufficienti. La reale entità dei danni causati dagli incendi deve ancora essere determinata.

I dati ad oggi disponibili suggeriscono però che il bilancio di quest’anno sarà paragonabile al disastroso 2017, quando i tentativi di domare le fiamme che stavano imperversando nel paese si erano protratti per settimane.