Macedonia: sotto il fuoco incrociato
Ljubica Grozdanovska Dimishkovska è giornalista e analista politica. Ha contribuito a redarre il recente rapporto "Nazioni in transito" di Freedom House, finendo sotto il fuoco incrociato di colleghi e politici. Un approfondimento
Negli ultimi tre anni Ljubica Grozdanovska Dimishkovska ha contribuito alla realizzazione di Nazioni in transito (NiT) , il report annuale sullo stato della democrazia nel mondo redatto da Freedom House. Quest’anno è a firma sua la scheda relativa alla situazione in Macedonia.
Il rapporto NiT è uscito lo scorso 12 giugno. La Macedonia ha ottenuto nel complesso una valutazione inferiore rispetto all’anno precedente ed è stata degradata da paese con una “democrazia semi- consolidata” a “democrazia di transizione o regime ibrido”.
Contro il rapporto, in Macedonia, si è levato un coro di critiche da parte di tv, carta stampata e media on-line. Freedom House è stata duramente attaccata sostenendo che l’organizzazione con sede negli Usa sia poco credibile perché finanziata dal miliardario George Soros. In articoli simili (se non identici) apparsi sui quotidiani Kurir, Republika, E-vesti si è inoltre affermato che si tratterebbe dell’ennesimo tentativo di denigrare la Macedonia per servire gli interessi del partito principale dell’opposizione, i socialdemocratici dell’SDSM, e della Grecia.
Sotto attacco
Anche Ljubica Grozdanovska Dimishkovska – autrice delle pagine sulla Macedonia nel NiT 2014 – è stata accusata implicitamente di servire da bocca da fuoco dell’opposizione e di Soros.
Lei non ne è rimasta sorpresa, una reazione simile se l’aspettava. "L’anno scorso i media vicini al governo non mi hanno attaccata direttamente, ma hanno attaccato Freedom House”, aveva dichiarato la Dimishkovska ad Osservatorio Balcani e Caucaso lo scorso 11 giugno, il giorno prima che il rapporto venisse reso pubblico. “Quest’anno mi aspetto invece che sia diverso. E che attaccheranno direttamente me”.
Nelle varie critiche arrivate dai media vicini al governo è stato anche affermato che oltre a collaborare con Freedom House, la Dimishkovska è anche una collaboratrice del settimanale Fokus. Quest’ultimo è noto per le sue posizioni critiche nei confronti del partito al governo, il VMRO-DPMNE guidato dal primo ministro Nikola Gruevski. Ad esempio il servizio televisivo sul NiT 2014 trasmesso da "Sitel TV", aveva come sottopancia la scritta: “Scandalo: una giornalista di Fokus è l’autrice del rapporto di Freedom House”.
"Scrivevo per Fokus, il settimanale, tre anni fa. Da allora non ho scritto per loro una singola frase”, ha chiarito ad OBC la Dimishkovska.
Il rapporto di Freedom House, come del resto avviene anche in altri paesi, in Macedonia è stato utilizzato strumentalmente per la battaglia politica interna. “Il principale partito d’opposizione, l’SDSM, ha immediatamente diffuso un comunicato stampa nel quale si affermava che il rapporto Nazioni in transito ha confermato che il primo ministro Gruevski sta conducendo politiche deleterie per la Macedonia”, ha sottolineato la Dimishkovska “e io mi sono ritrovata in mezzo al fuoco incrociato. Di fatto il comunicato stampa dell’SDSM ha premuto il bottone d’avvio della macchina di propaganda dei media, per la maggior parte pro-governativi. Questo è il motivo per cui non hanno attaccato solo Freedom House ma anche me”.
Media: scarsa indipendenza
Nel NiT, rispetto all’anno precedente, il punteggio della Macedonia è sceso da 3.93 a 4.00. La ragione principale del declino è il peggioramento in particolare in due delle sette categorie tematiche su cui si concentra l’indagine: indipendenza dei media e corruzione.
“La situazione dei media nel paese è in continuo peggioramento. Vi è pluralismo solo nel senso che vi sono molte testate, ma sono tutte controllate dai partiti politici al potere”, sottolinea la Dimishkovska.
Il costante peggioramento della situazione dei media in Macedonia è stato evidenziato in questi anni da numerosi enti internazionali che si occupano di libertà d’espressione. In questo campo nel rapporto NiT 2010 la Macedonia aveva ottenuto 4.25 ed è salita a 5.00 quest’anno.
“Vi è una metodologia molto specifica che dobbiamo seguire nel stendere questi rapporti. Prima di scrivere la parte relativa ai media ho realizzato una ricerca estesa e approfondita su come i media, la società civile, la Commissione europea e altre organizzazioni internazionali hanno seguito tutti i più rilevanti fatti accaduti in Macedonia nel 2013”.
Uno dei fatti che – secondo il NiT – ha causato il deterioramento della libertà di stampa nel paese è stata la vicenda che ha coinvolto il giornalista macedone Tomislav Kezarovski. Quest’ultimo, ai tempi dell’arresto, avvenuto nel maggio 2013, lavorava per il quotidiano di Skopje Nova Makedonija. Il suo arresto è legato alla pubblicazione sul mensile Reporter 92, nel 2008, di due articoli su un caso di omicidio. L’accusa è quella di aver rilevato il nome di un testimone protetto. Kezarovski è stato tenuto cinque mesi in custodia cautelare prima che una corte di Skopje gli comminasse una condanna a 4 anni e mezzo, nell’ottobre scorso. Dopo forti pressioni internazionali la pena gli è stata commutata dalla detenzione agli arresti domiciliari.
Contro la sentenza, nell’ottobre scorso, sono scesi in piazza i giornalisti macedoni. “Hanno organizzato una manifestazione di fonte al Museo dell’Indipendenza a Skopje, e sono stati aggrediti dalla polizia”, ricorda la Dimishkovska .
Tra gli altri avvenimenti che hanno contribuito al basso punteggio assegnato alla Macedonia nel rapporto di Freedom House la giornalista macedone cita l’espulsione forzata di giornalisti dal parlamento durante la discussione della finanziaria il 24 dicembre del 2012. Il fatto portò ad alta tensione politica ed ebbe un impatto negativo nei mesi successivi sul dialogo tra governo e giornalisti e bloccò le contrattazioni in atto con l’Associazione dei giornalisti della Macedonia (AJM) su importanti questioni relative alla libertà dei media nel paese.
Anche la strumentalizzazione della pubblicità pubblica quale strumento di limitazione dell’indipendenza dei media è stata citata dagli autori del rapporto come fonte di preoccupazione. “I media nel paese sono sempre più dipendenti dal sostegno che arriva dal governo tramite la pubblicità pubblica e questo contribuisce alla loro politicizzazione e ad una perdita di credibilità nei confronti dei lettori”, commenta la Dimishkovska.
Scarsa trasparenza
Un’altra critica mossa al rapporto NiT riguarda la nuova legge macedone sui Media e sui Servizi audiovisivi, approvata del 2013. Nel NiT si definisce il processo che ha portato alla riforma come “non trasparente”. Molti media locali hanno ribattuto che vi sono state al contrario numerose consultazioni, e alcune televisioni non hanno esitato a ritrasmettere immagini d’archivio di quegli stessi incontri.
“Io ritengo che – e non ho paura a dirlo – sia stato un processo non trasparente”, afferma Ljubica Dimishkovska. “La dinamica è questa: si vuole fare una riforma, si presenta il disegno di legge ai media pro-governativi che lo pubblicizzano come un ottimo progetto che deve essere approvato. Solo in un secondo momento si avviano le consultazioni per dimostrare di essere trasparenti, di essere aperti alla cooperazione. In realtà tutto è già stato deciso prima… quindi per me questo non significa trasparenza”. Per quanto riguarda ad esempio la nuova legge sui media numerose riserve erano state presentate ad esempio dall’Istituto macedone per i media, dall’AJM e da altri, ma, secondo la giornalista macedone, non sarebbero mai state prese in considerazione: “Di fatto tutto era già stato deciso”.
Ljubica Grozdanovska Dimishkovska ritene sia inutile ribattere pubblicamente alle accuse che le vengono mosse. "La mia vita e il mio lavoro parlano per me. Prima o poi la verità emergerà”, afferma, non senza ricordare che purtroppo la situazione dei media in Macedonia è peggiorata anche nel 2014 e questo verrà sottolineato nel rapporto NiT dell’anno prossimo.