Macedonia: lo sciopero del tabacco
I coltivatori di tabacco minacciano di bruciare l’intera produzione se non pagati adeguatamente. La "Makedonija Tabak" corre ai ripari.
Anche quest’anno i produttori di tabacco macedoni hanno problemi legati alla vendita del prodotto grezzo. La "Makedonija Tabak", ditta statale che ogni anno acquista tutta la produzione dei coltivatori macedoni, ha annunciato di non avere sufficiente liquidità per pagare tutti i produttori ed ha richiesto dei sussidi statali.
La reazione dei produttori è stata dura: hanno minacciato di bruciare l’intera produzione se non pagati in modo equo per il loro lavoro. La "Makedonija Tabak", spaventata dalla prospettiva, ha repentinamente fatto marcia indietro annunciando di aver trovato i fondi necessari per acquistare il tabacco e di prevedere un aumento del prezzo di acquisto per il tabacco di migliore qualità.In alcuni commenti, apparsi su quotidiani macedoni, si sottolinea come in ogni caso la "Makedonija Tabak" è sicura di futuri introiti anche perchè il prezzo del tabacco macedone è sensibilmente inferiore a quello vigente sui mercati mondiali.
Il settore del tabacco non è certo marginale in Macedonia. Basti considerare che nell’ex-Jugoslavia questa repubblica era la maggior produttrice di foglie di tabacco e di sigarette. Per capirne l’impatto alcune cifre relative al 1993, fornite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità: 26,8 milioni di dollari guadagnati grazie all’export di sigarette, 45,5 milioni grazie all’export di tabacco grezzo; nello stesso anno per importare sigarette erano stati spesi 3,1 milioni di dollari e per importare tabacco grezzo circa 23,3 milioni di dollari. Si registrava dunque un sensibile avanzo nelle bilancia dei pagamenti del settore.
Per la felicità dei molti fumatori, forse troppi, e soprattutto dei produttori di sigarette, anche quest’anno è stato sventato il pericolo. Il tabacco macedone non andrà inutilmente in fumo.