Mare, montagna e crisi

La Georgia ha un grande potenziale turistico (mare, montagne, antichi centri abitati, castelli e chiese), ma instabilità politica, conflitti e crisi economica la rendono poco attraente per i visitatori occidentali

19/06/2009, Tengiz Ablotia - Tbilisi

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Batumi (onbangladesh/flickr)

La guerra e la crisi mondiale hanno colpito duramente tutti i settori dell’economia georgiana, ma il settore del turismo, che aveva iniziato a riprendersi negli ultimi 2-3 anni, è quello che probabilmente ha subíto perdite più forti. Bisognerà quindi ricominciare dall’inizio.

Il potenziale turistico

La Georgia ha un enorme potenziale per tutti i tipi di turismo, sia esso culturale, di mare, di montagna, ecologico o sportivo. Il tutto è reso semplice anche dalle ridotte dimensioni del paese (70.000 kmq): le diverse zone turistiche sono lontane al massimo un paio d’ore di viaggio l’una dall’altra. Ad esempio, la costa del mar Nero dista non più di mezz’ora da luoghi di turismo d’alta montagna.

Probabilmente, per i cittadini occidentali la Georgia è più interessante dal punto di vista del turismo ecologico e culturale. In questo paese ci sono moltissime regioni montante con un ridotto numero di abitanti (Svaneti, Racha, Tusheti, ecc.). Là la vita non è cambiata quasi per niente nel corso dei secoli, anche se negli ultimi anni si sono fatti notevoli passi avanti per quanto riguarda lo sviluppo delle infrastrutture. Si sono costruite strade, è garantita una costante fornitura elettrica, sono comparsi hotel privati e le autorità sono riuscite a combattere la criminalità che era molto diffusa in queste aree. Viaggiare in queste regioni selvagge non comporta ora praticamente alcun rischio per cittadini stranieri.

Dal punto di vista del turismo culturale, la Georgia ha molto da offrire: antichi castelli, chiese e alcune città che sono state recentemente restaurate: la capitale Tbilisi, Batumi (situata sul lungomare), Kutaisi (centro della Georgia occidentale), la cittadina di Signakhi nella Georgia orientale o Mtskheta, l’antica capitale della Georgia. È vero, tutto questo è rovinato dalla tremenda archittetura sovietica e dai brutti condomini costruiti al tempo di Chruščёv. Però di norma i quartieri centrali delle città, interessanti per la loro architettura inusuale e originale, sono separati dai quartieri sovietici. In questo modo, il turista straniero ben organizzato" può non notare affatto lo squallore sovietico.

La Georgia ha diversi luoghi ideali per il turismo sciistico montano, come ad esempio Gudauri e Bakuriani, dove ci sono soprattutto alberghi rispettabili e di piccole dimensioni, ma anche luoghi per chi cerca l’alta montagna, come Borjomi, Shovi, ecc.

La zona turistica di mare è lunga circa 60 km e non è di particolare interesse per i turisti occidentali. Le infrastrutture sono al livello di Sochi e della Crimea e il servizio è lontano dagli standard occidentali. Certo, un servizio del tutto rispettabile, ma niente che non si possa trovare ad un livello più alto in Egitto, in Turchia o Croazia, per non parlare di Francia, Italia o Spagna. Le zone di mare georgiane sono frequentate soprattutto da residenti locali o da cittadini armeni.

Nel complesso quindi, in Georgia c’è molto da vedere. Una serie di circostanze impediscono però lo sviluppo del turismo.

Una questione di immagine

Negli anni ’90 tutti confondevano la Georgia con l’omonimo stato americano e forse la situazione non è migliorata di molto. Si racconta che durante il conflitto dello scorso agosto molti americano fossero incredibilmente sorpresi che i russi avessero osato invadere il territorio degli Stati Uniti. "Russi ad Atlanta? Impossibile", dicevano gli americani. Solo più tardi hanno scoperto che c’è un paese che per una inspiegabile coincidenza ha lo stesso nome dello stato americano.

Per far sì che la Georgia sia nota al mondo almeno tanto quanto la Croazia o la Serbia serviranno molti anni, anche perché per 200 anni è scomparsa dalle carte geografiche del mondo e non era altro che la provincia meridionale di un grande impero.

Per quanto riguarda la questione dell’immagine, bisogna riconoscere che a prima vista il nostro paese non sembra particolarmente attraente; negli ultimi anni ci sono state tre guerre, due rivoluzioni, costanti proteste e strade bloccate.

Il fatto che le guerre abbiano avuto luogo solo localmente ed in regioni ben determinate e che l’instabilità politica degli ultimi due anni non influenzi in alcun modo la vita quotidiana dei residenti e tantomeno quella degli stranieri, passa in secondo piano. E d’altra parte, a chi importa? Al mondo ci sono circa 200 paesi, un posto dove andare si trova sempre.

Il paradosso è che cittadini occidentali vanno in massa in paesi molto più pericolosi per gli stranieri, ad esempio in Colombia o in Bolivia, oppure in paesi più poveri e meno attrezzati dal punto di vista delle infrastrutture come il Kenia o la Tunisia. La differenza è che in questi paesi ci vanno da tanto tempo, e la loro attrattiva turistica è ormai nota da decenni.

La Georgia deve quindi presentarsi nuovamente al mondo, anche perché un minuto di carri armati russi in onda sulla CNN può distruggere cinque anni di lavoro dedicati a creare un’immagine positiva.

La realtà

Attualmente, il settore del turismo si trova in una fase di attesa, perché sta per cominciare la stagione turistica.

Non vi è dubbio che si registrerà un calo. Se le conseguenze della guerra dello scorso agosto sono state ormai superate, la crisi economica mondiale è ancora nella sua fase acuta.

Una delle principali compagnie turistiche georgiane, l’Intertur, specializzata in turismo montano per cittadini stranieri, ha recentemente reso pubblica una statistica sconfortante.

Dopo la guerra di agosto, l’Intertur ha portato in Georgia solo 35 turisti, mentre nello stesso periodo del 2007 ne erano arrivati 180-200. Bisogna tenere presente che questo include anche il periodo dopo il conflitto di agosto, quando la crisi non si sentiva ancora. Anche gli altri operatori turistici si trovano in una situazione simile.

Le statistiche mostrano una generale riduzione del numero dei visitatori. Nel gennaio di quest’anno sono arrivati in Georgia dall’Europa 133.018 persone mentre nello stesso mese del 2008 ne erano arrivati 151.528. Chiaramente, non bisogna collegare questa cifra direttamente con il settore del turismo perché solo una piccola parte di chi visita la Georgia viene effettivamente per turismo. In ogni caso, queste cifre non lasciano dubbi, il settore turistico quest’estate soffrirà molto.

Il colpo sarà meno forte per il turismo di mare, anche perché sulla costa georgiana del mar Nero vanno sostanzialmente cittadini locali o armeni (nel 2007, circa 70.000 persone) e un numero ridotto di cittadini della Turchia, dell’Azerbaijan o dell’Ucraina.

Secondo le previsioni, circa 170-180.000 persone andranno in vacanza al mare in Georgia, per la maggior parte cittadini georgiani.

Nel complesso, la situazione per quanto riguarda il turismo nel paese è molto difficile e attualmente non è chiaro come si possa uscire da questa situazione. Per vedere una ripresa nel settore turistico bisognerà attendere la fine della crisi economica mondiale e non permettere che abbia luogo un altra guerra con la Russia. Purtroppo però, né l’una ne l’altra cosa dipendono davvero dalla Georgia.

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