Missione Ue anche senza status?
Sembrava imminente. Ora la sensazione è quella opposta. Non si arriverà a breve ad una Risoluzione Onu sullo status del Kosovo. E l’Ue deve capire come muoversi rispetto alla missione in sostituzione dell’Unmik alla quale sta lavorando da mesi
Di Gjeraqina Tuhina da Bruxelles e Lussemburgo, per BIRN , 20 giugno 2007 (Titolo originale: EU Ponders Kosovo Mission Without Final Status)
Traduzione a cura di Osservatorio sui Balcani
Mentre alcuni analisti affermano che l’Ue sia in grado di trovare alternative ad una risoluzione Onu che funga da mandato alla prossima missione in Kosovo, diplomatici e funzionari suggeriscono che il problema potrebbe essere risolto attraverso una "Risoluzione di basso profilo" che potrebbe fornire semaforo verde alla missione Ue senza però regolare la questione dello status finale.
Ad un incontro del Consiglio dei ministri, a Lussemburgo lo scorso lunedì, Bruxelles ha confermato il suo sostegno all’inviato speciale Onu Martti Ahtisaari, ribadendo che il suo rapporto consegnato al Consiglio di Sicurezza Onu rappresenta l’unica base per una soluzione della questione Kosovo attraverso una nuova risoluzione Onu.
"Il Consiglio ha espresso il suo sostegno all’intensificazione degli sforzi per assicurarsi che il Consilgio di Sicurezza riesca ad adottare una risoluzione in tempi appropriati", si legge nelle conclusioni dell’incontro di Lussemburgo.
"Il Consiglio ha sottolineato che la Ue rimane pronta a giocare un ruolo significativo nell’implementazione degli accordi sullo status" si aggiunge nel documento. "I preparativi per una futura presenza Ue e internazionale in Kosovo si stanno intensificando in coordinamento con altri attori internazionali".
Alla luce dei recenti rallentamenti e segnali che un accordo sul Kosovo potrebbe non essere in vista l’Ue sta tentando di trovare un modo per dare avvio alla sua attesa missione in Kosovo anche senza aspettare una chiara definizione del suo status territoriale. L’Unione europea sta avviando in sordina i preparativi per avviare una missione di supervisione in Kosovo, anche senza un accordo internazionale sullo status finale.
Un diplomatico Ue ha affermato a Balkan Insight che all’incontro di Parigi della scorsa settimana dei cinque paesi del Gruppo di Contatto meno la Russia, gli europei "erano pronti ad ”aprire” il pacchetto Ahtisaari prendendosi solo quanto riguarda una futura presenza europea e far rientrare il tutto in una proposta di risoluzione".
All’incontro in Lussemburgo il ministro degli Esteri tedesco Walter Steinmeier ha affermato: "Siamo arrivati alla considerazione che necessitiamo di una Risoluzione Onu e faremo di tutto per ottenerla, perché la Risoluzione fornirà le basi per la futura presenza europea in Kosovo".
Il ministro degli Esteri greco Dora Bakoyannis ha espresso un messaggio simile affermando che "la posizione della Grecia è che sia necessaria una Risluzione Onu. Ci serve una cornice legale per entrare in Kosovo".
L’Ue è intanto pronta ad avviare la sua missione, che è pensata per essere la maggiore nella storia dell’Unione.
Ci si aspettava che la missione in Kosovo avrebbe iniziato ad operare immediatamente dopo la soluzione della questione dello status ottenuta con una nuova Risoluzione del Consiglio di Sicurezza. La Russia però si oppone alla bozza di risoluzione proposta dagli Usa e sostenuta anche da alcuni stati Ue, e fondata sulla proposta Ahtisaari, che spinge per una indipendenza "supervisionata" per il Kosovo.
E’ stato riportato che Il ministro degli Esteri tedesco, Frank Steinmeier, avrebbe affermato durante l’incontro ristretto del comitato per gli affari esteri del Parlamento europeo, la scorsa settimana, che anche senza una Risoluzione Onu gli europei potrebbero dover "trovare una soluzione provvisoria".
I funzionari di Bruxelles continuano però a insistere sul fatto che possono assumere il mandato solo dopo una risoluzione. "Per noi una risoluzione è assolutamente vitale", ha affermato un funzionario Ue.
Ma la stessa fonte non ha escluso la possibilità che gli europei possano escogitare una formula che dia alla loro missione una qualche base legale anche senza una chiara definizione dello status.
Analisti indipendenti affermano che questo non è certo impossibile. L’International Crisis Group – ICG – ad esempio, ha già messo in campo vari scenari, più o meno probabili. Il meno probabile è che la Serbia inviti l’Ue a mandare una missione in Kosovo. Il più probabile è che sia lo stesso governo kosovaro ad invitare l’Ue.
Ciononostante, come afferma Sabine Freizier, responsabile in seno all’ICG dell’area Balcani: "Anche quest’opzione sembra quasi impossibile".
"L’Ue è improbabile si accordi su un’unanime riconoscimento del Kosovo", possibile precondizione per una missione, senza la luce verde Onu.
Freizier aggiunge che le opzioni più probabili sarebbero lo stanziamento di una missione che si basa sull’esistente Risoluzione sul Kosovo 1244 o uno stanziamento basato su una nuova Risoluzione minimale, alla quale la Russia non ponga il proprio veto e che presumibilmente non affonti la questione dello status.
Mentre questa opzione sembra incontri sempre maggiori favori tra gli europei che stanno guardando ai diversi modi per far avviare la propria missione in Kosovo a prescindere dalla definizione dello status, gli Usa sembrano avere dubbi su quest’approccio.
Washington continua ad insistere che la prossima Risoluzione Onu sul Kosovo non possa evitare il tema della definizione dello status territoriale. Fonti di Balkan Insight sottolinenao che questa è stata la causa dei disaccordi tra americani ed europei che hanno caratterizzato l’incontro di Parigi.
Il ministro degli Esteri sloveno Dimitrij Rupel, nel frattempo, ha confermato che i ministri degli Esteri europei si incontreranno nuovamente giovedì per discutere di Kosovo ai margini di un summit Ue a Bruxelles, e che il focus della discussione sarà la posizione Ue nel caso probabile nessuna nuova risoluzione venga approvata a New York.