Montenegro: primo dibattito pubblico sulla violazione dei diritti umani

In Montenegro, la scorsa settimana, su iniziativa del settimanale ‘Monitor’ e di alcune ONG locali, si è svolto il primo dibattito pubblico sulle violazioni dei diritti umani. Il dibattito è coinciso con la ricorrenza del sequestro di Strpci.

03/03/2003, Redazione -

In occasione del decimo anniversario del rapimento di diciannove musulmani sul treno che viaggiava sulla linea Belgrado-Podgorica, nel paese di Strpci, il Fondo per i diritti umani, l’associazione ‘Almanah’ e il settimanale ‘Monitor’ hanno organizzato il 27 febbraio il primo dibattito pubblico in Montenegro sulla violazione dei diritti umani.

Il dibattito è continuato il giorno successivo, mentre la protesta "In segno di ricordo e di monito", organizzata dall’Iniziativa di pace delle organizzazioni femminili, è cominciata nel centro di Podgorica, alle 15.45, alla stessa ora in cui il treno ‘Lovcen’ con le vittime fu fermato a Strpci, un paesino in territorio bosniaco, molto vicino al confine con il Montenegro. Questa era una zona di responsabilità della stazione ferroviaria di Uzice. Una divisione dell’Esercito della Repubblica Serba, guidata da uno degli accusati dal TPI de L’Aia, Milan Lukic, è salita sul treno e ha rapito 19 cittadini di nazionalità musulmana.
Il destino dei sequestrati non è ancora stato chiarito, ma si crede che siano stati tutti uccisi. Finora l’unica persona ritenuta responsabile ed accusata per questo crimine è Nebojsa Ranisavljevic di Despotovac (Serbia), di cui l’Alto Tribunale di Bijelo Polje (Montenegro) ha confermato la partecipazione al rapimento e lo ha condannato a 15 anni di reclusione.I partecipanti alla protesta avevano intenzione di arrivare fino al Parlamento del Montenegro per comunicare alle autorità che il caso ‘Strpci’ non è ancora risolto, ma all’entrata sono stati fermati dalla polizia, la quale ha spiegato che già era stato annunciato che la protesta si sarebbe svolta solo nella piazza maggiore. Gli organizzatori dicono invece di aver avvisato anche del loro arrivo davanti al Parlamento.

Una protesta simile è stata organizzata anche a Belgrado dalle Donne in nero e dal Fondo per i diritti umani, mentre i membri delle famiglie delle vittime sono stati accolti dalla Presidentessa del Parlamento, Natasa Micic.

Al dibattito pubblico, organizzato a Podgorica, hanno partecipato tante autorità montenegrine e i rappresentanti della società civile. Natasa Kandic, direttrice del ‘Fondo per i diritti umani’, ha dichiarato in questa occasione: "Da dieci anni stavamo aspettando che un dibattito del genere cominciasse presso le istituzioni. Siccome questo non è avvenuto, abbiamo deciso d’organizzare il primo dibattito pubblico sulla violazione dei diritti umani. Il messaggio principale di questo incontro è che noi come società civile, come individui e come ONG possiamo contribuire alla creazione delle condizioni per l’inizio del processo nei confronti del passato, ma nessuno di noi può sostituirsi alle istituzioni. Noi le possiamo solo aiutare a trovare il modo di confrontarsi col passato e questo vuole dire l’inizio di un nuovo dibattito in Parlamento. In mancanza di ciò possiamo solo parlare".(‘Pobjeda’, 27 febbraio)

Il presidente del Parlamento montenegrino, Filip Vujanovic, ha detto di essere contento che sia stato organizzato il dibattito pubblico e ha aggiunto che, "anche se sono significative le attività delle ONG in questo ambito, è obbligo del governo scoprire chi sono stati gli esecutori dei crimini, punirli e aiutare le famiglie delle vittime". (‘Pobjeda’, 27 febbraio)
Sefko Alomerovic, presidente del ‘Comitato di Helsinki per i diritti umani’ del Sangiaccato, ha accusato l’ex presidente della Jugolsavia, Dobrica Cosic, del rapimento. "Ero per caso alla stazione di Belgrado il giorno del rapimento, quando ho visto il consigliere del presidente, Vlado Matovic, che era venuto lì con una persona che in seguito si è presentata sul treno come controllore", racconta Alomerovic. "Avevo già informato di questo anni fa, ma le autorità hanno arrestato soltanto Nebojsa Ranisavljevic, per distogliere l’attenzione da ciò che dicevo". ("Vijesti", 28 febbraio).

Slobodan Franovic, presidente del ‘Comitato di Helsinki per i diritti umani’ del Montenegro, ha reso noto che contro l’ex presidente della FRY sono cominciate le indagini, "Certo che quella era un’idea mostruosa e la sua realizzazione ha avuto tragiche conseguenze. Crediamo che il rapimento a Strpci non sia stato un incidente isolato, ma parte di un piano. Sono convinto che gli organizzatori e gli esecutori saranno accusati dal Tribunale de L’Aia", ha concluso Franovic. (Danas, 28 febbario)

Vedi anche:

Materiali del convegno: La società civile serba si divide sui crimini di guerra

Abitare il conflitto: c’è pace senza riconciliazione? Documento introduttivo

Crimini di guerra: al tribunale di Belgrado il caso Sjeverin

Humanitarian Law Center

Commenta e condividi

La newsletter di OBCT

Ogni venerdì nella tua casella di posta