Macedonia del Nord, cittadini contro l’apertura delle miniere
Nel sud-est del paese da anni organizzazioni della società civile si battono contro l’apertura di miniere di rame e oro. Danneggerebbero inevitabilmente un ambiente vocato all’agricoltura e che fornisce cibo di qualità all’intera Macedonia del Nord
Dal 2017, le organizzazioni della società civile della parte sud-orientale della Macedonia del Nord cercano di dimostrare che l’apertura di miniere di rame e oro nella loro regione danneggerà l’ambiente. La regione di Strumica, Bosilovo e Novo Selo è nota per il suo terreno fertile e per prodotti agricoli di qualità come peperoni, pomodori, patate, tabacco e mais, nonché per l’allevamento del bestiame e per essere una fonte di cibo per l’intero paese. Pertanto, i cittadini si oppongono all’apertura di miniere che comporteranno un grave inquinamento del suolo, dell’aria e dell’acqua, e quindi in generale della vita in questa zona.
La rivolta dei cittadini è così estesa che si sono formate diverse associazioni ambientaliste, come Zdrava Kotlina a Strumica, Eco Dolina a Novo Selo, e l’iniziativa civile "Salviamo la Strumica Kotlina – fermiamo la miniera di morte" di Strumica.
Dal 2004 al 2012, una società americano-bulgara ha realizzato ispezioni in una località ad un chilometro dai villaggi Strumica di Ilovica e Shtuka. In seguito è stata affidata l’estrazione mineraria nella zona ad una società anglo-canadese, Euromax Resources, più grande, con sede a Londra, che ha annunciato investimenti per centinaia di milioni di dollari a Ilovica per i tre decenni successivi.
La società ha ricevuto la concessione per iniziare a scavare una miniera nel 2012 e un periodo di quattro anni – secondo la legge sulle risorse minerarie vigente – per soddisfare le condizioni poste. Ciò non è avvenuto, ma lo stato ha revocato la concessione solo nel 2019.
Nel frattempo, a gennaio 2016, la società ha ricevuto un’altra concessione alle stesse condizioni e non le ha soddisfatte entro il 2020. Sebbene i termini siano ampiamente scaduti, il ministero dell’Economia competente e il governo non hanno ancora revocato la concessione, come segnalano le organizzazioni della società civile ai media locali. Negli ultimi anni, le organizzazioni della società civile hanno organizzato proteste pubbliche annunciando che non permetteranno la costruzione di una miniera e questo per evitare un disastro ambientale in quest’area. I referendum tenutisi hanno avuto un’affluenza del 40% della popolazione, con il 99% dei votanti che si sono espressi contro l’apertura delle miniere.
“La nostra resistenza è nata nel 2017. Abbiamo iniziato a pubblicare documenti che ci arrivavano dal Canada, perché lì l’azienda era trasparente, ma qui no. Hanno provato a parlare nei dibattiti televisivi, ma non sapevano quanto sappiamo e quanto bene ci siamo preparati, perché abbiamo analizzato bene le informazioni a disposizione. Abbiamo sottolineato molte conseguenze negative e danni all’ambiente e la non redditività degli investimenti nelle miniere", spiega a OBCT Gjorgi Tanushev, rappresentante dell’organizzazione ambientalista Zdrava Kotlina.
La purificazione dei minerali con l’acqua causerà l’inquinamento delle falde sotterranee e verrà costruita una diga dove verranno immagazzinati gli sterili (i materiali che rimangono dopo il processo di separazione della preziosa frazione minerale), inquinando l’attuale lago artificiale da cui viene tratta acqua per l’irrigazione dei campi e che fornisce acqua potabile ai villaggi circostanti, e che si trova a circa metà strada fra la miniera e i villaggi.
Euromax Resources ritiene che, in quanto investimento estero diretto, la miniera avrà un forte impatto sull’economia nazionale. Afferma che nei primi due anni di costruzione saranno creati circa 1.000 posti di lavoro, e poi altri 500 durante il periodo di funzionamento della miniera e 2.700 tramite collaboratori e fornitori. Finora nel progetto sarebbero stati investiti più di 50 milioni di euro, e circa 340 sono previsti per la prima fase di costruzione. L’investimento dovrebbe contribuire all’aumento del prodotto interno lordo del paese del 3% annuo e qualificarsi tra i primi tre capitoli di esportazione della Macedonia del Nord.
“Il progetto per il complesso minerario Ilovica-Stuka è stato sviluppato sulla base di una ricerca pluriennale sull’impatto sull’ambiente, applicando i più elevati standard europei e mondiali. Non inquinerà il suolo, l’acqua e l’aria, né rappresenterà un pericolo per la salute umana. Lavorando insieme, dimostreremo che nella nuova era l’estrazione mineraria e l’agricoltura sostenibili possono coesistere con successo”, hanno dichiarato rappresentanti dell’azienda ai media locali.
Tuttavia, le organizzazioni dela società civile continueranno a chiedere che i funzionari e le istituzioni statali revochino la seconda concessione, essendo già trascorso il periodo di 4 anni in cui la società non ha soddisfatto le condizioni poste per l’inizio dello sfruttamento minerario.
Gli ambientalisti ricordano che i funzionari hanno giurato di lavorare a beneficio e protezione di tutti i cittadini della Repubblica, ma sottolineano che il governo non ha rispettato la volontà chiaramente espressa dai cittadini con i referendum. Ricordano che ogni volta che sono state aperte miniere d’oro e di rame in Serbia, Romania e Turchia si sono verificati episodi di inquinamento dell’acqua e del suolo.
Zdrava Kotlina assicura che la lotta continuerà, perché secondo le informazioni in suo possesso la filiale macedone di Euromax Resources sta ora cercando di vendere ad un’altra società la concessione. L’azienda non ha risposto alle domande poste dai media locali sul tema.
Nel 2019, ad eccezione di Ilovica-Stuka, il governo ha rescisso il contratto per la costruzione di una miniera nel vicino comune di Valandovo, Kazandol, a causa del mancato rispetto delle condizioni che richiedevano la costruzione entro due anni di un impianto per lo sfruttamento del rame catodico con la capacità di lavorare almeno il 50% del minerale estratto.