Macedonia: donne contro la guerra
In Macedonia si festeggia l’8 marzo. E’ l’occasione per ribadire che molte sono le donne contro la guerra, e per questo scendono in piazza. Intanto a Skopje si reclama più spazio per le donne in politica.
Molte associazioni di donne di Bitola, sud-ovest della Macedonia, hanno marciato lungo la via Shirok Sokak della loro città. Per sostenere la pace e denunciare la guerra quale mezzo per risolvere i conflitti. Le donne di origini etniche e religiose differenti, hanno sfilato per sei ore cantando, leggendo poesie, danzando e promuovendo altre attività e si sono riproposte di organizzare ogni anno la "La settimana delle donne a Bitola". La manifestazione è stata organizzata nel contesto dell’8 marzo e della giornata internazionale della donna.
L’"Iniziativa femminista", un’associazione di Skopje, ha promosso a sua volta molte iniziative per l’8 marzo. A partire da un "Femme Film Festival" durante il quale si proietteranno cortometraggi girati da giovani registe macedoni.
Altra iniziativa, sempre nella capitale, quella promossa dal gruppo Macedonian Women Lobby Group, di cui fanno parte donne attive in politica. Queste ultime spingono per ampliare la presenze femminile nel mondo della politica. Per questo si propone una riforma della legge elettorale per far si che più rappresentanza venga garantita alle donne. Almeno il 30% dei candidati sulle liste proporzionali devono essere donne, affermano; e devono essere piazzate in cima alla lista in modo da avere maggiori probabilità di essere elette. Vengono proposte una serie di sanzioni per quei partiti che non sono in grado di garantire sufficiente spazio alle donne.
Sul quotidiano Dnevnik Biljana Ilic, in un suo editoriale, si appella alle donne affinché "usino il loro potere": "..la cosa più impressionante è che le donne sono unite nelle loro richieste. Per questo non dovrebbero essere soddisfatte sino a quando non raggiungeranno tutti i loro obiettivi … se qualche partito politico fallisce nel garantire la quota stabilita dovrebbero richiamare l’elettorato femminile (che rappresenta il 51% dei votanti) a boicottare quel partito. Le donne non dovrebbero dimenticare l’enorme peso elettorale che posseggono, e non devono aver paura di usarlo. Solo allora avranno successo".