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Marcia della Pace 2013 – Mario Salzano

La memoria collettiva pubblica e quella personale privata camminano insieme sulla strada che da Nezuk giunge a Potocari; 71 chilometri, per ripercorrere al contrario il percorso seguito nel 1995 verso la salvezza dai pochi che scamparono alla strage di Srebrenica. Fotoreportage realizzato da Mario Salzano

I territori attraversati appartengono ad una delle regioni più interessanti, sul piano paesaggistico e antropico, della Bosnia orientale. La Bosnia dei villaggi che sbucano all’improvviso lungo i sentieri di montagna. La Bosnia del tempo che non scorre. Migliaia di persone insieme in uno dei più importanti rituali di catarsi collettiva del nostro secolo, ripercorrono i sentieri che da Srebrenica portano fino a quelli che, una volta, erano i territori liberati nei dintorni di Tuzla, a Sapna, a Nezuk. Tre giorni di cammino nella direzione opposta rispetto a quella del luglio del 1995 portano ai territori dove la Memoria tiene in ostaggio il passato recente di un Europa sempre più distratta. Srebrenica, Potocari, il vocio della folla composta dinanzi al mistero della morte inflitta all’uomo per mano dell’uomo.  

I territori attraversati appartengono ad una delle regioni più interessanti, sul piano paesaggistico e antropico, della Bosnia orientale. La Bosnia dei villaggi che sbucano all’improvviso lungo i sentieri di montagna. La Bosnia del tempo che non scorre. Migliaia di persone insieme in uno dei più importanti rituali di catarsi collettiva del nostro secolo, ripercorrono i sentieri che da Srebrenica portano fino a quelli che, una volta, erano i territori liberati nei dintorni di Tuzla, a Sapna, a Nezuk. Tre giorni di cammino nella direzione opposta rispetto a quella del luglio del 1995 portano ai territori dove la Memoria tiene in ostaggio il passato recente di un Europa sempre più distratta. Srebrenica, Potocari, il vocio della folla composta dinanzi al mistero della morte inflitta all’uomo per mano dell’uomo.  

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