Macedonia, il lato oscuro del tifo organizzato

L’omicidio di un giovane tifoso a Skopje ha riportato in primo piano in Macedonia questioni mai risolte nel mondo del tifo organizzato: dalla presenza di ideologie intolleranti ai legami – spesso opachi – con la politica

26/07/2018, Ilcho Cvetanoski - Skopje

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Foto Pixabay

Mentre i tifosi di calcio si concentravano sulla fase finale della Coppa del Mondo in Russia, il mondo sportivo macedone è stato colpito da un tragico evento. Un tifoso della squadra di calcio "Vardar", di 21 anni, è morto in ospedale dopo essere stato gravemente percosso in pieno giorno da tre sostenitori del club rivale "Shkupi", tutti di età compresa tra i 19 e i 20 anni.

L’incidente, oltre ad avere una connotazione etnica – di etnia macedone la vittima, albanese gli aggressori – ha messo in luce diverse questioni legate al calcio che la società macedone trascura da molto tempo: razzismo e incitamento all’odio prima, durante e dopo gli eventi sportivi, teppismo e lo stretto legame tra partiti politici e tifo organizzato, con protezione politica e manipolazione degli ultras per scopi politici.

Lo stretto legame tra partiti politici – prevalentemente conservatori – e tifo organizzato è considerato il problema più inquietante e uno dei motivi per cui il fenomeno non è ancora stato affrontato dalle istituzioni in maniera decisa e sistematica.

L’incidente

Il 29 giugno, verso le 17.30, Nikola Sazdovski, 21 anni, soprannominato "Sazdo", è stato aggredito mentre aspettava con la sua ragazza ad una fermata dell’autobus ad Avtokomanda, distretto di Skopje. La vittima è stata avvicinata da tre ragazzi in Mercedes. Secondo una versione, i ragazzi gli hanno chiesto se fosse "Sazdo", e una volta ricevuta conferma sono usciti dalla macchina e hanno iniziato a picchiarlo. Secondo un’altra versione, gli aggressori hanno notato "Sazdo" e sono usciti subito dalla macchina per picchiarlo.

Dopo l’incidente, Sazdovski è stato ricoverato in ospedale, e in meno di un giorno la polizia ha arrestato due dei tre sospetti, entrambi di Skopje, mentre è ancora ricercato il terzo. Il giorno dopo, l’incidente è stato classificato dalla polizia come aggressione, ma le gravi condizioni della vittima non sono state menzionate nel rapporto. Tale negligenza, insieme alla copertura poco professionale da parte di alcuni oscuri siti di informazione filo-governativi, ha portato a speculazioni sul fatto che tale incidente non fosse mai accaduto, che il ragazzo non fosse in pericolo di vita, e ha alimentato teorie cospirazioniste su moventi e identità degli aggressori. Durante i 10 giorni trascorsi in ospedale da Sazdovski, le principali agenzie di stampa hanno mancato di fornire un’accurata copertura dell’incidente, che è stato ampiamente riportato solo dopo la morte del ragazzo.

Al momento il movente non è chiaro, poiché i sospettati sono rimasti in silenzio. Le informazioni disponibili nei media sono ufficiose o mere speculazioni. Alcuni media hanno sottolineato che si tratta di un tipico caso di violenza legata al calcio, mentre altri lo hanno caratterizzato come crimine d’odio, così come il Comitato di Helsinki per i diritti umani della Macedonia. Secondo diversi media, l’incidente era stato preceduto per giorni da minacce e incitamento all’odio tra Sazdovski e gli indiziati su Facebook.

Ultras o hooligan?

Come in altri paesi con una forte cultura calcistica, il tifo in Macedonia è parte integrante della scena sportiva. Esistono chiare distinzioni tra diversi tipi di gruppi di tifosi: gruppi di sostenitori ufficiali, ultras e hooligan. I gruppi ufficiali fungono da intermediari tra i funzionari e i tifosi del club, proteggendo al contempo gli interessi di tutti i fan. Gli ultras sono i sostenitori più vocali e impegnati e operano indipendentemente dal club; tuttavia, come i tifosi che creano atmosfera durante le partite, sono spesso supportati dal club. Infine, gli hooligan fanno parte di una sub-cultura segreta e i loro gruppi sono soggetti a restrizioni a causa della natura illegale della loro attività.

Sfortunatamente, in Macedonia e nel resto dell’Europa sud-orientale, non c’è una chiara divisione tra gruppi ufficiali, ultras e hooligan. Le loro caratteristiche distintive si sovrappongono, diventando in ultima analisi un ampio miscuglio di fanatismo sportivo, ideologia conservatrice, nazionalismo e teppismo. Le linee sfocate sono ampiamente documentate e possono essere facilmente osservate in tutta l’area balcanica, dove si possono vedere ultras che agiscono come hooligan e alcuni, in particolare i leader ultras, collaborano con organizzazioni criminali e gruppi paramilitari.

Le connessioni politiche e le idee conservatrici/ xenofobe/ ultra-radicali sono endemiche tra gli ultras nei Balcani. La stragrande maggioranza degli ultras in Macedonia e nei Balcani in generale sostiene ideologie conservatrici e nazionaliste.

Fanteria per partiti politici

Basta analizzare gli striscioni e le canzoni durante le partite per capire il fenomeno. Ad esempio, gli ultras della squadra di calcio di Tetovo "Shkëndija" si chiamano "Ballistët", come il movimento militare alleato dei nazisti della Seconda guerra mondiale Balli Kombëtar. D’altra parte, Johan Tarchulovski – ex leader degli ultras del Vardar, noti come "Komiti", imprigionato per crimini di guerra dal Tribunale dell’Aja – è attualmente deputato del principale partito di opposizione VMRO-DPMNE. E ci sono diversi casi di parlamentari o consiglieri di governo che sono stati membri o strettamente collegati ai gruppi ultras – come Artan Grubi, ex consigliere politico in un’ambasciata straniera a Skopje, ora deputato e alto funzionario del DUI. Secondo alcuni media, è stato coinvolto nei massicci scontri del 2011 alla fortezza di Skopje tra gli ultras di Vardar e Shkupi, ovvero "Komiti" e "Shvercerat".

L’ultimo esempio della lunga serie di abusi degli ultras come fanteria per scopi politici è illustrato nell’ultimo articolo OCCRP sull’uomo d’affari russo-greco Ivan Savvidi, ex parlamentare russo, che avrebbe fornito centinaia di migliaia di euro agli oppositori macedoni della modifica del nome. Tra i destinatari ci sono gli hooligan responsabili di atti di teppismo nella capitale. Savvidi, che si è trasferito in Grecia a metà degli anni 2000, ha acquistato la squadra di calcio PAOK e vari organi di informazione, e il suo impero commerciale ora domina Salonicco, la seconda città del paese.

"I destinatari che hanno confermato i trasferimenti di denaro erano teppisti associati a Komiti, un fan club della squadra di calcio Vardar. Gli stessi uomini avevano preso parte alle violente proteste a Skopje e dieci sono stati arrestati. Uno dei teppisti partecipanti ha confermato ai giornalisti che il gruppo aveva ricevuto denaro da Savvidi. I documenti mostrano anche che alcuni membri del gruppo non erano d’accordo sul ricevere i pagamenti", ha riferito l’OCCRP.

Mancanza di volontà politica

La violenza legata al calcio è una questione di lunga data in Macedonia, ma finora non ci sono state reazioni da parte delle principali parti interessate: il governo e la federazione calcistica. Ci sono state solo alcune attività sporadiche guidate da ONG od organizzazioni internazionali.

Come ha sottolineato un membro degli ultras dello Shkëndija, 22 anni, nella ricerca svolta dal portale BIRN del 2012, "per noi le porte del governo locale, delle aziende e dei partiti politici sono sempre aperte", aggiungendo che, sebbene accusato di diversi comportamenti violenti, fra cui il coinvolgimento in un attacco contro un ufficiale di polizia, non ha mai trascorso più di 10 giorni in custodia.

Nella stessa ricerca Ivan Anastasovski, accademico ed ex membro della federcalcio macedone, ha sottolineato che i partiti ritengono nel loro migliore interesse mantenere buoni rapporti con i tifosi: "Li vedono come una potenziale base di elettori e attivisti durante le elezioni".

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