Locomondo, quando la musica ska incontra il rebetiko

E’ tra le più note band elleniche. Ed è da dieci anni che è freneticamente votata al genere ska. Ma non solo. Il sound dei Locomondo è in realtà figlio di varie contaminazioni musicali: ska, reggae, rocksteady e influenze riconducibili alla musica tradizionale greca

29/03/2013, Gianluca Grossi -

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I Locomondo

Sulla musica ska s’è sempre fatta molta confusione, soprattutto in ambito politico. C’è, infatti, chi ancora oggi la ritiene una proposta della cultura musicale di destra. In realtà, questa opinione deriva da una serie di fraintendimenti sviluppatesi nel corso della storia, legati all’ascesa dei cosiddetti skinheads, che poco hanno a che vedere con la musica delle origini, nata in Giamaica negli anni Cinquanta.

I musicologi spiegano che furono i mods i primi ad appoggiare la musica ska, individui facenti parte del proletariato inglese, del tutto disinteressati alla politica e per nulla razzisti. L’associazione ska/destra avviene, dunque, con gli anni Settanta, in seguito all’insofferenza degli skinheads nei confronti degli immigrati di origine giamaicana, indiana e pakistana. Situazione che precipita con l’opera di Garry Bushell, giornalista neonazista del settimanale “Sounds”, convinto che il futuro del punk rock dovesse risiedere nelle classi sociali meno abbienti e nell’uso della forza e del manganello.

Comunque siano andate le cose, quel che è certo è che la musica ska – e il reggae con cui è strettamente imparentata – ha preso il sopravvento in quasi tutti i paesi occidentali, dettando mode e costumi: in Italia, per esempio, è ancora oggi mantenuta viva da gruppi come Vallanzaska, Matrioska e Persiana Jones, benché i primi brani suggestionati dal Giamaica sound risalgano a metà degli anni Sessanta, con voci come quella di Peppino di Capri!, (andate a risentirvi “Operazione Sole”…).

Per ciò che riguarda, invece, i Balcani, uno dei fenomeni più interessanti riguarda la Grecia, con i Locomondo, fra le band più conosciute del panorama musicale ellenico, freneticamente attiva da quasi dieci anni.

Le origini

Sono guidati dal leader e principale compositore dei brani, Markos Koumaris (1974), al canto e alla chitarra. L’artista si avvicina alla musica durante gli studi di biologia in Germania: si lega a una serie di band, cimentandosi nei generi musicali più diversi, dalla musica folk greca, al gipsy swing, dal punk rock, allo ska. Durante il servizio militare diviene membro fisso della Greek Navy Orchestra, esperienza che gli consentirà di affrontare professionalmente l’universo delle sette note, prima di creare i presupposti per la nascita dei Locomondo.

La band nasce ufficialmente nel 2004, coinvolgendo Yiannis Varnavas (voci e chitarra), Spyros Mpesdekis (basso), Stamatis Goulas (tastiere), Stratos Angelos Soundris (batteria), Mike Mourzis (percussioni) e Thanassis “Spogos” Tampakis (ingegnere del suono).

Il sound dei Locomondo è, in realtà, figlio di varie contaminazioni musicali: ska, reggae, rocksteady e influenze riconducibili alla musica tradizionale greca; lo prova una delle prime registrazioni compiute dal gruppo, “Frangosyriani”, brano rebetiko composto nel 1935 da Markos Vamvakaris e simbolo per eccellenza di un certo tipo di musica folcloristica ellenica (inerente la cacciata da Smirne da parte dei turchi, all’indomani della Prima guerra mondiale). Hanno rilasciato complessivamente sei dischi e vinto numerosi premi, su tutti il Best Alternative Video Clip, conquistato nel 2007 e nel 2010. Vantano, inoltre, numerose collaborazioni, con artisti di caratura internazionale come Chumbawamba, Manu Chao e The Wailers, la band di Bob Marley.

Viaggio in Giamaica

L’esperienza dei Locomondo prende il largo nel 2005, con il viaggio in Giamaica al seguito del trombonista ed ex Skatalites, Vin Gordon. Qui danno alle stampe 12 meres stin Jamaica, caratterizzato da brani brillanti e coinvolgenti; in pochissimo tempo fa breccia nel cuore dei greci, convincendo soprattutto le nuove generazioni. Fra i pezzi più interessanti c’è “Den kani kryo stin Ellada”, canzone ottimista e speranzosa, caratterizzata dal tipico incedere ska, sostenuto da un’importante sezione di fiati. Il pezzo conquista l’intera Grecia, e il video di Youtube colleziona numerosissimi clic.

Il disco successivo, intitolato Me Wanna Dance del 2007, vede la collaborazione dei Locomondo con la cantante spagnola Amparo Sanchez, e con l’inglese Natty Bo. Il primo, leader del gruppo Amaparanoia, giudicato nel 1988 il miglior cantante dell’Andalusia, canta nella seconda traccia, “Ay, Ay, Ay”; il secondo, leader dei geniali Top Cats, fra le migliori band ska anglosassoni, canta nella nona canzone della raccolta, “Rembetiskank # 9”, perfetto incrocio fra rebetiko e ska. Tredici le canzoni complessive, perlopiù cantate in greco, con l’utilizzo di molti strumenti della tradizione, fra cui banglamas, bouzouki e lira cretese.

Il capitolo successivo della saga Locomondo si intitola Gamilio Party ed è la colonna sonora del film omonimo, scritto da Ifigeneia Kotsoni e diretto da Christine Crokos, nel 2008. Tema del lungometraggio, le vicende matrimoniali di una coppia di giovani sposi, che parafrasa il clamore dell’ancor più noto Il mio grosso grasso matrimonio greco. Molti brani – “Garden City Dub”, “Happy Fire”, Robbery” – sono solo strumentali; mentre viene ripresa la celeberrima “Rembetiskank # 9".

Nel 2009 il primo disco live

Nel 2009 esce il primo disco live della band, quasi quaranta canzoni suddivise in due cd, con perle assai care all’immaginario collettivo mondiale, come “Gimme Hope Joanna” e “Redemption song”, leggendaria canzone di Bob Marley, composta dall’autore giamaicano nel 1979. Precede un nuovo clamoroso successo, distribuito in occasione dei mondiali di calcio disputatesi in Sudafrica nel 2010. “Goal” diviene, in pratica, il vero inno della nazionale greca che non gioca un mondiale dal 1994.

Nello stesso anno danno alle stampe la canzone tedesca “Griechischer Wein”, del compositore Udo Jurgens. Col tocco dei Locomondo, il brano perde la sua impronta latin alla Julio Iglesias, trasformandosi in un pezzo ska-rap, con il ritornello che echeggia all’universo ellenico. The best of è l’ultima prova discografica dell’ensemble di Atene, risalente al 2011; l’occasione giusta per fare luce su uno dei più brillanti gruppi greci degli ultimi dieci anni.

 

Questa pubblicazione è stata prodotta con il contributo dell’Unione Europea. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l’opinione dell’Unione Europea. Vai alla pagina del progetto Racconta l’Europa all’Europa

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