Montenegro: la caduta di Duško Knežević, il “re del cemento”

Si è allontanato dai suoi ex partner del Partito Democratico dei Socialisti (DPS) di Milo Đukanović ed ora potrebbe perdere il suo impero. Nel mirino della giustizia montenegrina l’uomo d’affari Duško Knežević ora accusa i suoi vecchi soci

12/04/2019, Branka Plamenac -

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Duško Knežević (foto Adriatic mne/wikimedia )

(Originariamente pubblicato dal settimanale Monitor, selezionato e tradotto da Le Courrier des Balkans e OBCT)

Duško Knežević accusa il Presidente Milo Đukanović di voler metter le mani sul suo vasto impero commerciale e sui suoi beni. La holding di Duško Knežević raggruppa nello specifico società bancarie e finanziare, compagnie di assicurazione, media e imprese immobiliari. Tramite le filiali registrate in diversi paradisi fiscali, Duško Knežević possiede beni immobiliari su tutto il litorale montenegrino, da Herceg Novi a Bar.

Una fortuna inestimabile

Dalla celebre spiaggia di Jaz, a Budva, fino a Petrovac na Moru, la città costiera tra Budva e Bar, l’uomo è l’orgoglioso proprietario di alcuni tra i terreni più appetibili della riviera montenegrina. Di fatto, figurava tra i responsabili della cementificazione del litorale, quando le autorità locali del Dps, con la complicità dei ministri per lo Sviluppo sostenibile che si sono succeduti, Branimir Gvozdenović e Predrag Sekulić, hanno adottato piani urbanistici devastanti su ordine della potente lobby dell’edilizia che lui stesso dirige con altri oligarchi.

Soltanto nel territorio del comune di Budva, il gruppo Atlas possiede sei terreni di grande valore dove dovevano esser costruiti alberghi, appartamenti e locali commerciali su una superficie totale di più di 200.000 m². Nonostante tutti i permessi di costruzione siano stati rilasciati, nessuno di questi progetti ha visto luce per il momento. I potenziali investitori pare che abbiano bidonato Duško Knežević, malgrado le buone relazioni che intratteneva con la Russia, gli Stati Uniti, gli Emirati Arabi Uniti, o ancora l’influente Clinton Global Initiative. Mentre gli investitori non danno segni di vita ed il suo sistema sta crollando, Duško Knežević rischia di perdere i suoi beni sul litorale e di essere rimpiazzato da nuovi proprietari.

Questi ultimi stanno già attendendo in agguato a Jadranski sajam, il vecchio parco delle esposizioni di Budva, dove Duško Knežević possiede due lotti per una superficie pari a 22.000 m². Vi sono previste tre unità di costruzione: un nuovo spazio espositivo (Budva New Expo), un hotel di lusso e un complesso di appartamenti residenziali, dei progetti della società Safiro Beach che, secondo Duško Knežević, apparterrebbe a Milo Djukanovć e al vicepresidente dell’Assemblea nazionale Branimir Gvozdenović.

Nella spiaggia di Kamenovo, sempre a Budva, la società Rekreaturs, appartenente sempre a Duško Knežević, gestisce un complesso di 33.000 m². La costruzione del Kamenovo Tourist Resort, del costo stimato di 120 milioni di euro, è sospesa per un procedimento giudiziario volto a determinare chi ne è il vero proprietario. L’Agenzia kosovara per la privatizzazione ritiene infatti che questo terreno appartenga alla Repubblica del Kosovo, ceduto dal comune di Budva da qui a mezzo secolo, in epoca jugoslava, per costruirci una casa di riposo destinata ai lavoratori kosovari.

Fragile come un castello di carte

Allo stesso modo, Atlas Invest possiede un terreno di 9.000 m² sovrastante l’Adriatico, tra l’albergo Avala e la spiaggia di Mogren. In realtà, questo terreno, nel comune di Budva, è proprietà della società offshore Attika Ian, citata nel controverso caso della privatizzazione di Crnogorski Telekom, il principale operatore di telecomunicazioni del paese. È in questa zona di macchia mediterranea che dovrebbe venir edificato un nuovo centro, Mogren Town. Non lontano da lì, sui pendii della collina di Spas, si trova un altro terreno di 21.000 m² di proprietà di Duško Knežević, dove dovrebbe esser eretto un lussuoso villaggio collegato alla spiaggia, Mogren Hill, attraverso una teleferica. Questi due progetti aspettano ancora degli investitori mentre ipoteche da parecchi milioni di euro riposano nella banca greca Piraeus.

Un altro progetto del gruppo Atlas è previsto nel villaggio di Pržno, che costeggia Miločer, un luogo di villeggiatura mondana. Nell’agosto del 2015, il diritto di proprietà del comune di Budva su tredici lotti di una superficie di 4.100 m² è stato trasferito ad Atlas Invest, grazie alla maggioranza dei voti dei deputati della coalizione Partito Democratico dei Socialisti (DPS)-Partito Socialdemocratico (SDP). Il terreno è stato venduto senza compensazioni né liquidazioni, sulla base di un contratto per la costruzione comune di un complesso turistico di 16.000 m², che comprende degli appartamenti ed otto ville dai 60 ai 300 m², con incluse delle piscine sui tetti… Questo accordo prevedeva 550 m² di locali per il comune e 100 posti parcheggio. A Petrovac, ancora, Duško Knežević possiede dei beni immobiliari. Qui la sua impresa alberghiera Atlas Hotels ha una stazione degli autobus di una superficie pari a 2.000 m² e vi dovrebbe esser costruito un parcheggio multipiano.

La fortuna del gruppo Atlas, che ha messo le mani sul litorale montenegrino nel corso di questi anni di transizione, è difficile da stimare. Oltre ai suoi progetti a Bar e a Meljine, nel comune di Herceg Novi, il gruppo prevede di costruire uno dei più grandi progetti immobiliari a Punta Mimoza, all’ingresso delle Bocche di Cattaro, accanto alla penisola di Prevlaka: niente meno di tre villaggi e un molo di 150 posti ormeggio, il tutto per un costo stimato di 500 milioni di euro. Duško Knežević aveva annunciato l’apertura del cantiere due anni fa, ma la sua realizzazione è rimasta ferma. Il “re del cemento” della costa montenegrina sarà in grado di gestire i suoi molteplici progetti urbanistici, come afferma da Londra, o i suoi affari saranno portati avanti da banche, creditori e vecchi partner d’affari? Lo scopriremo solo col tempo.

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