Media e politica: abusi reiterati

Le intemperanze di un ministro in carica dimostrano quanto è fragile in Serbia la libertà di espressione, cinque anni dopo la fine del regime Milosevic. Un articolo di Transitions Online

08/09/2005, Redazione -

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TOL

Di Igor Jovanovic, per Transitions Online, 22 agosto 2005 (titolo originale: "Serial Abuse").
Traduzione per Osservatorio sui Balcani: Carlo Dall’Asta

BELGRADO, Serbia e Montenegro – La coalizione al governo in Serbia ha sempre avuto un rapporto conflittuale con i media, ma un livello ancora più basso è stato raggiunto il 15 agosto, quando il Ministro per gli Investimenti in Capitale, Velimir Ilic, ha insultato e minacciato lo staff della stazione radiotelevisiva B92 di Belgrado.

Il pessimo carattere di Ilic non ha solo ha solo avuto come conseguenza una azione legale ma probabilmente affretterà il declino della già evanescente popolarità del governo.

Le poco convincenti scuse di Ilic ai media e l’approccio del governo all’incidente, coi guanti di velluto, hanno provocato decise reazioni da parte delle organizzazioni internazionali che si occupano di libertà dei media, e le associazioni dei giornalisti serbi stanno dibattendo con preoccupazione se la posizione dei giornalisti nel Paese sia in qualche modo migliorata dalla deposizione del regime di Slobodan Milosevic nell’ottobre 2000.

Il Consiglio dei Ministri Serbo ha dibattuto l’intemperanza di Ilic, l’ultima di una lunga serie, per più di un’ora durante la sua sessione del 18 agosto, e i resoconti dei media hanno suggerito che la discussione è stata animata. Ma il governo di minoranza di Vojislav Kostunica non si può permettere di perdere un partner della coalizione a questo punto, e Ilic, leader del partito Nuova Serbia, ha mantenuto il suo posto.

"Per voi costruiremo un manicomio"

Una giornalista dell’influente stazione radiotelevisiva B92, Ana Veljkovic, ha interrogato Ilic prima di una conferenza stampa il 15 agosto riguardo al suo preteso coinvolgimento nella revoca delle accuse contro Marko Milosevic, figlio dell’ex presidente jugoslavo Slobodan Milosevic.

I procuratori hanno revocato le accuse dopo che un ex membro dell’opposizione serba anti-Milosevic, ora appartenente a Nuova Serbia di Ilic, che accusava Marko Milosevic di averlo rapito e minacciato con una motosega, ha cambiato la sua deposizione e ha sostenuto di non ricordare l’incidente.

I media serbi hanno suggerito che la vittima avrebbe cambiato la sua testimonianza dopo aver parlato con Ilic. Il ministro in effetti ha confermato la conversazione, in cui egli avrebbe sostenuto che il perdono sarebbe stato "umano e cristiano".

La Veljkovic ha detto a TOL che il portavoce di Ilic, Petar Lazovic, ha reagito alla domanda riguardo al ruolo di Ilic minacciando di "uccidere Veran Matic", il direttore di B92.

Durante la conferenza stampa, la Veljkovic ha interrogato Ilic riguardo alle minacce fatte dal suo portavoce pochi minuti prima. In risposta, Ilic ha dato il via a una serie di insulti e minacce contro Matic e i suoi reporter. Il ministro ha detto alla giornalista di B92 che essi erano veri "casi psichiatrici" e ha aggiunto: "costruiremo un manicomio per voi, ve lo prometto".

Lazovic è andato dalla Veljkovic dopo la conferenza stampa per negare di aver fatto quelle minacce, ma anch’egli ha insultato Matic davanti alle telecamere.

Anche dopo l’incidente, Ilic non era assolutamente dell’umore di calmare le acque. Il giorno seguente, durante un’apparizione a un programma televisivo locale, ha accusato i giornalisti di B92 di "condurre una campagna anti-serba" e di essere sul libro paga dell’Unione Europea e dei gruppi statunitensi. Un linguaggio analogo era stato spesso usato contro B92 dal regime di Milosevic, prima di cadere nell’ottobre 2000. Molti osservatori vedono la revoca delle accuse contro Marko Milosevic come l’inizio della riabilitazione della famiglia Milosevic.

Il comportamento di Ilic ha provocato una valanga di reazioni critiche, che hanno già influenzato negativamente l’immagine del governo.

Le associazioni della stampa in Serbia raramente si trovano d’accordo su qualcosa, ma unanimamente hanno condannato Ilic. L’Associazione dei giornalisti indipendenti della Vojvodina ha chiesto che "si ponga fine al comportamento bullesco del ministro". L’associazione ha detto che nonostante le minacce e gli insulti i giornalisti "non devono smettere di descrivere l’orrore politico e le persone che cercano di spingere la Serbia indietro nel Medio Evo, come pure il sistema di valori deviato che domina questo Paese".

Il presidente dell’Associazione dei giornalisti indipendenti di Serbia, Nebojsa Bugarinovic, ha detto a TOL che i giornalisti avrebbero dovuto reagire all’unisono chiedendo che il governo "si occupi del comportamento di uno dei suoi ministri". Alle sue parole ha fatto eco l’Associazione dei giornalisti di Serbia, il cui presidente Nino Brajovic ha pure invocato la solidarietà tra i media.

Anche il Presidente serbo Boris Tadic si è espresso chiaramente in seguito allo scandalo: "Essere rudi e primitivi non deve mai diventare una caratteristica dei funzionari di governo" ha detto. "Un simile comportamento non deve distogliere l’attenzione dall’esigenza che il pubblico sappia la verità, sul coinvolgimento del ministro Ilic nel processo di revoca delle accuse contro Marko Milosevic" ha detto Tadic. Il suo Partito Democratico (DS) e diversi altri partiti di opposizione hanno chiesto le dimissioni di Ilic.

Ilic resta

Il direttore di B92, Matic, ha inviato una lettera al Primo Ministro Kostunica per chiedere che il governo prenda una posizione chiara sul comportamento del suo ministro, licenziandolo. Si è trattato di qualcosa di più di una "mancanza di buongusto", ha scritto Matic. "È trasparentemente chiaro a quale ambito politico appartenga l’idea di piazzare nei manicomi e negli ospedali le persone considerate indesiderate e diverse". Ha continuato: "L’assenza di una Sua reazione trasmetterà il chiaro messaggio che Lei accetta e sostiene questo tipo di comunicazione con i media da parte dei massimi funzionari di governo".

Matic ha anche intentato un’azione legale contro il portavoce di Ilic, Lazovic.

L’analista Djordje Vukadinovic ha detto a TOL che il caso Ilic non metterà a repentaglio la stabilità del governo. Invece, ha suggerito che l’episodio viene già utilizzato dai membri della coalizione G17 Plus e dal Movimento di Rinnovamento Serbo (SPO), nel tentativo di rafforzare la loro posizione all’interno del governo e di strappare concessioni a Kostunica e al suo Partito Democratico di Serbia (DSS).

Una volta che è stato chiaro che il governo non avrebbe censurato il comportamento di Ilic, la pressione internazionale sul governo di Kostunica è cresciuta.

Il coordinatore europeo del Comitato per la Protezione dei Giornalisti (CPJ), con sede a New York, Alex Lupis, ha criticato decisamente il governo per il suo atteggiamento verso i media. In una dichiarazione alla redazione serba di Voice of America, Lupis ha detto che una reazione da parte del procuratore e della polizia alle minacce rivolte a Matic mostrerebbe che le attuali autorità serbe si impegnano a difendere la libertà di espressione. "È ben noto che il gabinetto di Kostunica coopera strettamente con il Partito Socialista di Serbia quello di Slobodan Milosevic, che si porta dietro un fardello davvero negativo dagli anni ’90, in cui i media venivano oppressi. Io penso che è giustificabile preoccuparsi che il governo, a cui non importa molto di garantire i diritti umani, possa attaccare i media con un’animosità anche maggiore", ha detto Lupis.

Reporters Sans Frontieres (RSF) ha espresso apprezzamenti simili: "Il fatto che dei politici reagiscano in questo modo a una domanda a cui non vogliono rispondere rivela quanto è fragile la libertà dei media in Serbia e Montenegro" ha sostenuto RSF. In una lettera a Kostunica e al ministro della Giustizia Zoran Stojkovic, l’Organizzazione dei Media del Sud Est Europa (SEEMO) ha domandato che vengano intrapresi al riguardo i necessari passi legali, facendo notare che questa era "una molto grave e diretta violazione della libertà dei media e dei diritti dei giornalisti".

Una sorta di scuse

Ma perfino dopo tutte queste pressioni, Ilic si è rifiutato di scusarsi con i reporter di fronte alle telecamere. Al posto, ha inviato una secca dichiarazione all’agenzia di stampa governativa Tanjug il 18 agosto. "Sono spiacente se le mie dichiarazioni hanno offeso dei giornalisti perché questa non era la mia intenzione, né miravo ad insultare", ha detto nella dichiarazione. "Certamente proteggerei qualsiasi giornalista in pericolo. Ciascuno dovrebbe svolgere il proprio lavoro onestamente, responsabilmente e per il bene comune. Io da parte mia spero di farlo".

Le scuse di Ilic non hanno soddisfatto molto Bugarinovic dell’Associazione dei giornalisti indipendenti di Serbia. Comunque, ha detto a TOL, in una atmosfera così surriscaldata è stato pur sempre un passo nella giusta direzione.

Ma non c’è da sperare molto che questo sia l’ultimo scontro di Ilic con i reporter. Egli ha insultato i giornalisti in diverse precedenti occasioni: nel 2001 ha verbalmente attaccato ed insultato il giornalista di B92 Olja Beckovic, nell’ottobre 2002 ha insultato un giornalista di TV Cacak, e nel giugno 2003 ha preso a calci un reporter televisivo di Novi Sad, Vladimir Jesic.

Ogni incidente è avvenuto dopo che i giornalisti avevano posto a Ilic domande scomode.

Ilic non ha dovuto rispondere per nessuno di questi incidenti perché egli godeva dell’immunità parlamentare o ministeriale quando essi sono avvenuti.

L’ultimo incidente è particolarmente preoccupante se si considera quello che è accaduto ad alcuni colleghi di Veran Matic in passato. L’11 aprile 1999 il giornalista Slavko Curuvija, un oppositore del regime di Milosevic, fu ucciso a colpi d’arma da fuoco fuori dalla sua abitazione. Nel giugno 2001, dopo la caduta di Milosevic, anche il giornalista Milan Pantic, autore di inchieste sulla corruzione, venne assassinato.

In nessuno dei due casi furono trovati i colpevoli.

I giornalisti serbi sono più che mai determinati a non lasciare che accada ancora qualcosa di simile.

Igor Jovanovic è un giornalista di Belgrado.

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