Macedonia-Grecia, prove di soluzione sulla questione del nome?
“Siamo pronti a prendere in considerazione la possibilità di cambiare il nome costituzionale del paese”. “Non ho mai pronunciato le parole in questione, le frasi pubblicate sono state estrapolate dal contesto in cui sono state pronunciate”.
Un passo avanti ed uno indietro per il premier macedone Nikola Gruevski sull’annosa questione del nome, che dal 1991 divide Grecia e Macedonia e che blocca il percorso di di quest’ultima verso l’integrazione euro-atlantica.
Oggi ad Atene si incontrano i rispettivi ministri degli Esteri, Nikos Kotzias e Nikola Poposki: la questione del nome, ritenuto da Atene patrimonio culturale e storico della tradizione ellenica, sarà in cima all’ordine del giorno.
A suscitare speranze di un superamento del vicolo cieco era stata un’intervista rilasciata ieri da Gruevski al quotidiano britannico Guardian. “Siamo pronti a discutere apertamente [con la Grecia] e a trovare una soluzione”, sono le parole attribuite a Gruevski dal giornale londinese. Lo stesso premier avrebbe puntualizzato però che ogni proposta di cambiamento del nome dovrebbe poi essere approvata da un referendum popolare.
Poche ore più tardi, però, lo stesso Gruevski ha smentito pubblicamente tale posizione, affermando che le sue parole “sono state travisate”.
Una soluzione rapida della questione del nome resta quindi ancora lontana. Nonostante il dietro-front, segnali positivi restano comunque visibili. In un’intervista a Kathimerini, Poposki ha parlato di “condizioni più che mature per rilanciare il negoziato”. Da parte greca sono stati sottolineati progressi, ma l’atteggiamento di Atene resta piuttosto cauto.
Brevi
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