Macedonia: Boskovski si dichiara non colpevole
Si è presentato davanti alla corte ostentando sicurezza. Si tratterà di un procedimento breve, perché nel mio caso, non c’è alcun caso, le sue parole. Ljube Boskovski è accusato di crimini commessi nel 2001, ai tempi dei sanguinosi scontri che hanno fatto tremare la Macedonia. Ed anche quest’ultima – come altri Paesi dell’area – guarda all’Aja con sospetto
"Sono innocente" ha dichiarato l’ex Ministro degli interni macedone Ljube Boskovski durante la sua prima apparizione davanti al Tribunale dell’Aja, lo scorso 1 aprile.
"Ciò di cui sono accusato assomiglia troppo ad un film, è riscritto dalle affermazioni di Human Rights Watch e non accusa Ljube Boskovski ma la Macedonia" ha affermato con fare teatrale l’ex Ministro, conosciuto in Macedonia col nomignolo "Fratello Ljube".
Boskovski e Johan Tarculovski, il secondo macedone incriminato presso l’Aja, sono entrambi accusati di violazione del diritto umanitario, di omicidio, trattamento crudele e volontaria distruzione di città, villaggi o comunità.
L’incriminazione riguarda un raid della polizia macedone nel villaggio albanese di Ljuboten, nell’agosto del 2001, guidato da Tarculovski. Comprende capi d’accusa in merito alla morte di 7 civili, al pestaggio di cittadini tenuti in detenzione ed alla distruzione di case. Entrambi vengono accusati per responsabilità di comando.
Diversamente da quanto ha fatto Boskovski, Tarculovski, comparso per l’udienza preliminare una settimana prima, ha chiesto di posticipare le sue dichiarazioni poiché non aveva ancora un proprio rappresentante legale.
Boskovski ha deciso invece di rilasciare dichiarazioni nonostante il giudice gli avesse chiarito che aveva diritto a trenta giorni di tempo per poter comparire davanti alla corte con il proprio legale.
"Credo nell’alto livello di quest’istituzione e ritengo di dover rilasciare le mie dichiarazioni oggi stesso. Mi aspetto un procedimento rapido perché nel mio caso – non c’è alcun caso", ha affermato.
Le incriminazioni nei confronti dei macedoni hanno chiuso l’ultimo capitolo di quelle emesse dal Tribunale in merito all’area balcanica. Secondo l’Aja non vi saranno altre incriminazioni e si completeranno esclusivamente i processi in atto concentrandosi soprattutto su quei processi i cui incriminati sono ancora latitanti. Tra quelli più ricercati vi sono senza dubbio Radovan Karadzic e Ratko Mladic.
Alla luce degli sviluppi politici legati ai crimini di guerra la Macedonia può ritenersi fortunata rispetto al resto dei Balcani. Poche settimane fa alla Croazia è stato negato l’avvio delle negoziazioni con l’UE a causa dell’incapacità delle autorità di Zagabria di arrestare il generale Ante Gotovina. La Serbia recentemente ha ricevuto comunicazioni dagli USA in merito a possibili sospensioni degli aiuti legati alla scarsa collaborazione con il Tribunale dell’Aja. Lo stesso messaggio è stato più volte inviato alla Bosnia, in particolare ad una delle sue due Entità costitutive, la Republika Srpska.
Nel caso della Macedonia la consegna degli incriminati alle autorità dell’Aja è stata pronta e di conseguenza anche meno dolorosa. Tarculovski era agli arresti ed è stato inviato all’Aja immediatamente a seguito della comunicazione dell’incriminazione. Boskovski è stato invece consegnato dalle autorità croate. Era infatti in un carcere croato già da mesi dopo essere fuggito dalla Macedonia dove è stato accusato di aver organizzato l’omicidio di 7 migranti pachistani presentati poi all’opinione pubblica come t[]isti di Al Qaeda.
Entrambi sono all’Aja dalla metà di marzo. Non è permesso loro di entrare reciprocamente in contatto poiché sono accusati dello stesso fatto.
Almeno sino ad ora la Macedonia viene risparmiata dal braccio di ferro legato alle estradizioni. Ma sino a quando?
Molti macedoni non hanno preso bene che Carla Del Ponte, Procuratrice generale presso il Tribunale dell’Aja, abbia deciso di incriminare solo persone appartenenti alla comunità slavo-macedone in merito al conflitto del 2001. La Macedonia aveva indicato altri quattro casi, che riguardavano anche crimini commessi da albanesi di Macedonia, che però l’Aja ha rinviato alle autorità di Skopje.
All’inizio dell’anno, commentando le indiscrezioni in merito ad una possibile incriminazione per crimini di guerra dell’ex Ministro degli interni, il Primo Ministro Vlado Buckovski commentò che "se il Tribunale emetterà incriminazioni solo sul caso di Ljuboten presenterà un’immagine distorta di ciò che è accaduto nel conflitto del 2001". Un commento simile è stato fatto in seguito dal Presidente macedone Branko Crvenkovski che ha affermato che "sarebbe inaccettabile incolpare esclusivamente la parte slavo macedone".
Ciononostante, intervenendo in marzo in merito all’estradizione di Boskovski, Crvenkovski ha in parte modificato le dichiarazioni iniziali. "Non possiamo permetterci di finire nella stessa trappola che caratterizza, anche attualmente, alcuni dei Paesi nostri vicini. Non dobbiamo cedere alla tentazione di pensare ad una cospirazione mondiale contro la Macedonia o contro i nostri interessi nazionali" ha affermato aggiungendo che "sarebbe contro-produttivo e porterebbe il Paese ad isolarsi. E’ anche contro-produttivo per chi si trova davanti al Tribunale".
Analisti commentano che la reazione relativamente debole dell’opinione pubblica all’invio di Boskovski all’Aja è anche stata causata dal fatto che vi hanno coinciso le elezioni locali. Probabile invece che più attenzione sorga durante le fasi del dibattimento all’Aja.
Borjan Jovanovski, analista politico, ha dichiarato ad IWPR che "l’incriminazione rischia di buttare benzina sul sentimento nazionale dei macedoni perché l’Aja sta scrivendo la Storia e quest’incriminazione rende l’intera nazione macedone colpevole per il conflitto". Secondo quest’ultimo si rischia di spingere le autorità macedoni ad arrestare coloro i quali sono implicati negli altri 4 casi sopramenzionati che coinvolgono anche albanesi di Macedonia e questo metterebbe a dura prova i rapporti tra macedoni ed albanesi in seno al governo.
Intanto il governo macedone ha dichiarato che coprirà le spese legali per i propri concittadini incriminati all’Aja. In mancanza di una legge che disciplina i rapporti con il Tribunale dell’Aja il portavoce del governo ha dichiarato che quest’ultimo dovrà innanzitutto consultarsi con il Tribunale stesso per individuare i passi da intraprendere e forse saranno necessarie consultazioni anche con gli Stati vicini che hanno già seguito la stessa strada.
L’avvocato croato Anto Nobilo, al quale Boskovski vorrebbe affidarsi, ha commentato che la cifra di 100.000 euro proposta informalmente dal governo per coprire le spese legali di una anno sarebbe "ridicola ed inaccettabile". L’avvocato ha affermato che i soli biglietti d’aereo per lui e per il suo staff verrebbero a costare almeno cinque volte tanto.
Nobilo ha già difeso all’Aja il generale croato Tihomir Blaskic riuscendo a diminuire la pena dai 45 anni proposti dall’accusa a 9. Ha la fama di essere stato sino ad ora l’unico avvocato all’Aja a raccogliere successi davanti alla corte. La difesa di Blaskic, coperta in gran parte dal governo croato e durata 9 anni, è costata circa 9 milioni di euro, un terzo dei quali sono andati allo studio di Nobilo.