Montenegro: la sfida della negoziazione sul Capitolo 22
Sono passati più di sei anni da quando il Montenegro ha avviato i negoziati sul Capitolo 22 sulla politica regionale e, nonostante gli sforzi, persistono le difficoltà dell’adeguamento agli standard europei. Un’intervista
I meccanismi di funzionamento e le pratiche dell’UE “costituiscono un nuovo ecosistema per noi”, osserva Bošković durante la nostra intervista. Irena lavora come capo dipartimento presso il Ministero degli Affari Europei del Montenegro e ha una conoscenza avanzata dei passi che il suo Paese dovrebbe compiere prima di entrare nell’Unione.
Ciò che l’UE e i suoi Stati membri hanno costruito in più di 50 anni, i futuri paesi aderenti lo devono adottare e in una certa misura mettere in pratica nel corso dei rispettivi negoziati di adesione. Si ritiene che oggi l’acquis dell’UE ammonti a quasi 10.000 pagine e con il passare del tempo continuerà ad aumentare con l’evoluzione del processo di delibera continua delle istituzioni europee.
La conferenza intergovernativa per l’avvio dei negoziati sul Capitolo 22 per il Montenegro risale al giugno 2017, e sei anni dopo il processo negoziale è ancora in corso. In termini pratici, questo capitolo riguarda la politica regionale e i fondi strutturali, ovvero i principali strumenti di investimento dell’UE che consentiranno di ridurre le disparità economiche e sociali tra il Paese balcanico e gli Stati membri UE. Pertanto, garantire l’allineamento con il contenuto di questo capitolo è essenziale per la gestione dei fondi di coesione e strutturali una volta che il Montenegro entrerà a far parte dell’Unione. Al di là dei tecnicismi, ad oggi le principali sfide affrontate dalle istituzioni montenegrine riguardano le capacità amministrative dei dipendenti pubblici a livello centrale e locale, nonché la progettazione e l’esecuzione dei progetti finanziati dall’UE. Ne abbiamo parlato con Bošković.
Per cominciare, può tracciare una breve panoramica della situazione attuale dei negoziati sul capitolo 22 dell’acquis?
Lo scorso novembre il governo ha approvato la decisione sull’istituzione del gruppo di lavoro negoziale sul capitolo 22, creando le condizioni per il proseguimento delle attività relative all’attuazione del Piano d’azione elaborato per soddisfare i requisiti della politica di coesione dell’UE. A tal proposito, di recente è stato avviato un nuovo progetto finanziato con i fondi IPA [Strumento di assistenza preadesione, ndr] che mira a facilitare i prossimi passi relativi all’avanzamento dei negoziati su questo capitolo.
Nel frattempo abbiamo lavorato allo sviluppo di politiche mirate, volte a ridurre gli squilibri regionali e a promuovere la coesione sociale. I fondi dell’UE sono stati convogliati in diverse aree politiche, tra cui le infrastrutture, l’istruzione e la protezione dell’ambiente. Particolare attenzione è stata dedicata alla costruzione delle capacità istituzionali per la gestione dei fondi strutturali.
La gestione dei fondi di coesione non è un compito facile. Come valuta le capacità amministrative del Montenegro?
Poiché le capacità amministrative costituiscono un segmento molto importante di questo lavoro, stiamo investendo per migliorare ulteriormente le competenze del personale impiegato nelle nostre strutture IPA e per assumere nuovo personale qualificato, in linea con gli obblighi derivanti dalla prospettiva IPA III. Tuttavia, la mancanza di personale qualificato è ancora evidente, soprattutto nelle stazioni appaltanti, ma anche in alcune unità dei ministeri competenti per l’attuazione dei progetti.
Il turnover dei dipendenti sembra essere un problema per i paesi dei Balcani occidentali. Avete una politica di incentivi per contrastarlo?
Non abbiamo una politica di incentivi per lo staff. Però c’è una politica di motivazione applicata ai dipendenti pubblici coinvolti nella gestione dei fondi Ue, i quali ricevono un extra mensile insieme allo stipendio, in linea con il decreto adottato dal governo nel 2018.
Oltre alle capacità del personale, può citare altre sfide affrontate in questa fase del processo negoziale?
Una sfida fondamentale rimane la creazione di un quadro legislativo e di strutture istituzionali dedicate all’attuazione dei fondi di preadesione. Inoltre vorrei citare l’approccio settoriale, la cooperazione intersettoriale e la pianificazione strategica di questi fondi, che costituiscono un nuovo ecosistema per noi. Un’altra sfida è la capacità di preparare una documentazione tempestiva e di alta qualità, soprattutto quando si tratta di progetti infrastrutturali.
Cosa mi può dire rispetto al livello di preparazione delle autorità urbane e locali, considerando che il Montenegro è un paese piccolo…
Abbiamo un’ottima collaborazione con l’Unione dei Comuni del Montenegro, che partecipa alla maggior parte dei comitati di monitoraggio dei programmi di cooperazione transfrontaliera e territoriale. Mentre alcuni comuni hanno investito nell’assunzione di nuovo personale qualificato, altri sono ancora indietro. Una componente del nuovo progetto sopra citato, finanziato dal programma IPA 2021, prevede in particolare il sostegno ai comuni e alle loro capacità tecniche.
Nel complesso, come valuta il livello di assorbimento dei fondi Ue a livello nazionale?
Se si fa riferimento al precedente periodo di programmazione 2014-2020, il Montenegro ha mostrato buoni progressi. Il Paese ha avuto accesso ad un budget di quasi 279 milioni di Euro, incanalato in sei settori, tra cui democrazia, stato di diritto e ambiente. In particolare vorrei menzionare la nostra partecipazione attiva ai programmi di cooperazione transfrontaliera, con 288 progetti di successo che coinvolgono decine di organizzazioni e istituzioni montenegrine sia a livello locale che nazionale, di cui 202 fanno parte dei programmi trilaterali e gli altri sono di natura bilaterale. Il valore complessivo ammonta a oltre 57 milioni di Euro. Mentre nell’ambito del Quadro per gli Investimenti nei Balcani occidentali (WBIF), uno strumento importante per noi e per l’intera regione, sono stati approvati 49 progetti su 29 bandi dedicati al supporto tecnico, per un valore di quasi 66.5 milioni di Euro.
Attualmente siamo in fase di elaborazione di due programmi operativi pluriennali per il periodo 2024-2027. Il primo è incentrato su iniziative ambientali e ammonta a 50 milioni di Euro, mentre il secondo riguarda l’istruzione e la politica sociale e ha un valore di 30 milioni.
Questa pubblicazione è stata prodotta nell'ambito del progetto "Programmazione della politica di coesione dell'UE: Programma di scambio sul capitolo 22 in Serbia e Montenegro", finanziato dal Fondo CEI della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS) con il contributo dell'Italia. Il Fondo CEI non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto. La responsabilità sui contenuti è unicamente di OBC Transeuropa