Momenti chiave

A partire dallo scorso autunno, la Georgia ha vissuto una fase politica intricata e difficile. Un quadro riassuntivo dei principali eventi accaduti da novembre ad oggi vigilia delle elezioni parlamentari

19/05/2008, Giorgio Comai -

Momenti-chiave

Ad oltre quattro anni dalla "Rivoluzione delle Rose" e dalle successive elezioni che portarono Saakashvili e il suo partito al potere, l’opposizione ha ritrovato sufficiente unità per scendere in piazza a protestare contro il presidente e il suo metodo di governo.
Scandali che hanno coinvolto alcune tra le persone più in vista nel panorama politico ed economico del paese, mai effettivamente chiariti, hanno portato ad una serie di attacchi personali e di gravissime

accuse reciproche (tentato omicidio, preparazione di colpo di stato, corruzione, estorsione, ecc.) ed hanno indubbiamente aumentato la tensione politica. In vista delle elezioni politiche del 21 maggio, ripercorriamo brevemente alcuni degli eventi che hanno caratterizzato la difficile situazione interna georgiana negli ultimi mesi, intenzionalmente trascurando la questione abkhaza e dell’Ossezia del Sud, nonché i difficile rapporti con la Federazione Russa.

25 settembre 2007
Irakli Okruashivili,

ex-ministro della difesa ed in passato considerato uno tra gli alleati più stretti di Saakashvili, accusa pubblicamente il presidente di aver tollerato corruzione tra i suoi collaboratori più stretti e di aver pianificato di uccidere il noto imprenditore Badri Patarkatsishvili, uomo più ricco di Georgia e proprietario di Imedi, importante canale televisivo vicino all’opposizione. Lo stesso giorno, annuncia ufficialmente la formazione di un nuovo partito di opposizione, il Movimento per la Georgia Unita.
Due giorni dopo queste dichiarazioni, Okruashvili viene arrestato con accuse di estorsione, riciclaggio di denaro ed abuso di potere.

28 settembre 2007
Una grande folla si raccoglie di fronte al parlamento per protestare contro quello che sembra un arresto politicamente motivato e contro il metodo di governo di Saakashvili.

9 ottobre 2007
Irakli Okruashvili viene rilasciato il 9 ottobre su cauzione (10 milioni di Lari, circa 6 milioni di euro), dopo aver ritrattato le accuse; il 1 novembre lascia la Georgia (andando prima in Germania, poi in Francia), e continua ad attaccare Saakashvili dall’estero.

2 novembre – 7 novembre 2007
Dieci partiti di opposizione, uniti nel Consiglio Nazionale del Movimento Pubblico Unito, organizzano dimostrazioni di protesta per il 2 novembre e per i giorni successivi. L’opposizione indirizza alle autorità una serie di richieste, tra le quali le più importanti sono l’indizione delle elezioni per il parlamento in primavera (invece che in autunno), una riforma del sistema elettorale in direzione proporzionale, una riforma delle commissioni elettorali e il rilascio dei "prigionieri politici".
Il 7 novembre la polizia interviene contro i manifestanti, si segnalano violenze e abusi; 508 i feriti portati in ospedale secondo il Ministero della Sanità.

 In serata, il presidente Saakashvili dichiara lo stato di emergenza, dichiarando che i disordini ero supportati dalla Russia ed erano mirati a destabilizzare il paese e cambiare il governo con mezzi non costituzionali.
Vengono bloccate le trasmissioni di due canali televisivi vicini all’opposizione. La televisione Imedi riprende a trasmettere solo il 12 dicembre.

8 novembre 2007
Il presidente Saakashvili dichiara che lo stato di emergenza durerà ancora per qualche giorno (effettivamente verrà levato il 16 novembre), ma decide di terminare anticipatamente il suo mandato; dichiara quindi che il 5 gennaio avranno luogo nuove elezioni presidenziali, e che per lo stesso giorno sarà indetto un plebiscito per determinare la data delle elezioni del parlamento.

12 novembre 2007
L’opposizione sceglie un candidato comune per le elezioni presidenziali, Levan Gachechiladze, non affiliato ad alcun partito; nove partiti sosterranno effettivamente la sua candidatura il 5 gennaio.

25 dicembre 2007
Vengono rilasciate delle registrazioni in cui Badri Patarkatsishvili, finanziatore dell’opposizione e lui stesso candidato alle elezioni di gennaio, propone ad un alto funzionario del ministero degli interni 100 milioni di dollari, per neutralizzare il ministro degli interni Vano Merabishvili e per creare una rottura all’interno del gruppo di alleati più fedeli di Saakashvili.

Lo stesso Patarkatsishvili ammette successivamente di aver offerto una grande somma di denaro ad un alto funzionario del Ministero degli Interni.

5 gennaio 2008

Si svolgono le elezioni presidenziali. Secondo i dati ufficiali resi noti il 13 gennaio, Saakashvili ottiene il 53, 47% dei voti, Gachechiladze il 25,69%.Seguono proteste dell’opposizione, che accusa il governo di aver falsificato i risultati e richiede un secondo turno delle elezioni. Seguono nuove dimostrazioni dell’opposizione, e nuove richieste.

12 febbraio 2008
Badri Patarkatsishvili muore nella sua residenza nel Regno Unito per infarto.

21 marzo 2008
Nonostante le veementi proteste dell’opposizione, e lo sciopero della fame di alcuni suoi esponenti, il parlamento approva la riforma della legge elettorale che porta a 75 su 150 i parlamentari eletti con sistema maggioritario.

21 aprile 2008

La presidente del parlamento Nino Burjanadze, tra i leader del partito di governo, decide di non candidarsi alle elezioni del 21 maggio, in seguiti a disaccordi sulla composizione delle liste elettorali e di altre recenti nomine.

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