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L’iconico Teatro dell’Opera di Tbilisi

Il 31 gennaio il Teatro dell’Opera e del Balletto di Tbilisi ha riaperto i battenti dopo una ristrutturazione durata sei anni. Foto e testi di Monica Ellena

Il 31 gennaio il Teatro dell’Opera e del Balletto di Tbilisi ha riaperto i battenti dopo una ristrutturazione durata sei anni. Fondato nel 1851, è la principale istituzione lirica e coreutica del paese e una delle principali dell’Europa orientale. Tra le prime compagnie ad esibirsi fu una italiana diretta dallo spagnolo Francisco Asenjo Barbieri che mise in scena la Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizzetti nel novembre del 1851. Nel 1874 l’edificio fu distrutto da un incendio. Il teatro venne ricostruito in un altro sito e riaprì nell’attuale edificio moresco nel 1896 su Rustaveli Avenue.

Il candelabro che domina la platea è un gigante di 3.5 tonnellate con oltre 800 lampadine. A coprire il costo dei lavori, oltre 37 milioni di euro, è stato Bidzina Ivanishvili, miliardario nonché ex primo ministro e da molti considerato l’uomo che ancora manovra la politica georgiana da dietro le quinte. Ivanishvili si è anche impegnato a coprire le spese di produzione degli spettacoli per i prossimi dodici mesi.

La cerimonia di apertura era riservata ad autorità politiche, della società civile e del mondo diplomatico ma i riflettori si sono concentrati sul Patriarca Catolicos Ilia II, guida spirituale della Chiesa ortodossa georgiana nonché la figura più popolare e rispettata del paese. Originario di Sno, un paese sulle montagne del Caucaso vicino al confine russo, Ilia II, oggi 83enne, guida la chiesa ortodossa del dicembre del 1977.

Dal 1937 il Teatro dell’Opera è dedicato a Zakaria Paliashvili, compositore vissuto a cavallo tra il XIX e XX secolo e considerato uno dei padri della musica classica georgiana. Sua Abesalom ed Eteri, l’opera messa in scena per la riapertura e che tradizionalmente apre la stagione del teatro lirico.

La Georgia vanta una ricca e vibrante tradizione musicale che precede il dominio dell’Impero russo prima e dell’Unione sovietica poi. La storia del teatro lirico è strettamente legata al suo turbolento rapporto con Mosca. Fu costruito per ordine del pro-console dello zar Nicola I che sperava così di calmare gli animi ribelli dei georgiani, da sempre poco proni a piegarsi agli invasori. L’istituzione divenne un punto nevralgico per l’élite intellettuale di Tbilisi e sotto l’URSS era al pari di Mosca e San Pietroburgo. La direttrice del balletto nazionale dell’Opera è attualmente Nina Ananishvili, già stella del Bolshoi e del New York City Ballet e recentemente inserita dal Telegraph tra le migliori ballerine classiche del secolo.

Il soprano Tamar Iveri e il baritono Lado Ataneli – star internazionali con ruoli centrali in produzioni della Scala di Milano, dell’Opera di Parigi, del Metropolitan di New York – sono stati i protagonisti dell’opera diretta da Gizo Zhordania. Ataneli è considerato uno dei più grandi interpreti contemporanei di Verdi e Puccini. La scenografia è dell’artista Gogi Aleksi-Meskhiashvili. Andata in scena per la prima volta nel 1919, Abesalom ed Eteri si basa sulla leggenda epica georgiana Eteriani e racconta di Murman che innamorato della principessa Eteri, vende l’anima al diavolo per impedire il suo amore per il popolano Abesalom.

Fuori dal teatro e tra i corridoi interni, figuranti in costumi di scena hanno accolto gli invitati. I social media hanno mal accolto la scelta di inaugurare il teatro ristrutturato con una serata rigorosamente ad invito. Critica e sarcasmo hanno preso di mira il ritorno all’elitismo sovietico mentre la parata di pellicce sul tappeto rosso ha spinto la popolare blogger del settimanale Liberali Tamar Kerelidze a etichettare la serata Cruella 101, in riferimento alla Crudelia Demon de La Carica dei 101.

Musica, arte e danza sono il cuore della cultura georgiana, il pianoforte è strumento comune in molte case. Gli altoparlanti allestiti fuori dal tetro hanno attirato molti appassionati rimasti fuori dalla serata di gala. Come Romari, pensionato e amante del bel canto, che, stelle e strisce al collo, si è seduto su una panchina e si è abbandonato alla musica.

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