Minacce t[]istiche in Istria
Trovati a Pula volantini firmati "Azione T[]ista Istriana". La sconosciuta organizzazione promette attentati.
Giovedì scorso una organizzazione prima ignota denominatasi "Azione t[]ista istriana" (Ati) ha distribuito numerosi volantini nei quali si afferma che "i vendicatori della giustizia" sono "pronti per l’azione". La Ati annuncia future azioni t[]istiche, e la eliminazione dei più famosi uomini politici istriani, compreso il presidente della regione Ivan Jakovcic e alcuni rappresentanti del parlamento. I volantini sono stati fatti trovare a Pula, il maggiore centro dell’Istria e capoluogo della regione.
La altrimenti pacifica penisola, che in Croazia rappresenta una delle regioni più sviluppate in particolare sotto il profilo turistico, ha accolto i volantini con preoccupazione. Diversamente da altre zone del paese, l’Istria non ha mai conosciuto il t[]ismo. Fatta eccezione per la bomba al monumento "Uccello Istriano", costruito durante la presidenza Tudjman, in Istria non ci sono mai stati attacchi esplosivi, diversamente ad esempio da Zagabria. Nella capitale infatti in passato sono state fatte esplodere diverse bombe, come quella al monumento alla vittime del fascismo, nel cimitero Mirogoj, o quella di fronte al palazzo del Municipio.
I volantini affissi per le strade di Pula affermano che la Ati è stata fondata il primo maggio, non viene specificato dove. Il suo obiettivo sarebbe quello di "ripulire l’Istria dai delinquenti" dato che, secondo gli autori del volantino, i tribunali sono fuori controllo e il paese è governato da criminali.
La Ati minaccia di pronunciare ed eseguire i verdetti da sola, e le punizioni – lesioni fisiche, l’esilio e anche la eliminazione di alcune persone – sarebbero dispensate a seconda dei "crimini" commessi. La organizzazione dichiara che le sentenze saranno eseguite con armi da fuoco, così che il pubblico possa sapere che è stata la Ati a portarle a termine.
La lista dei possibili attacchi della Azione T[]istica Istriana contiene un centinaio di persone. Oltre agli uomini politici, l’elenco contiene anche nomi di avvocati e giudici, insieme ad altre personalità pubbliche.
Mentre Ivan Jakovcic, l’attuale presidente della regione, non si cura delle minacce affermando di esservi abituato, la polizia locale ha annunciato una serie di indagini. I poliziotti stanno prendendo la cosa sul serio e hanno programmato una azione di ampio raggio con l’obiettivo di trovare gli autori del volantino.
Ad oggi si possono fare solo mere supposizioni sui possibili autori di tale azione. I volantini possono provenire da un individuo risentito o da una organizzazione reale pronta a scatenare morte e paura.
Secondo il censimento del 1991, la popolazione dell’Istria comprende il 58% di Croati, il 7% di Italiani e il 2% di Sloveni. Già a quel tempo, il 16% della popolazione locale si dichiarava Istriana, identificando la propria appartenenza regionale e nazionale.
Negli ultimi anni della sua presidenza, Franjo Tudjman era esasperato dal fatto che il suo partito, l’Hdz, non riusciva ad ottenere alcun risultato in Istria. Alle presidenziali del 1997, Tudjman non riuscì ad avere neppure la maggioranza relativa in nessuna delle 11 città istriane. Creò un "consiglio speciale" incaricato dell’Istria, con il compito di "croatizzare" la regione, nel modo che aveva Tudjman di concepire la croatizzazione. Inutile dire che non ha ottenuto alcun successo.
L’Istria ha solo il 4% della popolazione della Croazia, ma il 5,4% degli occupati, e contribuisce per il 6,5% al prodotto nazionale.
La regione istriana è stata la prima in Croazia ad essere inclusa nel Consiglio delle Regioni d’Europa. Nel 2004 l’Istria – probabilmente in cooperazione con il Friuli Venezia Giulia – aprirà propri uffici nel quartier generale della Unione Europea a Bruxelles, per cercare di attrarre progetti nella propria regione. Nel 2005 l’Istria aprirà una propria agenzia indipendente a Bruxelles.
Gli Istriani non nascondono il proprio risentimento nei confronti della politica centralista di Zagabria, che prende molto dalla regione ma restituisce poco. Ciò nonostante, questo risentimento è sempre stato di natura verbale, politica, e non ha mai incluso il t[]ismo.
Vedi anche:
Istria e Vojvodina, voglia di decentralizzare
La questione del bilinguismo in Istria e i rapporti con la Croazia