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Media in Kosovo

Negli ultimi anni i giovani media kosovari hanno registrato un significativo passo avanti, ma la strada per una piena affermazione di un giornalismo indipendente, professionale ed eticamente corretto è ancora lunga

05/09/2005, Jelena Bjelica - Belgrado/Pristina

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La realtà democratica del Kosovo è fragile e in ogni momento, proprio a causa dei deboli e non ancora sviluppati principi di base della democrazia – media liberi e professionali, stato di diritto – può frantumarsi. Secondo il rapporto "Indice di sostenibilità dei media nel 2004", che ogni anno viene pubblicato da IREX (International Research & Exchanges Board), i media kosovari sono "vicini alla sostenibilità", in altre parole in Kosovo si registra un certo progresso per quanto riguarda la normativa e la professionalità. Solo tre anni prima, nel 2001, la stessa organizzazione aveva considerato i media kosovari come "un sistema mescolato insostenibile", ossia come un paese in cui gli standard minimi non vengono rispettati e in cui alcuni segmenti del sistema giuridico e lo stesso governo ci si oppone all’affermazione di media liberi e indipendenti.
La conclusione del rapporto dell’IREX è che uno dei maggiori problemi con cui la società kosovara si confronta quotidianamente è la presenza della missione di pace internazionale, che vede la libertà di espressione prima di tutto come mezzo per mantenere la pace e la sicurezza, in particolare quando sono in questione relazioni interetniche, piuttosto che un diritto umano in generale. Però, il peggior problema dei giornalisti kosovari riguarda senz’altro le condizioni in cui lavorano e la povertà in cui vivono, così come l’inesistenza di un sano sistema sociale in grado di fornirgli una protezione di base.

I media elettronici

Il servizio pubblico di radiodiffusione in Kosovo è svolto dalla Radio televisione del Kosovo (RTK) che è regolata dall’amministrazione temporanea dell’UNMIK. La legge sul lavoro del servizio pubblico di radiodiffusione è in attesa di essere adottata entro la fine del 2005. La RTK è composta di una stazione TV e due stazioni radio: TV Kosovo, Radio Kosova e Blue Sky radio. La TV Kosovo trasmette informazioni in cinque lingue, ciò significa che il 26 percento dei notiziari sono trasmessi nelle lingue delle minoranze. La trasmissione del telegiornale nelle lingue delle minoranze copre circa il 10 percento, mentre l’unica radio multietnica è Blue Sky radio e il giornale radio è diviso in tre lingue: albanese, serbo e turco.

Nel documento Standard per il Kosovo è tratteggiata la strategia per le trasmissioni nelle lingue delle minoranze. Nonostante la RTK non sia un’istituzione responsabile della progettazione di determinate strategie riguardanti questa questione, essa ha creato le condizioni per l’implementazione di questa strategia.

"Oltre al nostro programma per le minoranze, il 9 agosto 2004 abbiamo iniziato una versione TV del notiziario in serbo che viene trasmesso dagli studi di Blue Sky radio, e abbiamo assunto due nuovi conduttori (serbi) per questo progetto", dice il caporedattore della RTK Agim Zatrici.

La nuova legge sul servizio pubblico deve regolare le procedure operative del servizio pubblico di radiodiffusione del kosovo, ed è nato con l’aiuto dell’OSCE e con la partecipazione dei rappresentanti della società civile.

Il giornalista austriaco Daran Gasi è il rappresentante speciale dell’OSCE per i media, responsabile degli standard dei media. Gasi esamina il documento per la riforma dei media ed è consulente per quanto riguarda la proposta di legge che aiuterà i media del Kosovo a mantenere gli standard etici dell’Europa occidentale. Inoltre, Gasi aiuta i media kosovari ad attenersi alle indicazioni dello stesso documento sugli standard.

La legge sulla radiodiffusione è in fase di bozza (marzo 2005) e come sostiene Gasi non sarà terminata finché non si terrà un dibattito pubblico su questa legge, al quale parteciperà il pubblico e i funzionari in una commissione comune che sarà guidata dal governo. L’OSCE svolge un ruolo di consigliere in questo iter.

L’adozione della Legge sulla commissione indipendente per i media funge da modello per la procedura di adozione della Legge che regola il lavoro della RTK: dopo che sarà terminato il disegno di legge e il governo si sarà espresso in merito, la legge sarà inoltrata al parlamento per l’adozione. La commissione parlamentare responsabile di questa legge ha tenuto diverse riunioni con le organizzazioni non governative che operano nel settore dei media, tra le quali: l’Associazione dei giornalisti professionisti e l’Associazione delle emittenti kosovare.

Come risultato di questi incontri, sono state apportate diverse modifiche alla Legge sulla commissione indipendente per i media, la più evidente è l’emendamento sula procedura di interdizione dei programmi in caso di stato d’emergenza. Una parte del disegno di legge prevede che in caso si verifichi una situazione di emergenza il Commissario per i media può ordinare l’interdizione delle pubblicazioni (per i media stampati) o delle trasmissioni dei programmi (per i media elettronici). Questo emendamento è giunto in risposta al comportamento poco professionale dei media durante i disordini del marzo 2004. Secondo il rapporto del Temporary media Commissioner del Kosovo sui fatti del 16 e 19 marzo, "l’RTK insieme ad altre tre televisioni nazionali nella notte tra il 16 e il 17 marzo ha creato un contesto emotivo e politico della storia, intervistando esclusivamente coloro che hanno attribuito la morte dei ragazzi a banditi serbi e a orde di cetnici, non basandosi sui fatti reali".

Il responsabile dell’Associazione dei giornalisti professionisti del Kosovo (APNK) Naser Miftari dichiara di essere moderatamente soddisfatto del processo di creazione delle nuove leggi sui media.

"Se le nostre osservazioni verranno tenute in considerazione durante l’iter, allora saremo soddisfatti di questo processo", dice Miftari. "La partecipazione della società civile (nel processo di creazione del disegno di Legge sulla commissione indipendente per i media) non era terminata, ma era sostanziale".

Dardan Gasi, rappresentante speciale dell’OSCE per i media, dice che la futura Legge sul lavoro dei media in Kosovo passerà attraverso una procedura simile. Gasi è sicuro che tutte le leggi sui media che sono previste dagli Standard per il Kosovo saranno adottate entro la fine dell’estate 2005, cioè entro il termine ultimo previsto.

I media della carta stampata

In Kosovo oggi esistono sette quotidiani con una tiratura complessiva di circa 40.000 copie. Questo pluralismo nella stampa quotidiana è senz’altro un passo avanti, se si tiene presente che negli anni ottanta e nella prima metà degli anni novanta in Kosovo esisteva solo un quotidiano Rilindja con una tiratura complessiva di circa 100.000 copie vendute. Rilindja (resistenza) oggi è già parte della storia dei media kosovari. Nonostante fosse stata proibita, e i suoi giornalisti arrestati, questo giornale oggi non esiste più.

Però, la novità per i media della carta stampata in Kosovo è il Kosovo press codecs , pensato come meccanismo di autoregolazione. Tutti i rappresentanti dei quotidiani in Kosovo simbolicamente firmatari del Codice etico dei giornali si sono impegnati a rispettare le norme in esso contenute. I caporedattori e i direttori responsabili dei sette quotidiani del Kosovo (Express, Koha Ditore, Zeri, Kosova Sot, Epoka e Re, Bota Sot e Lajm) hanno firmato la bozza del Codice giornalistico il 18 marzo 2005 a Pristina.

Per dar vita al Codice etico dei giornali del Kosovo, il 10 agosto di quest’anno è stato fondato il Consiglio giornalistico del Kosovo. Questo Consiglio è l’organo esecutivo di autoregolazione nel campo sensibile delle normative di legge sui media, e come presidente del Consiglio è stato nominato Willelm Houwen, olandese, che per una lunga serie di anni attraverso le attività di Press Now e OSCE ha lottato per la democratizzazione e la professionalizzazione dei media nella ex Jugoslavia. Il Codice dei giornali kosovari è formulato su un accordo comune sui limiti che può raggiungere la libertà d’espressione sui media stampati, tenendo in considerazione la violazione per diffamazione e la legge sulla privacy che sono parte del Codice penale.

"Il codice per i giornali, il Consiglio dei giornalisti e la Commissione indipendente per i media, sono tutti meccanismi di autoregolazione e che sono stati creati in sostituzione delle effettive e pesanti leggi adottate dal parlamento. Il livello di osservanza fungerà inoltre da indicatore dello sviluppo democratico della società. Detto più precisamente, il Kosovo ha una lunga strada davanti a sé, finché i media di questa regione dovranno subire la mancanza di professionalità e di etica giornalistica", conclude Dukagjin Gorani, caporedattore responsabile del quotidiano di Pristina Express e uno dei promotori della creazione del codice e del consiglio dei giornalisti.

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