Moldova, vince il PAS, senza se e senza ma

Alle elezioni parlamentari del 28 settembre in Moldova ha vinto nettamente il filo europeo Partito d’Azione e Solidarietà (PAS), fondato dalla presidente Maia Sandu e alla guida del paese dal 2021. Lo spauracchio dei partiti vicini al Cremlino non ha retto alla prova dei fatti

30/09/2025, Gian Marco Moisé Chișinău

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Urna elettorale moldava © Gagarin Iurii/Shutterstock

Il 28 settembre, si sono svolte le elezioni parlamentari in Repubblica di Moldova. Per l’elezione dei 101 deputati del XII Parlamento moldavo, le elezioni si sono svolte con un sistema proporzionale in un’unica circoscrizione elettorale nazionale a turno unico. La soglia di sbarramento era del 5% per i partiti politici e del 7% per le coalizioni elettorali.

Secondo i dati preliminari, l’affluenza alle urne è stata del 52,21%. La diaspora, meno determinante che in passato, conta più di 276.900 voti o il 17,5% circa dei voti totali. Nonostante la cifra sembri bassa, anche alle scorse elezioni politiche del 2021 l’affluenza è stata del 52,3%.

Non si discostano di molto nemmeno i voti di novembre 2024, quello per il referendum col quale si chiedeva ai cittadini se volessero che la Moldova entrasse a far parte dell’Unione Europea (51,75%), e quello presidenziale (54,3% al secondo turno).

Dal punto di vista della partecipazione, quindi, si può dire che hanno partecipato allo scrutinio elettorale il solito numero di votanti. Interessante notare che le percentuali di votanti sembrino aumentare con l’età .

Quel che sorprende la maggior parte dei commentatori è che il Partito d’Azione e Solidarietà (PAS) che ha guidato il paese dal 2021 abbia vinto con un margine così ampio. Con la totalità di seggi scrutinati, PAS ha ottenuto 792.557 voti, o il 50,2%, che gli permettono di avere ancora una volta la maggioranza assoluta dei seggi in Parlamento (55 su 101 totali). 

Lo spauracchio dei partiti vicini al Cremlino non ha retto alla prova dei fatti. La coalizione dei socialisti e comunisti ha ottenuto solo il 24,18% dei voti (381.669 in termini assoluti) e 26 deputati, la coalizione Alternativa del sindaco di Chișinăuha preso il 7,96%, 125.685 voti e 8 deputati, il Partito Nostro di Renato Usatîi il 6,20% (97.852 voti) e 6 deputati, così come il partito Democrazia a Casa che ha raccolto il 5,62% (88.679 voti). 

Anche se c’è da far notare che Il Comitato Elettorale Centrale (CEC) ha escluso due partiti dalla corsa elettorale solo poche ora prima delle elezioni. Primo tra tutti, il partito "Cuore della Moldova", guidato dall’ex governatrice della Gagauzia Irina Vlah, è stato squalificato solo il 25 settembre . Ancora più sorprendente il caso del partito “Grande Moldova” di Victoria Furtună, escluso solo a due giorni dal voto.

È estremamente improbabile che la coalizione patriottica di Dodon e Voronin avrebbe beneficiato molto dalla presenza di Vlah, così come è improbabile che Furtună sarebbe stata in grado di superare la soglia di sbarramento, ma la decisione del CEC, così vicina alla data del voto darà argomenti ai pro-russi che parlano di brogli già da quest’estate.

All’indomani del voto la presidente Maia Sandu ha dichiarato : “Ringrazio tutti i cittadini della Repubblica di Moldova che hanno partecipato al voto di ieri. Ogni voto è stato importante. Abbiamo dimostrato al mondo intero di essere coraggiosi e meritevoli. Non ci siamo lasciati corrompere, spaventare o intimidire. Abbiamo dimostrato responsabilità sia in patria che nella diaspora. Abbiamo dimostrato di saper essere uniti quando il futuro del nostro Paese è in pericolo. La nostra unità ci proteggerà in questi tempi difficili. Il risultato non è di un partito, ma del Paese. Dobbiamo usare questa vittoria per il bene di tutti i cittadini, indipendentemente da chi abbiano votato. Vogliamo tutti la stessa cosa: vivere in pace, in libertà. La via più breve per raggiungere questi obiettivi è la via europea. Il voto di ieri è un voto forte per l’adesione all’Unione Europea.”

Dopo il voto del 28 settembre non cambia molto per la Repubblica di Moldova, presto la presidente dovrà accordarsi col PAS per la formazione di un nuovo governo che non sarà molto differente dal secondo di Recean.

Il proposito elettorale del PAS era quello di portare la Repubblica di Moldova nell’Unione Europea entro il 2028, una dichiarazione ambiziosa che non richiederà solo molto lavoro da parte di Chișinău, ma anche il benestare dei membri dell’Unione Europea.